Terni, abusi sulla figlia: 49enne condannato

L’uomo era accusato di violenza sessuale sulla giovane che, al tempo dei fatti, aveva meno di 10 anni. Pena di sette anni e sei mesi

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Una storia terribile, inizialmente – era il 2005 – archiviata dalla procura e quindi dal tribunale di Terni e poi riportata alla luce dal pm Elisabetta Massini nel 2016, attraverso un incidente probatorio che aveva fatto temporalmente seguito all’arresto dell’imputato – G.S., 49enne ternano – per un’altra pesante vicenda.

La condanna Nella giornata di martedì il tribunale di Terni in composizione collegiale – presidente Rosanna Ianniello – ha condannato a sette anni e sei mesi di reclusione l’uomo per ripetute violenze sessuali sulla figlia, oggi maggiorenne ma che al tempo dei fatti – andati avanti per lungo tempo – aveva meno di 10 anni di età.

Caso riaperto Una vicenda fatta di approcci sessuali morbosi fra le mura domestiche, finiti all’attenzione dell’autorità giudiziaria ma inizialmente non ritenuti attendibili, anche in ragione di alcuni problemi di salute della bimba. Dall’incidente probatorio del 2016 era però emersa una realtà diversa, lontana da presunte ‘ricostruzioni fantasiose’ della piccola che, ormai adulta, aveva confermato ciò che negli anni era stata costretta a subire.

La sentenza Così l’uomo – arrestato dai carabinieri di Terni nel dicembre del 2015 per maltrattamenti verso altri due figli, avuti da un’altra donna – è stato condannato per violenza sessuale su minori, con il tribunale che ha accolto la richiesta formulata in aula dal pm Tullio Cicoria ed ha applicato pene accessorie e stabilito una provvisionale di 10 mila euro nei confronti della giovane vittima, assistita dall’avvocato Norma Festucci.

La parte civile Il 49enne dovrà pagare anche le spese processuali e di costituzione di parte civile. «Credo – osserva l’avvocato Festucci – che la determinazione della dottoressa Massini, nel riaprire questa indagine, sia stata decisiva ai fini dell’esito finale. Si voleva far passare la ragazza, bimba al tempo dei fatti, per un teste inattendibile ma il processo ha dimostrato altro».

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