Terni, ‘Acciaio d’oro’: patteggiano in quattro

Restano tre imputati per il procedimento che nel febbraio del 2015 aveva portato all’arresto di sei persone per furti di materiali ferrosi

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Hanno patteggiato pene – sospese – comprese fra un anno e due mesi ed un anno e sei mesi di reclusione, quattro dei sette imputati del processo scaturito dall’indagine ‘Acciaio d’oro’ in seguito alla quale, nel febbraio del 2015, l’allora Corpo forestale dello Stato di Terni aveva arrestato sei persone per alcuni furti di materiali e scarti ferrosi all’interno del centro di finitura Ast di vocabolo Sabbione.

TERNI, ‘ACCIAIO D’ORO’: INDAGINI CONCLUSE

Il ‘sistema’ Secondo il pm Elisabetta Massini, titolare del fascicolo, il materiale invece di essere riportato in viale Brin per tornare nel ciclo produttivo, sarebbe stato ‘piazzato’ ad alcuni imprenditori della provincia di Perugia ad un prezzo che andava dai mille ai duemila euro a tonnellata. Nel tempo dall’impianto di Terni sarebbero state sottratte oltre 100 tonnellate, mentre altre 600 sarebbero ‘sparite’, fra il 2013 e il 2015, durante alcuni trasporti fra la Fiat di Cassino e l’Ast di Terni.

A patteggiare di fronte al giudice Marco Di Tullio ed al pm Catia Naldi, sono stati una guardia giurata, un imprenditore, un trasportatore e un dipendente di una ditta privata. Restano da giudicare le posizioni degli altri tre imputati: un dipendente Ast, un imprenditore e una dipendente di una delle aziende coinvolte. Per tutti l’accusa è di furto aggravato. Nel tempo, a seguito dei passi avanti compiuti dall’inchiesta, l’autorità giudiziaria ha escluso il reato associativo inizialmente ipotizzato. Fra i legali difensori figurano gli avvocati Federica Bigi, Francesco Mattiangeli, Enrico De Luca, Manlio Morcella, Catiuscia Ferri, Silvia Serangeli, Michela Colasanti, Riccardo Matticari, Riccardo Petroni ed Ester Ferrara.

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