Terni, acciaio ‘sporco’: chi sono gli arrestati

Truffa milionaria ai danni della ThyssenKrupp Ast scoperta dalla Forestale. In otto sono finiti ai domiciliari. Diciassette gli indagati

Condividi questo articolo su

parco rottami Ast ThyssenKrupp acciaieria acciaierie

Il parco rottami Ast

Tre alti esponenti di un’azienda fornitrice di rottame che ha sede nel bergamasco e nel bresciano, quattro dipendenti della ThyssenKrupp Ast di Terni e il responsabile di una ditta di trasporto di Terni. Sono questi gli otto arrestati – a seguito di ordinanza emessa dal gip di Terni, Maurizio Santoloci – nel corso dell’operazione ‘Acciaio sporco’ condotta dal Corpo forestale dello Stato sotto il coordinamento della procura della Repubblica di Terni.

Gli arrestati Agli arresti domiciliari ci sono finiti Giancarlo Ongis (54 anni, presidente cda Metal Group Spa), Marco Cattaneo (58, dipendente Metal Group Spa), Stefano Arnoldi (40, dipendente della Metal Inox Centro), i ternani Alessio Petrollini (41 anni), Alessandro Luzzi (47), Leonardo Manni (47), Daniele Inches (36) – tutti dipendenti della ThyssenKrupp Ast – e l’autotrasportatore ternano Andrea Papa Italiani (40).

IL VIDEO DELLE INTERCETTAZIONI

Collusione Sarebbe emersa è anche una collusione di operatori interni. Oltre ai quattro arrestati ci sono altri tre dipendenti Ast indagati: a casa di uno di loro sarebbero stati trovati circa 12 mila euro e in un altro appartamento 15 mila). Non risultano, invece, dirigenti indagati.

L’azienda Al centro dell’inchiesta c’è Metal Group Spa, una holding lombarda composta da sei divisioni e che che fornisce alla ThyssenKrupp Ast la maggior parte del materiale ferroso utilizzato nelle lavorazioni. Sotto la lente c’è finita una divisione formata da sette società specializzate nella raccolta del materiale ferroso e – in particolare – tre di queste sette società, fra cui la Metal Inox Centro di Fabriano.

COME SI E’ SVOLTA L’INDAGINE – IL VIDEO

Le perquisizioni I ‘Forestali’ hanno effettuato perquisizioni nelle sedi aziendali della ditta del fornitore e presso le abitazioni degli arrestati. Sono stati denuciati tre dipendenti della società del fornitore addetti al carico dei mezzi e altri sei dipendenti ed ‘ex’ della ThyssenKrupp Ast, che costituivano una rete di informatori che fornivano notizie ‘a tutto campo’ sull’Ast (sul personale, le procedure di controllo, i dati delle campionature, i dati delle ditte concorrenti e tutto quanto potesse risultare utile), consentendo ai capi dell’organizzazione di pianificare ed attuare con tutta tranquillità i loro traffici.

ast

La conferenza stampa

I particolari dell’operazione li hanno spiegati il procuratore capo della Repubblica, Alberto Liguori, il sostituto procuratore Elisabetta Massini, il comandante regionale del corpo forestale della Stato dell’Umbria, Guido Conti e il comandante ternano Gaetano Palescandolo.

Il meccanismo Tramite la complicità di personale addetto al collaudo consegne di acciaio inox ‘304’, il fornitore riusciva ad aggirare i sistemi di controllo dell’azienda e a ‘pilotare’ a suo beneficio i camion destinati ad essere campionati dall’Ast per la verifica. In pratica ogni 7 camion di materiale – pagato al prezzo di circa 1.200 euro la tonnellata – solo 2 contenevano materiale buono, mentre i restanti 5 camion venivano caricati con materiale di scarsa qualità e non rispondente ai requisiti stringenti posti dall’azienda per quella tipologia di acciaio. L’azienda quindi veniva ad essere penalizzata doppiamente, non solo per la consegna di materiale di qualità inferiore, ma anche perché, producendo sempre e comunque acciaio di qualità con requisiti merceologici irrinunciabili, finiva per sostenere un ulteriore costo per le percentuali di metalli.

Palescandolo Massini

Gaetano Palescandolo ed Elisabetta Massini

Le prove Le indagini degli inquirenti hanno permesso di documentare le dazioni di denaro a dipendenti che venivano materialmente effettuate da un ex dipendente dell’Ast, anch’esso a libro paga dell’organizzazione, che prima si recava presso un agriturismo del maceratese, dove riceveva da uno dei capi dell’organizzazione il denaro per sé e per gli altri, poi lo consegnava a Terni ai complici in servizio al Parco Inox dell’Ast con cadenza regolare. Per ogni camion ‘truccato’ e fatto sfuggire ai controlli l’organizzazione pagava 80 euro ad ogni singola persona addetta al controllo: se si tiene conto che mediamente il sistema consentiva il ‘passaggio’ di circa 70 – 80 camion “B” al mese, con un esborso – solo per le ‘mazzette’ da dare agli addetti al collaudo dell’Ast (senza contare gli altri soggetti a ‘libro paga’) – di circa 30 mila euro al mese, si può avere un’idea di quanto fosse redditizia la truffa operata.

La qualità I fornitori di rottame hanno l’obbligo di garantire determinate percentuali di nichel e cromo nel materiale – indispensabili perché poi i prodotti finali (indirizzati a settori delicati come alimenti, trasporti, energia) rispondano alle specifiche tecniche indispensabili) – ma il marchingegno messo in atto permetteva di aggirare i controlli. Statisticamente risulta che un terzo delle forniture in direzione ThyssenKrupp sono della holding Metal Group – di cui fa parte la Metal Inox di Bergamo con unità operative a Fabriano –  messa sotto osservazione dalla Forestale, come pure la Ecotras che si occupava direttamente del trasporto del materiale che da Fabriano finiva a Terni.

ACCIAIO D’ORO: INDAGINI CONCLUSE

La storia All’esistenza di un altro filone di indagine, successivo ad ‘Acciaio d’oro’ e legato a presunte truffe ai danni di Ast, aveva fatto riferimento umbriaOn lo scorso marzo. Ed è proprio quello il filone emerso giovedì mattina a seguito degli arresti della Forestale, incentrato – da quanto appreso – sulle attività del parco rottami dello stabilimento di Terni dove gli agenti stanno procedendo ad arresti e sequestri disposti dall’autorità giudiziaria. Le contestazioni sarebbero relative a fatti avvenuti fra il marzo del 2015 e il marzo 2016. Fra le persone coinvolte nell’inchiesta ci sarebbero alcuni ‘classificatori’ – personale Ast  addetto alla classificazione dei rottami in entrata – interrogati dalla Forestale giovedì mattina in azienda.

La ThyssenKrup Ast Sulla vicenda si registra anche una nota ufficiale della ThyssenKrupp Ast: «Oggi le autorità italiane hanno ispezionato gli stabilimenti Ast di ThyssenKrupp a Terni e hanno preso in custodia quattro dipendenti. Le misure adottate sono correlate ai presunti singoli reati a danno della Ast. È nell’interesse dell’azienda chiarire tutte le circostanze relative a questa vicenda e sosterremo le ulteriori indagini che la magistratura e le forze di polizia riterranno utili. Ringraziamo la procura della Repubblica di Terni, il Corpo forestale dello Stato e il Nucleo investigativo di polizia ambientale e forestale per il loro prezioso lavoro. Per noi, il rispetto delle regole, significa molto più che il rispetto della legge. È un segno distintivo, un pensiero che ci appartiene e che coinvolge quotidianamente tutti i dipendenti di ThyssenKrupp».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli