Terni, alta velocità fra accuse e ‘bufale’

L’assessore Chianella dà poche speranze al territorio. L’audizione ha fatto emergere nuovamente i contrasti fra FI e M5s

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Terni, Orte o – come ha lasciato intendere giovedì l’assessore regionale ai trasporti, Giuseppe Chianella, sentito dalla I commissione del Comune di Terni – nessuna delle due ipotesi? Il tema dell’alta velocità, uno di quelli che fanno sentire i cittadini del ternano un po’ ‘figli di un Dio minore’, tiene banco. Le posizioni sul punto sono abbastanza note – Forza Italia ‘spinge’ per la soluzione Orte mentre il M5s insiste per gli impegni assunti a suo tempo su Terni – ma gli interventi per ribadirle si susseguono. Viene da chiedersi – a chi scrive – se esisterà mai un tema in cui la politica giunga ad una sintesi per dare più forza alla voce del territorio che rappresenta. In questo caso non sembra proprio quella l’aria.

ALTA VELOCITÀ TERNI/ORTE: PARLA L’ASSESSORE CHIANELLA – VIDEO

Francesco Maria Ferranti

«Studio di fattibilità decisivo. Chianella lo sappia»

Così il presidente del consiglio comunale di Terni, Francesco Maria Ferranti (FI): «Quanto sostenuto ieri (giovedì, ndR) in prima commissione dall’assessore regionale Chianella è un resoconto pieno di imprecisioni e caratterizzato da alcune lacune rilevanti. È grave che l’assessore, nell’evidenziare le criticità commerciali e logistiche inerenti il collegamento di Terni all’alta velocità verso il nord Italia, abbia dichiarato le ipotesi della partenza di un freccia rossa da Orte o da Terni come infattibili. L’assessore sa perfettamente che è ancora in corso uno studio di fattibilità su questa vicenda che stanno effettuando i due amministratori delegati di Trenitalia e Rfi, le due società che compongono la holding Fs. Prima di dichiarare l’impossibilità di queste opzioni sarebbe opportuno che Chianella attendesse che venga presentato lo studio annunciato in una riunione congiunta tra varie istituzioni: Regione Umbria, Regione Lazio, sindaci, parlamentari e amministratori delegati di Trenitalia e Rfi. Riunione alla quale per l’Umbria era presente lo stesso Chianella. Viene il sospetto – afferma Ferranti – che la Regione voglia evitare di investire le risorse necessarie a far sì che anche il comprensorio ternano, e con esso anche quello viterbese e reatino, possa avere un collegamento ferroviario veloce verso il nord italia. È certo che con lo studio di fattibilità, Ferrovie dello Stato chiederà alle due regioni coinvolte di investire risorse per indennizzare almeno in parte i costi dell’ operazione. Quando avremo l’esito dello studio, sapremo come muoverci ufficialmente e se vi sarà un’opportunità per il ternano, stia certo l’assessore Chianella, farò sì che il consiglio comunale del capoluogo inchiodi la Regione Umbria alle proprie responsabilità ed investa le risorse necessarie a far sì che anche l’Umbria del sud progredisca da un punto di vista infrastrutturale e di trasporti, cosa necessaria dopo troppi anni di penalizzazioni a vantaggio esclusivo della provincia di Perugia».

Luca Simonetti

«Tante bufale da smontare»

Il M5s, si sa, non è propriamente favorevole all’opzione Orte. Ma per il capogruppo pentastellato al consiglio comunale di Terni, Luca Simonetti, ci sono anche diverse ‘bufale’ da smontare «dopo che la maggioranza di centrodestra in Comune ieri (sempre giovedì, ndR) si è sgolata per difendere le tesi dell’assessore della giunta Marini. È evidente – afferma Simonetti – che l’unica opzione, probabilmente la più gradita da Trenitalia, è l’arretramento del Frecciarossa che parte da Perugia. Per questo ho chiesto l’audizione di Trenitalia nella commissione competente. La soluzione Orte è la più difficile da percorrere: chi nel centrodestra ha affermato ‘bisogna essere concreti’, avrebbe solo dovuto ascoltare l’assessore per comprendere che Trenitalia è tecnicamente perplessa su questa opzione e la reputa non concreta. Inoltre non capiamo come migliorerebbe la qualità della vita dei ternani quando già hanno collegamenti con Roma che consentono di arrivare a Milano in 4 ore e 19 minuti. La battaglia Orte, al massimo sottrae tempo e risorse per altri tipi di problematiche, come quelle dei pendolari. Si dice poi che la salita di Giuncano sia proibitiva per i Frecciarossa: falso, i treni Fecciarossa 1000 hanno già percorso quella tratta nel 2017 in un evento organizzato per i bambini del cratere del terremoto in Vaticano». Sul fatto, poi, che la partenza del Frecciarossa da Perugia non si possa arretrare perché troppo ‘notturna’: «Per essere alle 8.30 a Milano, orario compatibile con le necessità di studenti, manager, lavoratori e turisti, a che ora si dovrebbe partire almeno che non si disponga di uno stargate? I tempi di percorrenza sono circa 4 ore e 30. Fate due conti e scoprite l’ovvio. Qualcuno ha detto che di notte si svolgono i lavori di manutenzione dei binari, come se in quella mezzora fosse impossibile programmare diversamente i lavori nella tratta che collega Terni a Perugia. È stato proposto di anticipare la partenza del Tacito per consentire di intercettare alcuni treni dell’alta velocità in Toscana. Ma di notte non c’erano i cantieri? Ma poi? Che tipo di tortura sarebbe? Roba da Amnesty International».

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