Terni, appalto pulizie: «Costretta alla fame»

Una lavoratrice dell’appalto comunale è passata da uno stipendio di circa 800 a 194 euro: «Troppe poche ore per avere gli assegni familiari». Trattativa: piccoli passi avanti

Condividi questo articolo su

Passare da circa 900 a 194 euro di stipendio, in un colpo solo, è qualcosa di insostenibile per chi deve mettere insieme il pranzo con la cena. Ancora di più se si hanno dei figli – due in questo caso – da mantenere e ai quali si vorrebbe garantire il necessario per poter studiare e condurre una vita il più possibile lontana dai problemi quotidiani. Una missione quasi impossibile.

Enormi difficoltà È ciò che è accaduto ad una delle lavoratrici transitate dalla Colser alla Punto Service, nell’appalto per la pulizia di tutta una serie di uffici e strutture del Comune di Terni. Una vicenda che se da un lato ha consentito all’ente di risparmiare – ma le conseguenze riguardano anche i servizi e la pulizia degli uffici -, dall’altro ha creato più di un problema alle lavoratrici che si sono viste tagliare il monte ore di circa il 60%, oggi costrette a ‘correre’ con il cronometro in mano da un palazzo all’altro. La vicenda era già finita nei mesi scorsi all’attenzione, oltre che dei sindacati, del consiglio comunale e del sindaco Di Girolamo.

Il racconto «Sono passata da 60 ore mensili, oltre agli straordinari che di tanto in tanto capitava di fare, a 28 ore – racconta la donna -. In questo stato di cose non ho più diritto agli assegni familiari che ad aprile ammontavano a 258 euro e poi, con la maggiore età di una delle mie due figlie, a circa 130 euro. Quindi da uno stipendio totale di circa 900 euro, ora mi ritrovo con una busta paga di 194 euro. Conseguenza del taglio delle ore e dei diritti che sono stati cancellati».

«Disperata» «Sinceramente – dice la donna – sono disperata e non so nemmeno come fare per acquistare i libri di scuola, come mandare avanti la mia famiglia. Mi hanno messa sul lastrico, senza contare che allo stipendio devo pure togliere i soldi per la benzina che spendo per andare a lavorare a Terni (la donna vive in una frazione del ternano, ndR). Così, dal giorno alla notte, mi sono ritrovata con uno stipendio da fame. E ora chi mi mantiene, chi ha contribuito a creare questa situazione?».

Passi avanti Intanto la trattativa sindacale presso la Direzione del lavoro, relativa al caso delle lavoratrici Punto Services impegnate nell’appalto del Comune di Terni, è andata avanti e ha fatto registrare alcuni piccoli passi avanti. Ad esempio – è l’esito dell’incontro che si è tenuto lunedì – il ripristino degli scatti di anzianità maturati prima del cambio di appalto, il rimborso delle spese sostenute per effettuare spostamenti durante le ore di lavoro, l’incremento del compenso da 6,85 a 7,15 euro l’ora. Anche se le speranze, e qui il Comune dovrà dire la sua, sono riposte al momento in cui – a gennaio – si dovrà fare il punto sull’appalto e l’ente dovrà decidere che tipo di servizio avere a disposizione.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli