Terni, ‘Area di crisi’: «Dobbiamo correre»

Lo ha detto venerdì mattina la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, all’assemblea di Confindustria

Condividi questo articolo su

«Nel territorio dell’area complessa di Terni-Narni, che ha tra i suoi punti di forza quello di essere uno dei territori a maggior vocazione manifatturiera a livello nazionale, ci sono le competenze, le risorse, le volontà per cogliere la sfida altissima che ci offre questo strumento per riaprire una nuova fase di sviluppo, competitività e crescita dell’occupazione». Lo ha detto la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo venerdì all’assemblea delle aziende della sezione territoriale di Terni di Confindustria incentrata sulle «opportunità e responsabilità» per le imprese, come ha sottolineato il presidente Giammarco Urbani, derivanti dal riconoscimento dello status da parte del governo.

La collaborazione «Le imprese di Confindustria – ha specificato il presidente Urbani – non intendono sottrarsi al loro ruolo di collaborazione con le istituzioni per individuare le vie di sviluppo di quest’area in cui operano oltre duecento imprese e sedici multinazionali, per il bene delle imprese stesse e del territorio». E la presidente Marini ha ribadito che «l’alleanza fra istituzioni e imprese è strategica per costruire quelle nuove prospettive di crescita su medio e lungo periodo che lo strumento dell’area di crisi complessa mette a disposizione non attraverso una somma di incentivi a supporto degli investimenti delle imprese, ma con un approccio di sistema e la possibilità di cumulare ai finanziamenti regionali e nazionali ‘tradizionali’, quali quelli della legge 181/89, gli strumenti e le risorse del Piano nazionale Industria 4.0, in grado di favorire gli investimenti per l’innovazione e la competitività, in una fase in cui a livello nazionale si è tornati convintamente a sostenere le politiche industriali».

I players Occorre partire, ha proseguito Marini, «dai punti di forza e da quelli distintivi di questa area, a cominciare dalla presenza del manifatturiero che ‘pesa’ per circa il 40 per cento, il doppio rispetto alla media nazionale, con settori trainanti la siderurgia e la chimica. La caratterizzazione dell’area e la strumentazione che attiviamo sono il valore aggiunto su cui costruire il piano di riconversione e riqualificazione. Questo territorio, inoltre, si caratterizza per la forte presenza di imprese a capitale estero o multinazionali, strategiche anche per le piccole imprese».

L’ambiente La presidente Marini si è soffermata anche sugli assi portanti per lo sviluppo, a partire dalla siderurgia: le cui imprese «distribuiscono redditi che ricadono su circa 20mila persone» con la Regione «impegnata ad attivare strumento di sostegno agli investimenti sulle tematiche dell’efficienza energetica, della sostenibilità ambientale dei processi produttivi, per la realizzazione di infrastrutture e a favorire investimenti innovativi per la qualificazione dell’indotto. Gli investimenti per la sostenibilità ambientale e per l’innovazione saranno il filo conduttore per il futuro di questo territorio e tra gli attori di questo percorso di crescita e occupazione dovrà esserci anche l’Università, centrale per alcuni investimenti strategici e per la riallocazione del bacino dei lavoratori che non necessariamente dispongono delle competenze necessarie».

I tempi A giugno, secondo quanto indicato dal rappresentante del Mise Marco Calabrò, è prevista la ‘call’ per la presentazione di manifestazioni di interesse ad investire nell’area di crisi complessa. Una prima tappa, alla quale si dovrà arrivare «con progetti cantierabili e concreti», per arrivare poi al definitivo Progetto di riconversione e riqualificazione industriale e alla firma dell’Accordo di programma, con la pubblicazione dei primi bandi entro l’anno. «Dobbiamo lavorare e correre – ha detto la presidente Marini – raccogliendo tutte le istanze del territorio. La Regione, in stretta collaborazione con Invitalia e attraverso Sviluppumbria, svolgerà un ruolo di animazione territoriale e promozione; inoltre, ferme restando le leggi in vigore, valuterà la possibilità di creare un percorso amministrativo dedicato per semplificare e accompagnare l’attuazione degli interventi».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli