Terni, ‘Area di crisi’: «Utilizzarla bene»

Bilancio 2016 e obiettivi per l’anno in entrata per la Cgil: «Molteplici criticità. Emergenze infortuni, sicurezza, ‘Over’ 50, occupazione femminile e povertà»

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di S.F.

«Crisi in molti comparti, Novelli su tutti, in un anno che di certo non è stato tra i migliori. Speriamo, per il 2017, che il riconoscimento dell’Area di crisi complessa possa offrire risposte e opportunità su cui ripensare a costruire il sistema industriale ternano». In estrema sintesi è il bilancio 2016, accompagnato da speranze e aspettative per quello in entrata, del segretario generale della Cgil di Terni, Attilio Romanelli: focus su lavoro, infortuni, sicurezza, povertà, disagio giovanile, ‘Over’ 50, occupazione femminile, Comune, cooperative e stampa. Il denominatore comune è che lo scenario è tutt’altro che roseo.

PARLA ATTILIO ROMANELLI, VIDEO

Mauro Bottinelli

Mauro Bottinelli

Iscrizioni, rappresentanze e certificazioni Ad aprire l’analisi del bilancio 2016 è stato Mauro Bottinelli, da maggio membro della segreteria provinciale (nonché responsabile dell’organizzazione), che ha riepilogato in forma breve i numeri della Cgil ternana: 28 mila e 326 iscritti al 30 novembre (-10% rispetto al 2008, cambio di trend dal 2015 con segno più), 25 sedi territoriali (9 nei piccoli comuni, 7 a Terni, 5 ad Orvieto e 2 ad Amelia e Narni) e rappresentanza in aumento nella scuola (Flc), trasporti (Filt) e settore servizi e della cooperazione (Filcams e Fp). «Abbiamo fatto – ha spiegato in merito – lo sforzo di mantenere le piccole sedi aperte per venire incontro soprattutto alle persone – tramite l’Auser, che fa salire il numero dei coinvolti in Cgil oltre le 30 mila unità –  più anziane. Siamo in ripresa per quel che riguarda il tesseramento e avremo una certificazione chiara di Rsu e Rsa (aderenti al testo unico sulla rappresentanza) di ogni sigla sindacale grazie all’insediamento del Comitato dei garanti presso la direzione territoriale del lavoro. Il tutto ruota intorno all’obiettivo di rendere il più trasparente possibile l’elenco degli iscritti, attivi o meno». Si passa poi al lavoro – 82 mila circa gli occupati nella provincia ternana, 60 mila i pensionati – e di aspetti negativi ce ne sono a iosa. Non prima di aver ricordato che c’è una «crisi totale nel tessile orvietano, con un crollo del tessuto produttivo». A rimetterci, su tutti, la forza lavoro femminile.

Attilio Romanelli

Attilio Romanelli

Infortuni, sicurezza, attacchi e sensibilità Bottinelli lancia il discorso, Romanelli lo prosegue. Si parte da un dato Inail che fa riferimento al periodo gennaio-ottobre 2016: nella provincia ternana si registrano 131 denunce d’infortunio in più rispetto al 2015. «Occorre spingere sul tema della sicurezza – ha esordito il segretario -, credo che ci sia bisogno di riflettere e agire». Non manca una frecciatina alle istituzioni locali: «È stato firmato un protocollo di sicurezza senza i rappresentanti dei lavoratori, è imbarazzante che sia accaduto: gli organi dello Stato hanno tagliato fuori una parte fondamentale del discorso, è un errore gravissimo. Pensiamo che denoti una ridotta sensibilità politico-culturale di chi ha gestito il tutto».

Povertà, isolamento e recupero urbano Cambio argomento, non del tono: «La povertà investe un’ampia fascia della popolazione. Abbiamo circa 60 mila pensionati nel territorio, seppur il dato non sia recente, e la loro situazione è drammatica perché non possono ‘governare’ la propria vita in queste condizioni: avevamo chiesto l’utilizzazione dei fondi a disposizione dei Comuni – 50 milioni, specifica Romanelli – per il recupero urbano destinato alla costruzione di alloggi e luoghi per le persone più disagiate, così da essere collocati all’interno di un’area urbana e non isolati in una casa d’accoglienza. Un nostro punto strategico e chiediamo alle istituzioni pubbliche e all’Ater un salto di qualità, un approccio e una modalità d’intervento diversi rispetto al passato».

Giovani, disoccupazione e ‘Over’ 50 Sul disagio degli ‘Under’ Romanelli sottolinea che «il 53% dei giovani della provincia non lavora e, al di là delle pessime battute del Ministro Poletti, credo che sarebbe opportuno affrontare il tema con un atteggiamento non invitante ad andarsene, ma a costruire qui». Dagli ‘Under’ agli ‘Over’ 50: «Un ‘maremagnum’. Ci sono persone disperate e che vivono in assoluto isolamento, i numeri fanno venire i brividi: in molti vengono a chiederci aiuto e non siamo nelle condizioni di farlo, perché parte tutto dal sistema. La parziale risposta riguarda il prolungamento degli ammortizzatori sociali grazie al provvedimento che nasce con l’Area di crisi complessa».

Romanelli e Bottinelli

Romanelli e Bottinelli

Convenzione bocciata Alla Cgil non piace la nuova convenzione tra Briccialdi e Comune: «Quanto deciso ci preoccupa, perché non risponde alle esigenze dell’istituto. C’è una riduzione dei fondi che non dà garanzie per la permanenza: operazione che evidenzia una criticità, al quale si risponde solo con la statalizzazione. I parlamentari umbri agiscano in merito».

Crisi Novelli, fallimento e donne Discorso a parte per la vertenza in atto – in giornata nuovo incontro al Mise – per la Novelli. Romanelli chiede che «il governo promuova la Prodi-bis nei loro confronti, questo tergiversare tra la famiglia, il CdA e le organizzazioni sindacali sta portando al fallimento, che avrebbe delle ripercussioni rilevanti negative per il territorio ternano; c’è un problema di sostegno verso questo comparto, la Prodi-bis consentirebbe un’operazione di tutela prima del fallimento». Male il lavoro, tutto. Specie in riferimento, prosegue Romanelli, «dell’occupazione femminile, è la più penalizzata del territorio. In determinati comparti, tra i quali quello della cooperazione, rischia di registrare dei segnali devastanti: per il 2017 dovremo costruire una ‘diga’. Anche Ast, magari, potrebbe fare un passo in avanti su questo fronte. In definitiva occorre superare alcune barriere intellettuali in merito».

Attilio Romanelli

Attilio Romanelli

Eskigel, Sangemini, Alcantara, Ast, edilizia Quando si tratta di individuare i comparti più in difficoltà, ecco un approfondimento sull’agroalimentare: «Oltre alla Novelli ci sono anche Eskigel (precariato femminile) e Sangemini: nel primo caso si sta cercando di ricostruire un percorso, i rappresentanti sindacali non sono visti benissimo. Nel secondo caso, per il proprietario, va tutto bene, ma ci risulta che i magazzini siano pieni». Accenno – extra agroalimentare – all’«Alcantara che sta crescendo, mentre sono da chiarire le vicende del polo chimico ternano». In quanto alla ThyssenKrupp, Romanelli spera «che svolga un ruolo propulsore nel contesto dell’Area di crisi complessa». Usa invece la parola disperazione per descrivere la situazione dell’edilizia: «60% in meno di occupati. Vorremmo sapere di più in merito alle concessioni date in questo ambito, dove i voucher sono ben ‘definiti’».

Comune e cooperative Il caos scoppiato di recente a palazzo Spada è un altro degli argomenti presi in considerazione dalla Cgil: «Indice di notevole preoccupazione, ma non per le sorti individuali, ma per lo stato generale dei lavoratori e delle lavoratrici del movimento cooperativo: è ingiusto mettere tutti sullo stesso piano e associarli alle forme di degenerazioni imprenditoriali, se ci sono stati. Va tutto dimostrato. Chi ci lavora non può essere coinvolto: il tentativo, da ciò che sto capendo, è quello di confondere le acque. Ci sarebbe da discutere molto sui trattamenti economici in questo ambito».

L’iniziativa referendaria E legandosi al discorso del Comune, Romanelli ribadisce che la Cgil «è impegnata in un’iniziativa refendaria che prevede la reintroduzione dell’articolo 18 anche al di sotto dei 15 dipendenti, il tema dei voucher (Umbria tra le Regioni con primato negativo, è lavoro in nero, aggiunge in merito) e l’azione solidale in tema di appalti». In tal senso il segretario ricorda la vertenza Ast sul destino dei lavoratori delle ditte terze in appalto: «Confindustria e ThyssenKrupp ci dissero che della loro sorte non gli interessava, perché erano fenomeni che non riguardavano l’azienda appaltante. Crediamo invece che anche questi lavoratori debbano avere dignità e rispetto dei diritti per la loro sopravvivenza, il mondo della cooperazione è fortemente coinvolto». Breve spunto sul codice per gli appalti: «Sia nel settore pubblico che privato, per rendere trasparente il rapporto tra una stazione appaltante e l’appaltatore per mettere fine a ogni discrimazione e offesa prodotta. In passato, con la logica del massimo ribasso, si sono affidati lavori con sconti del 45%: continuamo a denunciarli, perché si manomette il processo di affidamento».

La stampa Tutti – o quasi – in crisi, stampa compresa. E allora Romanelli ne parla al volo: «Altro campanello d’allarme – parla nello specifico del caso Umbria Uno. Non mi sembra una situazione vivace: la società, in questo modo, indebolisce i propri livelli di rappresentanza e democrazia, questo ci dispiace. Oltre a regredire sul piano culturale».

Area di crisi complessa e documenti In conclusione Romanelli ci tiene a precisare che «stiamo lavorando ad un documento con le nostre proposte, con l’obiettivo di escludere da subito l’ipotesi che qualche imprenditore pensi di poter tappare i buchi della sua azienda sfruttando i soldi pubblici. Serve invece un progetto di ampio respiro, che tenga insieme anche un ragionamento sulle aree interne della nostra provincia (Orvieto e la Valnerina), che possono contare su altre risorse importanti».

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