Terni, arrivano i ‘facilitatori’ del M5s

Terni: il ministro e vicepremier Luigi Di Maio in città venerdì pomeriggio. Auto-analisi collettiva con ben 102 interventi di militanti al Garden

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Il ministro dello sviluppo economico e vicepremier Luigi Di Maio (M5s) è intervenuto venerdì pomeriggio a Terni all’iniziativa organizzata dal Movimento 5 Stelle all’hotel Garden. Un momento di confronto – fra i primi a livello nazionale – incentrato, più che sulle dinamiche politiche e l’attualità, sulla riorganizzazione interna dei pentastellati in una fase decisiva per il futuro del Movimento. Tanto che sono previsti gli interventi di decine di persone che si sono registrate, prima dei lavori, per dire la propria sulla situazione e le prospettive del M5s. Un’occasione ‘interna’, per certi versi ‘blindata’, prima della quale il ministro Di Maio ha comunque rilasciato alcune dichiarazioni: su Europa, tasse, Governo, vertenze ed anche sull’Umbria e Terni. Dallo scandalo sanità («togliere alla politica regionale la possibilità di nominare i vertici degli ospedali») e Acciai Speciali Terni («tema che al ministero seguiamo con la massima attenzione»).

‘Repulisti’ in vista

Fra i temi anche l’esigenza di un ‘repulisti’ interno al Movimento. «Abbiamo centinaia di segnalazioni dai territori su personaggi che vanno allontanati e devono essere ancora eseguite – ha detto Di Maio ai ‘suoi’ -. Per questo i nuovi probiviri non avranno doppi incarichi e potranno ‘smaltire’ le richieste di espulsione. Chi non sa stare nel Movimento o ha cattive intenzioni, va allontanato». Sul coordinamento con i territori: «Nel tempo sono nati gruppi mal organizzati, scissioni, conflitti. Con una cosa non avevamo fatto i conti: l’animo umano. L’attivismo territoriale non può cessare quando eleggiamo qualcuno. Il Movimento deve camminare al di là delle istituzioni. Abbiamo obiettivi ad esempio su ambiente, trasporto e sanità: non dobbiamo raggiungerli solo se ci sono degli eletti. Perché la nostra più grande risorsa devono restare le persone sui territori». Al centro del lungo confronto con la base ternana, anche i rapporti con Acea, l’apertura alle realtà civiche e l’individuazione di una figura di raccordo con i vertici nazionali del M5s.

I ‘facilitatori regionali’ e la stoccata a Salvini

Al termine dei numerosi interventi di militanti ed eletti – ben 102 -, a Di Maio il compito di tirare le fila – «Tutto quello che avete lamentato oggi è il motivo per cui ci siamo visti. Creare un meccanismo per cui queste disfunzioni non esistano più» ha detto -, e spiegare le mosse per il futuro, a partire dall’individuazione di «facilitatori regionali». Tre i loro obiettivi: fare formazione e coinvolgere nuove attivisti, individuare la mission, gestire le liste da certificare e le segnalazioni. «Siamo qui – ha sottolineato il vicepremier – per creare quella struttura che faciliti anche il dialogo tra i consiglieri comunali e il capo politico del movimento». Tra i compiti del facilitatore quello di incontrare almeno una volta al mese le persone intenzionate ad entrare, un’altra volta al mese fare formazione a tutti gli iscritti, attivisti, consiglieri. «Se non abbiamo un referente regionale che ci dica dove possiamo vincere, meglio non presentarsi in alcuni comuni che fare una pessima figura» ha continuato Di Maio. Poi il tema delle sedi fisiche: «Creare un solo luogo virtuale su Rousseau, non significa che non ci si vede dal vivo». Da parte di Di Maio non è mancata l’autocritica – «Il movimento oggi lo vedo come una persona che invece che sapere dove sta andando sta girando su se stessa» è stata un’altra sua considerazione – ma neanche l’attacco all’alleato Salvini. «Molti di voi mi dicono come mai quello sta in ogni comune e tu non ci sei mai? Poi abbiamo scoperto che usava gli aerei di Stato, io non li uso. Questa roba qua però non può essere il nostro modello di riferimento, se qualcuno pensa che dobbiamo iniziare a fare i voti con quella roba là, lo abbiamo lì ucciso il movimento. Per me invece è vivo e vegeto».

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