Terni, Ast: «Serve tavolo con vertici Tk»

Il senatore Leonardo Grimani: «Positivo il confronto al Mise del 13 settembre, ma son servono intermediari: vertici Tk e Di Maio devono esserci»

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di Leonardo Grimani
senatore del Partito Democratico e sindaco di San Gemini

Leonardo Grimani

La convocazione da parte del Ministero dello Sviluppo Economico di un tavolo di confronto per la vicenda Acciai Speciali Terni per il prossimo 13 settembre è da interpretarsi positivamente, ma è necessario che il Governo nazionale – anche alla luce delle convergenze emerse nell’ultimo incontro in Regione – si renda disponibile ad un confronto con la proprietà Thyssenkrupp, al fine di individuare le politiche industriali più idonee a consolidare e sviluppare il settore siderurgico in Italia ed in Umbria, a partire dalle specifiche caratteristiche produttive del sito di Terni, nel quale si collocano competenze e specificità tecnologiche relative agli acciai speciali che lo rendono una delle eccellenze nazionali.

Thyssenkrupp ha confermato anche nel rapporto finanziario dell’ultimo trimestre che il sito di Terni non è più considerato asset strategico ma che continua a produrre utili di alto livello. Non siamo quindi di fronte ad una azienda in crisi bensì ad un sito di eccellenza che tuttavia non rientra nel progetto di joint venture recentemente siglato dalla multinazionale con Tata Steel ed è stato messa sul mercato.

I corretti interlocutori per il tavolo del Mise non sono quindi l’ad di Ast Burelli e il responsabile delle vertenze per le aziende in crisi Castano, ma i massimi vertici di Thyssenkrupp ed il ministro Di Maio in persona. Allo stesso tempo, è importante che il Governo prenda atto di come in un mercato ristretto come quello siderurgico, il sito di Terni è fondamentale non solo per il tessuto economico di un territorio in crisi come quello nel quale insiste ma per l’economia dell’intero paese. Lasciare che perda di competitività significherebbe assestare un altro duro colpo alla crescita economica nazionale e l’Italia non può permetterselo.

Soltanto un confronto con i diretti interessati, senza intermediari, permette di individuare acquirenti che possano fornire quelle garanzie di carattere produttivo, economico e commerciale necessarie alla tenuta occupazionale ed allo sviluppo del comparto. Sollecito pertanto il Governo ad intervenire in prima persona ed altresì assumere il ruolo di garante affinché nelle trattative di vendita vengano privilegiati interlocutori industriali a vocazione internazionale.

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