Terni, bimba aggredita: parla la mamma

«Forse inconsapevolmente, ma quel simbolo non gli piaceva. Spero facciano pace»

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di F.T.

«Giovedì io e mia figlia eravamo fuori dalla scuola, erano appena finite le lezioni. Questo ragazzino si è intrufolato fra noi due e con il gomito le ha dato un colpo secco alla schiena. Lei è caduta e non respirava bene e a quel punto ha provato a strapparle il crocifisso d’oro che ha al collo. Che cosa ha detto in quel momento? Parlava nella sua lingua e non si capiva, anche se a un certo punto si è rivolto a me dicendomi ‘non mi trattenere’. Io ho provato a fermarlo ma poi mi sono dedicata a mia figlia che non stava bene. Sono entrata a scuola e ho chiamato il 118».

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La testimonianza A parlare è la madre della 12enne colpita fuori dalla scuola da un compagno di classe di origini senegalesi. «Cosa ci fa pensare che tutto quello che è successo, anche nei giorni precedenti, sia da ricollegare al crocifisso che lei ha al collo? Nostra figlia ci ha raccontato che lui non sopportava quel simbolo. In classe ce ne sono due e lui li indicava e poi faceva sempre di ‘no’ con il dito. Altre volte le aveva detto che doveva togliersi quella catenina, facendole capire che non le piaceva».

LA PRESIDE: «RELIGIONE NON C’ENTRA»

I ‘precedenti’ Attraverso la madre, la ragazza ha riferito di aver subito altre situazioni spiacevoli nei giorni precedenti. Un pugno in faccia in biblioteca il 4 maggio – con il ragazzino poi sgridato dalla docente di religione – e altri episodi che sembrano più simili a cose che possono accadere fra compagni di classe: lanci di palline di carta stagnola, penne spezzate e così via. Ma meno gravi dell’episodio poi accaduto giovedì.

Il perché Gesti violenti a parte, che restano comunque gravi ancorché da contestualizzare, il nocciolo della questione ruota attorno alla reale volontà del ragazzino di prendere di mira la compagna di classe – «ma anche altri alunni», aggiunge la madre – per il suo crocifisso: «Non so cosa possa avere in testa di preciso quel bambino – spiega la donna -. È vero, certi episodi in una scuola possano capitare. Abbiamo provato a risolvere il tutto con la preside e gli insegnanti e ci è stato detto che questo comportamento un po’ aggressivo, forse era il suo modo per socializzare ed esprimersi. Noi chiediamo che venga tenuto in qualche modo a freno, ma ci sembra normale. Siamo un po’ amareggiati».

Classe multietnica «I familiari del ragazzo non li conosco – afferma la madre -. So solo che lui è arrivato in Italia da poco. Non so di che religione siano. Io sono cattolica sì (e mostra il suo crocifisso ndR), credente ma come molti. Se a colpirla fosse stato un ragazzino italiano, mi sarei arrabbiata lo stesso, è ovvio». La classe frequentata dai due giovanissimi è formata da 25 alunni di cui cinque di nazionalità straniera. «Finora non c’era mai stato il minimo problema – spiega – e la situazione è sempre stata tranquilla. È la prima volta che accade una cosa del genere»

Prese in giro? I ragazzini, si sa, sanno essere crudeli. E il fatto che l’alunno senegalese soffra di un piccolo difetto di deambulazione, potrebbe aver portato a qualche presa in giro non sempre simpatica. «Escludo però che possano esserci state cose del genere da parte di mia figlia – afferma la donna -. So che spesso i compagni di classe ridevano per alcune cose che faceva, come togliersi le scarpe in classe o perché iniziava a cantare. Ma non credo fosse diventato un bersaglio».

Denuncia «No, non l’abbiamo sporta ma siamo stati sentiti, quello sì. Credo procedano d’ufficio i carabinieri. Noi speriamo che la cosa si ricomponga in qualche modo. Che venga chiarita e torni un po’ di pace. Cosa dice mia figlia? Che se lui si scusa, è disposta a perdonarlo. E noi faremo il possibile perché ciò avvenga».

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