Terni Biomassa: «Comune non vieta»

A dirlo, nel verbale della conferenza dei servizi, è la Regione a cui spetta la decisione: «Il documento prodotto dal Sindaco non contiene l’esplicita prescrizione di divieto di attivazione dell’impianto»

Condividi questo articolo su

La faccenda rischia di complicarsi. Perché proprio il verbale conclusivo della conferenza dei servizi che si è svolta nei giorni scorsi, e che umbriaOn è in grado di mostrare, potrebbe rinfocolare la polemica.

Le posizioni La giornata di giovedì, infatti, aveva fatto registrare – l’ennesimo – botta e risposta registrato sulla possibile riaccensione dell’impianto di Terni Biomassa: con il comitato ‘No Inceneritori’ che aveva accusato il sindaco: «Non afferma un no chiaro e deciso. Tale ambiguità quindi dà alla regione un margine di manovra abbastanza ampio». E con la replica di Leopoldo Di Girolamo, che aveva respinto le accuse al mittente: «Sostenere che il Comune ha dato pareri ambigui per lasciare margini di manovra alla Regione è una menzogna, un modo di fare di chi sa solo polemizzare, attaccare le istituzioni a tutti i costi, anche quando queste si muovono in perfetta sintonia con la propria comunità». Ma adesso il documento fa chiarezza.

Nuovi dubbi sull’inceneritore

Frasi pesanti La Regione dell’Umbria, infatti, ha fatto mettere a verbale che «il documento prodotto dal Sindaco non contiene ancora le prescrizioni previste, ivi compresa l’esplicita prescrizione di divieto di attivazione dell’impianto ovvero prosecuzione dell’esercizio (ancorché com il titolo autorizzativo vigente)» e poi che il motivo del contendere – siccome la conferenza dei servizi era chiamata a discutere di quello – «si riferisce ad un impianto esistente, già autorizzato ad esercire e sul quale non risultano ordinanze prescrittive né altri divieti in forza di poteri sanitari. Per tali impianti l’autorità competente ha espressamente l’obbligo di rilasciare l’autorizzazione integrata ambientale». Ma non solo. Perché la Regione ha anche fatto scrivere sul verbale che «l’accoglimento dell’istanza del Sindaco in ordine al non rilascio dell’AIA, e quindi alla sospensione del relativo procedimento, pur nelle more di “un’indagine epidemiologica sulla popolazione interessata dall’impianto di termovalorizzazione” onde consentire all’autorità sanitaria di pervenire alle conseguenti prescrizioni, produrrebbe l’effetto di mantenere valido, nel frattempo, il vigente titolo autorizzativo, di minore tutela ambientale rispetto all’A.I.A., e quindi in difformità con lo stesso principio di precauzione».

IL VERBALE DELLA CONFERENZA DEI SERVIZI

La sentenza Tanto che, sempre nel verbale conclusivo della conferenza dei servizi, c’è già la sentenza bella e pronta: «Per i motivi sopra richiamati, l’autorità procedente ritiene che non possa trovare accoglimento l’istanza del Sindaco e quindi che non possa essere interrotto l’iter procedimentale per il rilascio dell’autorizzazione intekata ambientale». Al comitato ‘No Inceneritori’ – probabilmente – non resta che avviare la raccolta di fondi per pagarsi il ricorso al Tar.

Crescimbeni «Il Comune se ne lava le mani, eccependo la mancanza di dati e l’aggiornamento in corso di quelli esistenti, e dice di non essere in grado di esprimere un parere definitivo. La ‘patata bollente’ – dice il consigliere comunale Paolo Crescimbeni’ (Gruppo misto) –  nelle intenzioni del sindaco passerebbe così alla Regione. Ma non è così. Il rappresentante della Regione afferma che il documento prodotto dal sindaco non contiene l’esplicita prescrizione di divieto di attivazione dell’impianto e, trattandosi di impianto già esistente, nelle more permangono le precedenti autorizzazioni. Il no chiaro lo dice il sindaco sulla stampa locale, ma lo stesso nocon le giuste argomentazioni e gli espressi divieti non appaiono nel documento trasmesso a Perugia. I dati esistenti sullo stato di salute dell’aria e dei cittadini che il sindaco vorrebbe ancora implementare non sono, sindaco, già più che sufficienti per uno sbarramento senza se e senza ma? Coraggio sindaco e giunta, per quel che ne rimane».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli