Terni Biomassa diventa ‘caso’ politico

Le prese di posizione dopo le critiche della presidente della Regione Catiuscia Marini al sindaco Leopoldo Di Girolamo

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«Senza se, senza ma, senza sì, senza nì, senza no alla ricerca di facili consenso. La nostra parola su Terni Biomassa è una sola: contrari, perché va a inserirsi in un contesto già ambientalmente gravato. La mia Amministrazione Comunale farà ricorso al Tar. Noi siamo di parola. Agli altri le strumentalizzazioni, le bugie, le accuse prive di ogni fondamento. Per difendere Terni la prima cosa è essere seri». Parole testuali, scritte dal sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, sul suo profilo Facebook.

Il ricorso Di fatto, quindi, Di Girolamo annuncia di aver rotto gli indugi e di aver fatto un passo avanti, rispetto a quanto annunciato nella giornata di giovedì, dopo che la Regione ha ufficializzato la concessione dell’Aia (l’autorizzazione integrata ambientale) all’impianto di Maratta, quando si era ancora nella ‘fase di studio’. Il ricorso al Tar da parte del Comune, insomma, adesso è ufficiale.

Marini bacchetta La presidente della Regione, Catiuscia Marini, non l’ha presa per niente bene: «Con le nuove prescrizioni si abbassano del 70% le emissioni – ha detto – e con lo studio ad ampio raggio che sarà svolto avremo un quadro complessivo sull’intero sistema territoriale e non solo su un impianto, ma se il sindaco decide per il ricorso avrà i suoi motivi. Peraltro – è la stoccata della presidente – Comune e Provincia di Terni avrebbero potuto agire in maniera più incisiva già in passato, nella Conferenza dei servizi che li vedeva protagonisti». 

LA PRESA DI POSIZIONE DI CATIUSCIA MARINI 

Legambiente Altro ricorso certo, peraltro, è quello già da tempo annunciato dal comitato ‘No Inceneritori’, che sabato pomeriggio darà vita all’ennesima manifestazione di protesta – l’appuntamento è alle 15,30 in piazza della Rivoluzione francese – alla quale parteciperà anche Legambiente: «Saremo in piazza insieme ai tanti cittadini di Terni e ai comitati – dice Gianni Di Mattia, responsabile territorio di Legambiente Umbria – per ribadire la nostra contrarietà agli inceneritori e chiedere un piano strategico di bonifica e risanamento ambientale in tutta la conca ternana. E’ inaccettabile che i cittadini debbano continuare a difendersi per il loro diritto alla salute, al lavoro, alla qualità della vita. Occorre che la politica si riappropri della governance del territorio, a cominciare da quello del ciclo dei rifiuti, decretando lo stop definitivo all’incenerimento dei rifiuti, aumentando i costi di smaltimento in discarica, per non renderla più conveniente e costruendo impianti di riciclo. Occorrono autorizzazioni integrate ambientali sempre più severe per i siti produttivi, controlli rigorosi ed un’informazione trasparente accessibile a tutti. Occorre maggior impegno da parte del mondo imprenditoriale umbro, basta processi produttivi obsoleti, inquinanti e che compromettono territorio e risorse».

Il Movimento 5 Stelle di Terni «La Marini scarica Di Girolamo confermando totalmente la nostra tesi: il Sindaco non ha esercitato le sue funzioni in sede di conferenza dei servizi», questo il commento di Thomas De Luca, capogruppo M5S Terni. «È stata la stessa presidente ai microfoni di umbriaOn ad affermare riguardo Terni Biomassa che ‘Comune e Provincia di Terni avrebbero potuto agire in maniera più incisiva già in passato, nella Conferenza dei servizi che li vedeva protagonisti’».

Cosa avrebbe dovuto fare Di Girolamo secondo De Luca? «Il Regio decreto n°1265 del 27 luglio 1934 è la legge ancora in vigore che norma e attribuisce i poteri dei sindaci in ambito sanitario. L’art.216 afferma che ‘Chiunque intende attivare una fabbrica o manifattura, compresa nel sopra indicato elenco, deve quindici giorni prima darne avviso per iscritto al podestà (Sindaco), il quale, quando lo ritenga necessario nell’interesse della salute pubblica, può vietarne la attivazione o subordinarla a determinate cautele’. Il Sindaco conosceva dal 7 marzo 2012 i risultati dello Studio Sentieri. Il 20 giugno 2014 l’Istituto superiore di sanità, nella veste del direttore del Dipartimento di epidemiologia ambientale, dottor Pietro Comba, scriveva al sindaco per offrire la propria collaborazione, offerta a cui lo stesso non ha mai risposto. Lo Studio afferma nelle sue conclusioni che a Terni sono stati registrati ‘eccessi nei ricoveri per le malattie respiratorie di interesse a priori per le esposizioni ambientali presenti nell’area’, in parole povere 3291 ricoveri in più rispetto alla media nel periodo 2005-2010».

Cosa ha fatto Di Girolamo secondo il capogruppo? «Il sindaco non ha espresso parere contrario all’avvio dell’impianto. Ha dichiarato di essere contrario esprimendo una semplice opinione, affermando che non vi erano ‘le condizioni per dettare le prescrizioni di cui all’art 217 del Regio Decreto 1265/34 funzionali alla adozione del provvedimento Aia’. Il sindaco quindi ha messo da parte la legge, non ha espresso un parere contrario ai sensi dell’art.216-217 così come avrebbe dovuto fare. Sopratutto in maniera del tutto inspiegabile non ha nominato lo Studio Sentieri unico studio epidemiologico scientifico mai svolto sulla conca ternana. Ha quindi abdicato alle proprie prerogative sindacali determinando senza alcun dubbio il rilascio dell’autorizzazione».

Nervosismo Per De Luca «questi sono fatti, dati e riferimenti incontrovertibili. Non ci stupisce il nervosismo che trapela il sindaco nel veder rappresentata la verità dei fatti confermata anche dalla presidente della Regione Catiuscia Marini. Ha avuto due anni di credito da parte della città, due anni dal 21 gennaio del 2015, data del consiglio straordinario sull’ambiente, a cui fu impedita la partecipazione dei cittadini. Domani 25 marzo 2017 la città scenderà in piazza per riprendersi ciò che suo: il diritto inalienabile a respirare ed a vivere».

Andrea Liberati (M5S) «Non sanno più come trovare modi nuovi per disgustare i cittadini con sterili teatrini», interviene il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Andrea Liberati. «Oggi i due padroncini dell’Umbria, Catiuscia e Leo, hanno messo in piazza una sceneggiata degna di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, tra accuse reciproche, guarda caso giunte molto tardivamente, dopo un’afonia politica durata anni, una condotta assai comoda soltanto per la multinazionale, che infatti, al momento, ha ottenuto quel che voleva». Liberati evidenzia che «anche grazie alle scenette odierne, si comprende bene come in Umbria si sia ormai prossimi alla schizofrenia istituzionale. Se non ci fosse di mezzo la nostra salute, sarebbe da ridere, ma purtroppo quel che emerge è l’ennesima mortificazione delle comunità. Da ‘Tozzi Holding’, invece, applausi a scena aperta e grasse risate».

La Lega Nord «Il rilascio dell’Aia all’inceneritore di Terni Biomassa e quindi la possibilità di continuare a bruciare per altri 10 anni, seppur in assenza di studi epidemiologici approfonditi, ci trova in totale disaccordo», sottolinea il capogruppo della Lega Nord in Regione Emanuele Fiorini, spiegando che «di battaglie per evitare tutto questo ne abbiamo fatto molte. Dall’occupazione dell’aula in consiglio regionale, alle richieste di audizione dell’assessore Fernanda Cecchini, del sindaco Leopoldo Di Girolamo, di Arpa e Usl, fino all’esposto al prefetto e agli organi competenti, la partecipazione ad iniziative pubbliche, interventi sulla stampa ed altro ancora. Tutto ciò anche con lo scopo di risvegliare il mondo politico e di far tornare la città, in tutte le sue anime, a parlare del tema inceneritore, strettamente collegato con il tema dell’ambiente, dell’inquinamento e della salute, creando coesione sociale».

La battaglia Fiorini ricorda che «dal 2015, dopo le ultime elezioni regionali, il Partito Democratico si è trovato di fronte una vera opposizione che con tutti i suoi mezzi ha cercato di portare alla luce un problema, affrontarlo e, allo stesso tempo, suggerire soluzioni. Ci spiace che qualcuno non abbia capito e non abbia partecipato alle nostre battaglie dimostrando inerzia, immobilismo, superficialità. Noi che sotto la maglia della Lega abbiamo sempre messo quella dell’onestà, della trasparenza, della vera opposizione, notando che, al di là di sterili polemiche da bar, qualcuno, invece, non ha mosso un dito. A breve, grazie alle nostre battaglie, partiranno studi epidemiologici approfonditi ed almeno questo è un primo risultato. Abbiamo chiesto di interrompere l’attività degli inceneritori in attesa delle analisi, ma anche in questo caso, non siamo stati ascoltati. La nostra battaglia non si ferma qui».

«Non ci fermiamo» Il consigliere di opposizione annuncia: «Stiamo preparando una lettera da inviare al prefetto di Terni, al Ministero della salute e al Presidente della Repubblica; ci stiamo attivando presso il Governo grazie al nostro senatore Stefano Candiani; stiamo organizzando eventi, incontri e stiamo studiando soluzioni inerenti ai rifiuti, alla differenziata, alla chiusura del ciclo dei rifiuti. Così come stiamo valutando le responsabilità di quella politica che sapeva e nulla ha fatto, a partire dalla Regione, passando per il sindaco Di Girolamo, che dal 2014 non ha mai valutato l’opportunità di avviare ulteriori studi epidemiologici sul territorio. Noi non ci fermiamo, con la speranza che a Terni tutte le forze politiche che hanno a cuore la salute e il benessere dei cittadini, questa volta, si uniscano alla nostra battaglia. Quello si, sarebbe davvero un bel ‘laboratorio’».

Il Partito Democratico Terni In tutto il mondo, si legge in una nota della segreteria comunale e provinciale del PD di Terni, «oggi si cerca il rimedio agli effetti di uno sviluppo che nel ‘900 non si è curato del proprio impatto e la ‘conca’ ternana è uno di quei luoghi in cui l’industria ha portato maggiore crescita economica, ma anche più fragilità di cui oggi dobbiamo prenderci cura. Sono molti i motivi per cui tutti riconosciamo gli inceneritori come la sorgente di inquinamento più ingiusta e ingiustificata. Non hanno mai contribuito ad alcuno sviluppo, limitandosi ad acquistare combustibile fuori regione per bruciarlo in un territorio già provato. Inoltre, l’ambito ternano mostra più di tutti come nel territorio regionale non c’è e non ci deve essere necessità di bruciare rifiuti: differenziare sopra il 70% in pochi mesi è un risultato su cui riflettere».

«Concretezza e tempi certi» Il PD continua a chiedere a tutti gli Enti locali «di lavorare per ridurre l’inquinamento della conca ternana con una visione complessiva, concretezza e tempi certi, ma anche opponendosi con ogni strumento disponibile all’incenerimento. Sosteniamo quindi la scelta del Comune di ricorrere contro l’autorizzazione dell’impianto di Terni Biomassa. Allo stesso modo, chiediamo fin d’ora di respingere la richiesta, anche peggiore, avanzata da Acea per bruciare rifiuti nell’impianto di maggiori dimensioni. Sollecitiamo infine i nostri rappresentanti nazionali a pretendere che il Governo segua le indicazioni della Commissione Europea sulla rimozione degli incentivi all’incenerimento a vantaggio dell’impiantistica destinata a processi di rango superiore nella gerarchia dei rifiuti. I dati della Commissione e quelli forniti da Ispra mostrano che l’Italia non necessita di ulteriore capacità di incenerimento, mentre occorre potenziare le filiere del riciclo. I cittadini hanno il bisogno di riconoscersi in una guida politica lungimirante che si rifletta con coerenza nelle quotidiane azioni delle istituzioni, che tuteli i loro interessi ad ogni livello, dall’Europa ai Comuni».

Paparelli Sulla questione interviene anche il vice presidente della Regione, Fabio Paparelli, che sul suo profilo Facebook scrive questo: «Evitiamo di dire grandi bugie che non servono nessuno : 1) il potere autorizzativo correlato, di cui si parla a vanvera, riguarda una autorizzazione giá in possesso della società e rinnovata nel 2009. La conferenza dei servizi è un organo meramente tecnico, infatti alla conferenza tecnica non partecipano i politici o amministratori che non hanno voce in capitolo e non possono fare nulla; 2) la vicenda di questo inceneritore ( improprio chiamarlo così) parte da una giunta di centro destra che sul finire degli anni novanta assegnò l’area a tale scopo e poi dipende dai tecnici di comune e provincia che hanno autorizzato l’impianto; 3) spingere un tecnico a fare una cosa non prevista dalla legge é reato, se i tecnici al contrario hanno sbagliato lo può decidere solo un giudice amministrativo; 4) credo sia giusto che il comune ricorra al tar, lo feci anche io con la giunta Cavicchioli in Provincia, ma perdemmo al consiglio di stato ( TerniEna ricordate?). Evitiamo quindi strumentalizzazioni, siamo tutti contro l’inceneritore, anche se le emissioni sono infinitesimali rispetto al contesto, ma evitiamo chiaramente di far chiudere con strumentalità e ignoranti populismi tutte le nostre fabbriche, agitando un problema salute, non dimostrato. La conferenza ha peraltro autorizzato con condizione sospensiva, infatti se lo studio dell’Asl ( unico organo preposto a parlare della fattispecie correlata alla salute) dirà che esiste (anche se remoto) una qualche correlazione tra emissioni e salute si interverrà in automatico. Il resto é becera poesia ed intanto le emissioni autorizzate sono diminuite del 70%!»

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