Terni, broker infedele: partono le denunce

Doppia segnalazione ai carabinieri per il consulente finanziario che negli anni avrebbe nascosto perdite ai propri clienti. E non solo

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di F.T.

Non più soltanto lettere di reclamo e ipotesi di azioni civili verso il diretto interessato e le banche per cui l’uomo – un consulente finanziario 47enne di Terni – operava. Ora la vicenda del broker che, nel corso degli anni avrebbe agito in maniera – per usare un eufemismo – non del tutto trasparente verso i propri clienti, si sposta sul piano penale. Almeno quattro di loro che gli avevano affidato la gestione dei propri conti correnti, hanno infatti sporto denuncia presso l’Arma dei carabinieri dopo aver ricostruito nel dettaglio tutti i rapporti con il professionista (esautorato ad inizio 2018 dalla IWBank per cui operava) sia dal punto di vista contrattuale che finanziario.

Gli accertamenti

In particolare due coppie di coniugi residenti in provincia di Terni si sono rivolte all’avvocato Marco Ravasio che, attraverso il consulente finanziario Luca Salvati, ha fatto luce su rapporti che andavano avanti da oltre dieci anni e che, nel corso del tempo, non avevano mai palesato anomalie che, invece, sarebbero state riscontrate con dovizia di particolari e portate all’attenzione dell’autorità giudiziaria.

L’ipotesi di falso

Nel mirino – per danni complessivi stimati in oltre 100 mila euro per ciascuna delle due famiglie – ci sono finiti anche i contratti e i documenti fatti firmare negli anni. Gli stessi sarebbero stati falsificati, intestazioni comprese, per far figurare profili di rischio e quindi redditività superiori rispetto a quelle reali. Per fare un esempio, il broker avrebbe acquistato titoli a carattere ‘azionario puro’, e quindi con un rischio elevato, sbandierando invece le massime garanzie per il capitale e, in qualche caso, anche per gli interessi. Falsificati, stando ai clienti, anche i report periodici con l’obiettivo – è l’ipotesi – di tranquillizzare gli investitori e magari convincerli a consegnare altre somme da far ‘fruttare’, incrementando così il giro d’affari del professionista. Tutto ciò sulla pelle di chi aveva riposto in lui la massima fiducia.

Le operazioni ‘anomale’

Su un altro fronte sarebbero state registrate anche operazioni ‘anomale’ – come frequenti disinvestimenti e successivi investimenti – mai documentate alle famiglie che, anche attraverso l’intermediazione di altre banche del territorio, contavano sui servizi del professionista 47enne. Il tutto, questo il sospetto, per incrementare le commissioni e quindi gli emolumenti da incassare periodicamente.

L’inchiesta

Tutto ciò – e accanto ai clienti citati ce ne sono altri che, nel tempo, hanno deciso di promuovere azioni verso l’uomo e la banca per cui operava – potrebbe essere il preludio all’apertura di un’indagine da parte della procura di Terni. Accertamento la cui dimensione sembra destinata ad ampliarsi, valicando anche i confini provinciali.

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