Terni, carcere: «In arrivo 60 detenuti, situazione esplosiva»

Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Pa denunciano il sovraffollamento e la carenza di organici del personale. «Pericolo anche per la città»

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Duecentocinque agenti a fronte di 520 detenuti, con il concreto rischio che a breve ne arrivino altri 60, senza nessuna compensazione di dotazione del personale, già sottorganico: è «esplosiva, al limite del concepibile» la situazione nel carcere di Terni, stando a quanto denunciano Cgil Fp, Cisl Fp e Uil Pa, preoccupati per la sicurezza del personale – costretto al mancato rispetto delle norme su riposi, ferie e permessi e al raddoppio delle turnazioni -, ma anche per il pericolo di aumento della criminalità in città. Intanto venerdì anche il sindaco Leonardo Latini ha fatto visita alla struttura per verificare la situazione.

I numeri e i timori

I dati – secondo il decreto ministeriale del 20 novembre 2017 l’organico teorico della polizia penitenziaria è di 241 unità, 36 in più degli effettivi – secondo le tre organizzazioni sindacali sono «di gran lunga esaustivi delle difficoltà in cui operano gli agenti» e «le continue e recenti aggressioni, sono uno dei risvolti più gravi causati dal sovraffollamento». «Purtroppo – hanno detto venerdì nel corso di una conferenza stampa i segretari di Cgil Fp Giorgio Lucci, Cisl Fp Riccardo Laureti e Uil Pa Guglielmo Bizzarri, insieme ai rappresentanti sindacali del comparto – dobbiamo denunciare il fatto che le autorità competenti non solo non hanno ritenuto di provvedere alla soluzione del problema, ma da fonte certa ci è stato annunciato l’arrivo di ulteriori 60 detenuti comuni, senza compensare in alcun modo la dotazione del personale. Non è più sopportabile che le problematiche organizzative delle Stato e il sovraffollamento delle carceri debbono essere scaricate sul personale, come non è più accettabile l’arrivo di ulteriori detenuti senza la compensazione di personale di polizia penitenziaria». Se questi nuovi arrivi verranno evitati dall’amministrazione penitenziaria le organizzazioni sindacali sono pronte a revocare lo stato di agitazione indetto nelle scorse settimane, in caso contrario già annunciano manifestazioni di protesta, fino al blocco dei detenuti ai cancelli del carcere di Sabbione.

Gli ultimi eventi

«Proprio in questi giorni – hanno continuato i sindacalisti – la siuazione sta divendo sempre più complicata a causa di alcune rivolte interne all’interno delle sezioni dei detenuti comuni di varie etnie (anche con il rischio di radicalizzazione religiosa, ndr). Ogni problema ogni occasione è buona per accendere risse e protestare con violenza, frigoriferi sbattuti a terra, minaccia di incendiare le celle e autolesionismi con lamette sono solo una parte delle cose che gli agenti sono costretti a subire. Il personale è sempre più in difficoltà, ovviamente non potendo agire con la forza solo la pazienza e la grande professionalità degli agenti consente di riportare la situazione ad una calma che rimane solo apparente fino asciogliersi come neve al sole alla prossima occasione». E visto il sovraffollamento in alcune celle sono anche comparse le quarte brandine.

Problemi non solo per la penitenziaria

C’è poi il capitolo che riguarda il personale civile del ministero della Giustizia e quello sanitario dell’Usl Umbria 2. «Va anche denunciato – hanno continuato i rappresentanti delle tre sigle – come anche il personale civile presente (educatrici, amministrativi e contabili) sia in carenza di organici ed è costretto comunque ad effettuare nei tempi previsti tutte le pratiche, in particolare quelle a vantaggio dei detenuti pena il rischio di denunce e minacce». Inoltre infermieri, medici e fisioterapisti «sono costretti a erogare terapie ai detenuti all’interno delle celle senza scorta, il personale di polizia non può per carenza di organici garantire la completa sicurezza di questi operatori, in maggioranza donne, le quali subiscono da tempo minacce verbali e a volte anche fisiche. Cosi come sono costretti ad effettuare le prime cure di pronto soccorso a detenuti che molto spessano si provocano lesioni da taglio».

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