Terni, caso mense: «Democrazia ha vinto»

Il CoSEC, però, evidenzia le criticità che persistono: «Male la privatizzazione, serve esenzione per i meno abbienti e commissione da definire»

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del Comitato servizi Educativi (CoSEC) di Terni

Il Consiglio comunale sul servizio di refezione scolastica del 26 ottobre è un risultato ottenuto per la città. Non era un obbligo di legge né di regolamento ma siamo riusciti ad ottenerlo. La città, attraverso le sue rappresentanze, ha discusso di un servizio critico e sensibile come quello della refezione scolastica. Questo risultato lo rivendichiamo come metodo trasparente contro una scelta che la Giunta voleva portare avanti in solitaria. Abbiamo rotto il velo e la democrazia è entrata.

Comprendiamo l’imbarazzo del Sindaco: “Non eravamo obbligati, lo abbiamo concesso ma non può essere la regola”. Per noi è la regola per tutte quelle scelte che incidono sulla qualità della vita e sulla salute dei cittadini. Se la democrazia è un valore va esplicata fino in fondo e va rispettata. Per questo, usando le parole del Capogruppo del PD Cavicchioli, auspichiamo ed invitiamo la Giunta a fare proprie le sollecitazioni e le proposte emerse in tre ore di dibattito consiliare.

Sugli aspetti concreti del Capitolato poche luci e molte ombre. Sicuramente un risultato raggiunto è il mantenimento delle cucine in loco, come fu affermato il 24 marzo alla sala rossa del Gazzoli dal Vice Sindaco e dall’Assessore al Bilancio. Altro risultato è il mantenimento dei piatti in coccio contro l’idea malsana di sostituire tutto con il mater-bi (plastica biodegradabile). Sugli aspetti ambientali si poteva fare di più. Ma oggi, come allora, questi risultati non sono sufficienti. Ci sono ancora due passaggi cruciali che devono essere espletati: la rimodulazione della fasce ISEE e il regolamento che istituisce la Commissione Mensa Cittadina.

Su questi due punti le proposte del Co.SEC depositate in II° Commissione e approvate dal Consiglio comunale sono chiare. Lavorare su più scaglioni ISEE e con l’esenzione per la fascia 0 – 5.000,00 euro. Sarebbe l’affermazione di un principio chiaro, trasparente e universale: il minore che proviene da una fascia sociale svantaggiata ha il diritto al pasto a scuola.

Chi sta in soglia di povertà, o vicina ad essa, non può pagare 41,40 euro mese e la rimodulazione deve valere da questo anno scolastico, il disaggio non può attendere.

L’altro punto è il regolamento che istituisce la Commissione Mensa Cittadina. La Commissione o ha un ruolo forte oppure non ha ragione di esistere. Se si pensa di trasformarla in un organo fine a se stesso toglietela dal Capitolato. La Commissione è un organo pubblico per il controllo pubblico, cioè cittadino, di un servizio essenziale ed è in quest’ottica che il Co.SEC elaborò il regolamento. Ci auguriamo che l’amministrazione accetti la sfida e, in questo caso, anche la data di emanazione del regolamento fa la differenza tra una funzione forte e autonoma e una blanda e subalterna.

Concordiamo con le parole del consigliere Filipponi, Presidente della II° Commissione, quando afferma che capitolato, rimodulazione delle fasce ISEE e regolamento per l’istituzione della Commissione Mensa Cittadina sono tre percorsi paralleli ma che devono chiudersi insieme ed invita ad accelerare i tempi.

Noi invitiamo il Presidente Filipponi a portare in II° Commissione sia la bozza di regolamento che la proposta di rimodulazione delle fasce ISEE per discuterlo con tutti i soggetti coinvolti in questi mesi perché la refezione scolastica appartiene alla città.

Ma la vera sconfitta per la città, la vera ombra che oscura ogni risultato raggiunto, è la privatizzazione totale del servizio. Il Co.SEC è stato sempre per il mantenimento dell’attuale sistema di gestione come garanzia di qualità e per esso si è battuto. Quando il Sindaco snocciola i dati nazionali per dimostrare la qualità del servizio a Terni rispetto ad altri comuni italiani dimentica che si riferiscono all’attuale sistema di gestione misto.

Le motivazioni di ordine economiche addotte per la privatizzazione non ci hanno mai convinto perché non sono mai stati suffragati da dati certi e trasparenti. Quindi si privatizza tutto il servizio, inclusa la riscossione delle rette, attraverso l’istituto della concessione. Ci chiediamo come mai i consiglieri di maggioranza che fino a maggio erano contrari alla concessione non hanno posto con forza il tema nella discussione consiliare del 26 ottobre?

Il Co.SEC continuerà a battersi contro questa scelta che mina la qualità del servizio, la salute dei bambini ed è attuata solo per risanare i buchi di bilancio. Noi continuiamo ad esserci e a vigilare con i regolamenti e le leggi in mano pronti a denunciare pubblicamente ogni disservizio e rischio per la salute dei bambini.

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