Terni, caso – mense: «Ricorso al Tar»

Genitori scatenati a palazzo Spada al grido di «Vergogna, buffoni». Il M5S ed Enrico Melasecche promettono battaglia legale contro l’amministrazione comunale

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«Vergogna», ma anche «buffoni». E, ovviamente, «andate a casa». Una sollevazione. Come previsto, i genitori dei bambini he frequentano le scuole ternane – alcune a rischio e con la seria possibilità che, per cominciare, il servizio mensa sia esternalizzato – si sono presentati alla seduta del consiglio comunale e si erano pure organizzati: con tanto di cartelli che recitavano ‘No trasportato, sì cotto e mangiato’.

La votazione E quando sono stati messi in votazione i tre atti di indirizzoin programma – respinto quello dei genitori, che prevedeva la non esternalizzare del servizio, passato quello di Michele Pennoni (Pd), che il comitato Cosec a cui hanno dato vita i genitori considera troppo ‘aperto’ a possibili sviluppi negativi, e passato pure quello di Francesco Ferranti (Forza Italia) che di fatto non preclude nulla – è scattata la protesta.

La sospensione In mezzo a cori da stadio, con il Movimento 5 Stelle sulle barricate, Enrico Melasecche (I Love Terni) ha chiesto la sospensione, Franco Todini (Il Cammello) addirittura l’invalidazione della votazione. Si è votata la sospensione. Capi gruppo in riunione e genitori padroni della sala consiliare.

Si procede Dopo oltre un’ora di ‘riunione ristretta’, le cose non sono cambiate: il presidente del consiglio comunale, Giuseppe Mascio, ha comunicato che «il segretario comunale ha ritenuto valide le votazioni» e che quindi tutto era regolare. «La commissione consiliare ascolterà i due comitati che si sono costituiti (perché ce ne sono due; ndr) e poi riferirà in consiglio». Franco Todini ha ribadito la sua convinzione: «Le votazioni sono illegittime», mentre Federico Pasculli (M5S) ha accusato «lo schema dittatoriale che si vuole applicare» e Federica Trenta (M5S) ha promesso, poco dopo lo stesso annuncio lo ha fatto Enrico Melasecche che «sarà presentato un ricorso al Tar». Paolo Crescimbeni ha chiamato in causa «interessi non più nascondibili» ed ha parlato anche lui di «votazioni irregolari», promettendo battaglia in commissione. Thomas De Luca (M5S) ha affondato sul tema introdotto da Crescimbeni e si è rivolto direttamente al presidente Mascio: «Torni sui suoi passi e annulli le votazioni», chiedendo di nuovo che «tutti i consiglieri rendano pubbico l’elenco dei loro finanziatori in campagna elettorale». Mascio ha ribabito che per lui il discorso è chiuso.

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