Terni, centri giovanili: «Bandi da ‘congelare’»

Lettera aperta di alcune associazioni all’amministrazione: «Lo strumento ha un senso ma le condizioni poste rischiano di cancellare anni di lavoro»

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di ‘Arciragazzi gli Anni in Tasca’, associazioni ‘Attenti al Kane’, ‘Demetra’, ‘Progetto…’ e coop sociali Actl e Helios

Con la delibera di giunta del 28 dicembre 2018 l’amministrazione dichiara che ‘non intende proseguire con il servizio dei centri di aggregazione giovanile’. Pertanto dal 31 dicembre 2018 tali servizi non sono più attivi. Nella delibera si indica la data del 29 marzo 2109 come termine per la riconsegna della chiavi delle strutture con la conseguente chiusura di tre centri giovanili (Palmetta, Progetto Mandela, e Nuvole Verdi) e la messa a bando dei restanti (La Siviera, Sant’efebo e Macondo). A seguito della pubblicazione della delibera abbiamo convocato una pubblica assemblea di confronto, convinti dell’urgenza di una risposta comune ad una modalità di relazione da parte dell’amministrazione che non abbiamo condiviso.

TERNI, CENTRI GIOVANILI: «IL COMUNE CI ASCOLTI»

Quello che viene distrutto con questa decisione sono i servizi che queste associazioni offrono. Capiamo la necessità di fare chiarezza ma le esperienze esistenti non sono necessariamente sbagliate. Vorremmo fosse riconosciuta la ricchezza immateriale che ha per anni abitato degli spazi e che spesso ha anche riqualificato tali spazi attraverso lavoro volontario e presidiato i territori. Riconoscimento che va esteso non solo ai centri di aggregazione giovanile ma a tutte le associazioni che si sono trovate a prendersi cura – e non a sfruttare – degli spazi comunali. Non si possono cancellare anni di esperienza, di capitale sociale, di competenze accumulate con un tratto di penna, servizi e progetti ormai bene comune della città.

Dall’assemblea molto partecipata sono emerse una serie di ragionevoli argomentazioni che vogliamo rappresentarvi. Come realtà associative sentiamo la necessità di evidenziare criticità di carattere formale, di contenuto e di presentare una nostra proposta all’amministrazione di questa città; proposta che non mette in discussione l’opportunità dei bandi ma che pone una riflessione su tempi e modalità.

Un primo elemento. Le associazioni interessate dal procedimento hanno ad oggi progetti finanziati e in via di svolgimento, progetti europei, progetti su bandi a finanziamento indiretto, servizi finanziati in essere. Perché in questi anni di tagli progressivi ai servizi le associazioni, grazie alla loro abilità progettuale, hanno saputo accedere a fonti di finanziamento portando ricchezza nei territori. Finanziamenti che, però, rimangono nel campo del no-profit, che non sono finalizzati alla produzione di utili ma al solo svolgimento delle attività. Non vi è quindi margine per spese ulteriori, quali ad esempio l’affitto di stabili. Servizi e progetti a costo zero per l’amministrazione, che vengono da una profonda conoscenza delle dinamiche sociali e culturali, da una sperimentazione e ricerca all’interno degli stessi centri giovanili che si è trasformata in proposte innovative quali ad esempio il ‘concerto dai balconi’, per citarne solo uno tra molti.

Una seconda criticità investe direttamente la strutturazione dei bandi e, a nostro avviso, un eccesso di discrezionalità nei criteri di valutazione. A differenza infatti degli enti finanziatori quali Comunità Europea, enti nazionali e regionali, fondazioni private, otto per mille, nel nostro caso non sono indicate priorità, ambiti di intervento, beneficiari. Questo impedisce materialmente sia ai vecchi gestori che agli eventuali nuovi interessati, di poter presentare una proposta progettuale valida.

Infine dobbiamo constatare una mancanza di programmazione nelle politiche di intervento dal momento che non c’è stato alcun tavolo di consultazione, valutazione e co-progettazione, processi che fanno ormai parte della prassi implementativa dei settori sociali, culturale e giovanile. Oltre poi a non aver messo a valore la conoscenza che le associazioni hanno accumulato negli anni e che può diventare uno strumento di comprensione dei fenomeni di mutamento sociale su cui si vuole intervenire.

Proponiamo dunque di congelare la procedura per attivare un percorso di ascolto dell’esistente ed in attesa che per ciascun centro giovanile siano terminati i progetti finanziati onde evitare di incorrere in problemi di carattere amministrativo e di interruzione dei servizi/progetti anche e soprattutto nel rispetto dei beneficiari. Di seguito un elenco dei principali progetti in corso: scambi giovannili internazionali, residenze artistiche, servizio civile nazionale, Orto21 – agricoltura sociale con detenuti, progettazione europea, workshop e percorsi di educazione non formale, biblioteche, videoteche e centri di documentazione, laboratori di integrazione, attività sportive inclusive migranti e psichiatrici, laboratori teatrali e di danza, attività di aiuto compiti, laboratori musicali.

Chiediamo di riformulare il bando, inserendo chiaramente priorità, ambiti di intervento e beneficiari. Auspichiamo l’apertura di un tavolo a cui possano partecipare le associazioni al fine di definire gli ambiti di intervento prioritari, strumenti di valutazione dell’operato e di misurazione dell’impatto sociale. A tal fine si chiede un incontro urgente con il sindaco e la giunta in cui poter discutere le nostre proposte, pronti al confronto e alla collaborazione.

di Comitato Piazza Grande Terni

Il comitato ternano a supporto della mozione Zingaretti, Piazza Grande Terni, esprime sconcerto e grande preoccupazione in merito alla delibera dell’amministrazione comunale del 28 dicembre 2018, con cui si è stabilito di non rinnovare gli accordi con i centri di aggregazione giovanile. Si apprende che il 29 marzo 2019 è il termine perentorio per la riconsegna degli immobili. Tali immobili sono stati manutenuti, attrezzati, resi laboratori di creatività e inclusione, grazie ai sacrifici e agli sforzi di chi vi ha operato con tenacia e passione, a fronte della scarsità di mezzi e spesso in maniera volontaristica.

L’inaspettata decisione di questa giunta, lascia il sospetto che il provvedimento sia stato preso in maniera più che superficiale, non supportato da un’adeguata conoscenza del territorio e delle realtà giovanili, col fine di mostrare un repentino cambiamento, uno qualsiasi, spendibile in maniera propagandistica. L’altra sensazione è che si tratti di mera ripicca politica, tesa all’epurazione di tutte quelle realtà che si ritengono vicine alla precedente amministrazione di centro sinistra. Su questo punto il comitato Piazza Grande Terni vuole chiarire che l’atteggiamento di chiusura di fronte al tema delle politiche giovanili nuoce a tutta la comunità, ai soggetti più fragili, ai giovani, alle famiglie, agli operatori che negli anni hanno maturato delle competenze e, in qualche misura, anche alla sicurezza, poiché le associazioni sono anche fonte di presidio territoriale. Il nuovo bando non tiene presente tutto questo.

Vogliamo dunque lanciare un appello al sindaco Latini perché con atto di responsabilità, riveda la delibera e cerchi un dialogo con i centri di aggregazione giovanile. Ritenendo che alcuni temi siano universali e trasversali, da parte nostra comunichiamo fin da ora disponibilità ad ascoltare e dare supporto alle parti coinvolte, per poter trovare un’intesa.

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