«Corruzione anarchica ma è sempre tanta»

Gherardo Colombo a Terni: «Italia difficile sotto il profilo delle regole. Tangentopoli c’è stata perché è crollato il muro di Berlino»

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di F.L.

Non è bastata la sala blu di palazzo Gazzoli a contenere tutti i 350 studenti delle scuole superiori di Terni che giovedì mattina hanno assistito ad una lezione speciale, quella sulla legalità tenuta dall’ex magistrato Gherardo Colombo. Ad organizzare la partecipatissima iniziativa – parte dei ragazzi erano in collegamento video dalla sala rossa – l’associazione Claudio Conti, con il sostegno della Fondazione Carit e la collaborazione dell’ufficio scolastico regionale per l’Umbria, del Comune di Terni e del Cesvol.

Corruzione, male endemico

A partire dal libro ‘Democrazia’ dell’ex toga di ‘Mani pulite’, su cui i ragazzi sono stati invitati a riflettere, obiettivo dell’incontro è stato quello di favorire una partecipazione più attiva e responsabile sulle questioni della lotta alla povertà, alle disuguaglianze e all’esclusione sociale ed economica. «L’Italia – ha detto Colombo – è un Paese è un po’ difficile sotto il profilo della relazione con le regole e con le leggi, c’è una certa tendenza, più che a non osservarle, a osservarne delle altre. Si tratta di regole che formalmente non esistono, ma che esistono molto sostanzialmente. Nella mia esperienza giudiziaria mi è capitato di vedere tante cose, ad esempio la corruzione negli anni di tangentopoli aveva delle regole precisissime e tanta gente seguiva quelle regole invece che quelle del codice penale». Proprio la corruzione «allora era un sistema molto connesso al finanziamento illecito ai partiti politici, oggi è un pochino più anarchico. Va molto per conto suo, ma il livello è sicuramente elevato».

La rivelazione sulla maxi-indagine

Inevitabile parlare di ‘Mani pulite’. «Noi giudici non siamo stati uno spartiacque, lì è successo una cosa diversa: due anni e un paio di mesi prima dell’inizio di ‘Mani pulite’ è caduto il Muro di Berlino, che ha cambiato completamente gli equilibri internazionali. È stato quello che ha permesso alla magistratura di proseguire delle indagini che anche 10-12 anni prima avrebbero consentito di seguire il sistema della corruzione. Però il blocco di potere che esisteva per via di questi equilibri internazionali lo ha sempre impedito». Film e serie tv che ripropongono alla memoria quegli eventi, Colombo ha spiegato di non averli seguiti, «ma certo è – ha sottolineato – che quando si romanzano le vicende è molto difficile mantenere una fedeltà».

«Processi troppo lunghi»

Infine una riflessione sulla sicurezza dei cittadini e sui processi. «La percezione dell’insicurezza è molto molto maggiore di quello che avviene nella realtà, gli omicidi sono in calo da una decina di anni, continuano a calare furti e rapine, noi invece continuiamo a credere che la devianza cresca. E poi c’è un problema oggettivo dell’incredibile durata dei processi, penale e civile durano tantissimo, bisognerebbe essere capaci di prendere provvedimenti che tendano effettivamente ad accorciare i tempi del processo. Ma questo – ha concluso Colombo parlando della recente riforma in merito – non c’entra nulla con la prescrizione. Non è condivisibile che una persona possa restare a processo a vita».

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