Terni: «‘Compromesso’ tra ambiente e lavoro»

Rampiconi (Cgil): «Questa la nostra posizione. Noi visione dell’800? Non sa di cosa parla e soprattutto offende le tante lotte che i lavoratori hanno fatto negli anni»

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di Alessandro Rampiconi
Segreteria Cgil Terni

Abbiamo registrato ormai da tempo diverse posizioni sul rapporto ambiente e lavoro nella conca ternana. Si è palesato chi vorrebbe chiudere (o spostare) l’acciaieria per il bene dell’ambiente e chi sostiene di sacrificare l’ambiente per il lavoro e lo sviluppo.

La Cgil di Terni ha una terza posizione, che è quella più difficile da rappresentare e soprattutto da praticare: un giusto ‘compromesso’ tra ambiente e lavoro. Questo compromesso è sempre stato un elemento fondamentale nella storia industriale di Terni, come ha detto qualche giorno fa, il segretario generale della Cgil di Terni, Attilio Romanelli.

Continuiamo a pensare che sia possibile fare siderurgia con una fabbrica a ridosso della città e che rappresenta 1/3 dell’intera planimetria. Certo, il problema è anche quello di reinvestire una parte dei profitti a favore dell’ambiente e delle comunità che vivono intorno alle fabbriche, a partire dalla bonifica delle aree inquinate. Chi accusa la Cgil di avere una visione dell’800, non sa di cosa parla e soprattutto offende le tante lotte che i lavoratori hanno fatto negli anni per l’ambiente, spesso rinunciando anche a pezzi di salario.

Sono d’accordo con il presidente di Terni Valley, Michele Martini, quando dice che su questi temi manca una visione, ma la responsabilità è esclusivamente dei partiti. Qualche giorno fa si doveva discutere nel consiglio comunale di Terni di ambiente e videosorveglianza dei camini Ast, la maggioranza ha fatto mancare il numero legale perché non pronta ad affrontare il problema. La Regione dell’Umbria, sempre qualche giorno fa, ha deliberato l’unica direzione regionale dell’ARPA con un depotenziamento della sede di Terni che riduce notevolmente i tecnici deputati ai controlli del suolo e dell’aria, in un territorio dove la stessa Agenzia Regionale per l’Ambiente giudica la qualità dell’aria scadente.

Gli elementi di maggiore criticità riguardano i metalli pesanti, ma anche le Pm10 e il benzopirene, frutto dell’invasione quotidiana dei tir tra Narni e Terni. A questo proposito abbiamo costruito diverse iniziative, anche unitarie con Cisl e Uil, e torneremo ad affrontare il tema in un prossimo attivo provinciale dei quadri e dei delegati. A proposito di progetti che guardano al futuro, abbiamo più volte chiesto di ripensare la città in termini di mobilità per le persone e per le merci.

Ribadiamo la strategicità del completamento della piattaforma logistica, che deve diventare un Hub di secondo livello che riesca a contenere il traffico ed abbassare l’impatto con l’ambiente, attraverso l’utilizzo dei mezzi elettrici, salvaguardano l’intermodalità gomma-ferro e la naturale connessione con Orte. La politica dovrebbe cominciare a dare risposte su questi temi invece di fare mera polemica, o peggio, proposte fantasiose quanto impraticabili. Il sindacato confederale è pronto a fare la propria parte, aspettiamo gli altri attori, ma è certo che il tempo non è infinito.

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