Terni, congresso Pd: ecco il terzo incomodo

Antonello Fiorucci presenta la sua candidatura alla segreteria comunale e la mozione ‘Nativi Democratici’: «Dagli altri, la conferma che a Terni il Pd oggi non esiste»

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Il terzo incomodo. Anche se al momento i candidati ufficiali allo scranno comunale del Pd sono ancora due, in attesa di conoscere il nome dei ‘circoli’. Parliamo di Antonello Fiorucci che sabato mattina, nel circolo Pd ‘Montani’ di via Eugenio Chiesa, ha presentato la propria candidatura e la mozione congressuale ‘Nativi Democratici’ che la accompagna.

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«Pronti alla battaglia» «Non avremo vita facile, me lo aspetto – dice – ma il nostro orizzonte va oltre il congresso e, vivaddio, siamo liberi, trasparenti e scollegati da qualsiasi ‘gioco politico’, di quelli che tanto male stanno facendo ed hanno fatto a questa città. Proponiamo una mentalità nuova, fatta di amore per Terni e di impegno». Queste le premesse, seguite da una platea attenta fatta anche di nomi che in tempi più o meno recenti hanno avuto un ruolo politico ed amministrativo: Marco Malatesta, Giorgio Finocchio, Federico Di Bartolo, Ortenzio Matteucci, Carla Confaloni, Daniela Pimponi, Alvaro Valsenti.

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«Il Pd non esiste» Il succo del ragionamento di Fiorucci, applaudito a più riprese dagli aficionados, è grossomodo questo: «Massimo rispetto per gli altri contendenti, Pardini e la mozione (il candidato emergerà entro il 12 ottobre, ndR) dei ‘circoli’. Ma il primo arriva dall’alto, tesserato grazie da un ‘unicum’ regolamentare, senza un reale dibattito né una visione, a dirci: ‘ora il Pd lo guarisco io’. I secondi muovono da un bacino di fatto svuotato, con un Pd che non ha saputo dare voce alla gente ed ai territori. Ecco, il Pd in questo senso non esiste e noi cercheremo di ‘riportarlo in vita’».

Come? «A Terni – afferma il candidato di ‘Nativi Democratici’ – il partito è solo ‘amministrazione’. Nessun collegamento con le dinamiche nazionali e regionali, nessuna capacità di progettare un futuro né di costruire una prospettiva sostenibile. Al tempo stesso la gente è completamente sfiduciata perché ha capito che per quanto si possa discutere, le decisioni poi vengono assunte da gruppi e ‘giri’ ristretti che parlano solo ad una parte della città. Noi intendiamo farci guidare da un’idea, dall’amore per Terni e dalla volontà di riportare questo territorio nel contesto di dinamiche che fino ad oggi sono state ignorate. Eppure in passato la sinistra cittadina, pur commettendo errori, aveva saputo offrire una visione di Terni nel contesto nazionale e dell’Italia mediana. Purtroppo da qualche anno si è continuato ad amministrare ‘normalmente’ un contesto che di normale non aveva e non ha più nulla».

«Si vive solo di pensioni» «Quando i ‘giovani’, 40enni o giù di lì – ha proseguito Antonello Fiorucci – si misurano con la prova del partito, c’è chi pensa automaticamente che stiano giocando. Noi invece non giochiamo, perché il tempo è finito da un pezzo. Non siamo ‘naive’ ma portiamo una proposta seria, organica, che parla alla città ed al partito in maniera sincera, responsabile ed autonoma». A dare manforte al pensiero di Fiorucci ci ha pensato anche il sempiterno Alvaro Valsenti: «’Nativi Democratici’ in questo quartiere, che vanta uno dei gruppi antifascisti più importanti della seconda guerra mondiale, lo siamo sempre stati. E in un Terni che vive quasi solo grazie alle pensioni, dove il lavoro non c’è e che rischia di diventare un borgo da 70/80 mila abitanti nel giro di pochi anni, questa ‘ventata’ di entusiasmo deve essere colta con il giusto spirito». In conclusione, anche una testimonianza di vicinanza – con tanto di scatola di ‘Baci’ – ai lavoratori della Perugina che sabato mattina sono scesi in piazza, a Perugia, per dire ‘no’ agli esuberi decisi dalla Nestlè: «Siamo vicini a loro ed alle loro famiglie – ha detto Fiorucci – perché l’Umbria è una e il lavoro va difeso, sempre».

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