Terni, Corte dei Conti ‘capolinea’ della giunta

PD alla finestra per il pronunciamento definitivo dei giudici sul piano di riequilibrio. Poi si potrà pensare ad una «nuova fase». Politiche: «Terni sarà rappresentata»

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‘Spada di Damocle’ del pronunciamento della Corte dei Conti a sezioni riunite, dimissioni – ‘tecniche’ o definitive che siano – di sindaco e giunta, elezioni politiche fra vecchie e nuove ambizioni, nel quadro di un partito assai preoccupato da ciò che emerge dai sondaggi. La direzione comunale del Pd di Terni, fra il pomeriggio e la serata di martedì, ha provato a fare un po’ di ordine su tutta una serie di aspetti. Presenti, oltre ad alcuni consiglieri comunali e al segretario Sara Giovannelli, quello regionale Giacomo Leonelli, il sindaco Leopoldo Di Girolamo, il senatore Gianluca Rossi, il vice presidente della Regione Fabio Paparelli e il consigliere regionale Eros Brega.

LA CORTE DEI CONTI: «IRRICEVIBILE RIEQUILIBRIO-BIS»

La data-chiave La sintesi, nel tentativo non semplice di ricavarla, è che si resta tutti in attesa della data fatidica del 24 gennaio quando la Corte dei Conti ‘romana’ dovrebbe (chi può dirsi certo che la decisione arrivi nel corso della stessa giornata?) sentenziare sul ricorso del Comune contro la bocciatura del piano di riequilibrio, risalente allo scorso luglio, da parte dei magistrati contabili umbri. Dopodiché, se le condizioni lo permetteranno – minimo, il piano non dovrà essere nuovamente respinto – si potrà tentare la strada del rimpasto di giunta che da più parti – nel Pd – si vorrebbe ‘radicale’ (necessario lo è, visti i numeri) ma che non è neppure facile immaginare pieno di guizzi adrenalinici e sconvolgenti, in una fase del genere.

«Discontinuità vera» Comunque la direzione Dem, nel documento unitariamente approvato, parla di «assoluta e indifferibile necessità che si apra una fase di rinnovata ed rispettosa intesa con la forze vive della comunità a partire dai lavoratori e sindacati, le imprese e le associazioni  datoriali, l’associazionismo  e terzo settore, il volontariato cattolico e laico, le istituzioni pubbliche e statali. Ove ci fossero condizioni politiche che assicuri il proseguimento della consiliatura, questa sarà segnata da una reale discontinuità con un forte e profondo rinnovamento dell’esecutivo comunale, con una rinnovata e partecipata agenda per le priorità della città,  mai però dimentico dell’apporto dato complessivamente dagli amministratori della seconda  amministrazione Di Girolamo, che hanno operato in un contesto difficile, per tutte le amministrazioni pubbliche italiane, ma in particolare nella nostra città ed a loro, nessuno escluso, va manifestato il pieno ringraziamento e riconoscimento della, propria, sicura onestà».

«FONDO DI ROTAZIONE NON E’ EVITABILE»

Al voto, al voto Poi, sulle ‘politiche’ dove il senatore orlandiano Gianluca Rossi ha costruito un percorso di riconferma che con il passare delle settimane sembra essersi fatto via via più saldo: «Il Pd di Terni sarà protagonista convinto ed assolutamente unitario di una campagna elettorale che vivrà nel contatto con i cittadini e la comunità oltre i nostri, certo importanti, elettori  ed elettrici. Sono queste le ragioni per cui il territorio di Terni, unico capoluogo di provincia amministrato dal Pd in Umbria, esprimendo una valutazione positiva sulla rappresentanza uscente, non può né deve rinunciare alla propria rappresentanza parlamentare in un profilo che coniughi esperienza ed innovazione, assicurando riconoscimento delle diverse sensibilità del partito e nel rispetto delle determinazioni regionali relative al limite dei mandati con candidature sia sul collegio uninominale che in posizioni utili sulle liste proporzionali ed anzi questa deve essere adeguata e commisurata alla competizione nella nostra regione. Così come è sempre stato nella storia democratica dal ‘900 ad oggi».

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