Terni: «David Raggi, memoria e dolore»

Ad un anno dall’assassinio del giovane ternano, umbriaOn è tornato in piazza dell’Olmo. Insieme ai suoi amici

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di F.T.

Gli amici di David Raggi, a un anno dalla scomparsa - 12 marzo 2016

Gli amici di David

Li incontriamo in quell’angolo di piazza dell’Olmo che David adorava. E loro con lui, come se fossero ancora insieme – e in un certo senso è proprio così – di fronte a quel ‘persichetto’ che quando ci si ritrovava davanti al ‘People’, magari dopo una giornata complicata, andava giù che era un piacere. Oggi è ancora così. Senza però fingere: molto è cambiato, anche dentro di loro, e tutto troppo in fretta. Restano però tante cose che vale la pena raccontarsi e raccontare. E li ascoltiamo con piacere.

UN PENSIERO PER DAVID, IL VIDEO

Sulla strada A un anno dalla morte assurda di David Raggi, ucciso nella notte fra il 12 e il 13 marzo in piazza dell’Olmo dalla follia omicida di Amine Aassoul, abbiamo incontrato alcuni dei suoi amici più cari: Silvia, Francesco, Benedetta, Tamara, Sara, Giorgio. Zero retorica ma solo il ricordo schietto di un ragazzo che nella sua normalità, sapeva essere straordinario. Senza quell’incrocio assurdo che gli ha messo di fronte il destino, chissà dove sarebbe potuto arrivare, David. Perché la strada era tracciata e il ragazzo – già uomo – era pronto ad affrontarla. Lo avrebbero difeso il suo carisma e l’amore di tutte le persone in cui ha lasciato un segno indelebile.

I FUNERALI, UNA CITTA’ IN LUTTO

David Raggi

David Raggi

Carisma Tutto, fuorché retorica: «David? Guardate che se continuiamo a ricordarlo come un santo, facciamo un torto solo a lui». Appunto. E allora vengono in mente gli scazzi che alla fine uno non si parlava per qualche giorno e poi, puntualmente, tutto tornava come prima. «Avrà litigato più o meno con tutti qui. Ma alla fine si faceva pace. Non per forza di cose, anche perché non è che avesse sempre ragione – sorridono -, ma perché ognuno di noi prima o poi tornava da lui. Era il baricentro, l’asse, la colonna portate di tutte le nostre amicizie». Eccolo qua, il carisma.

A UN MESE DALLA TRAGEDIA, FIACCOLATA PER DAVID

David e la famiglia «Era l’idolo dei genitori, soprattutto delle madri di ciascuno di noi. Non fraintendiamo. È che aveva un modo particolare di fare. Ci sono persone che ti ispirano fiducia a pelle, che sanno creare il clima giusto anche quando non tutto fila liscio. Un genitore per esempio cerca nel gruppo il ragazzo o la ragazza più responsabile, o che sembra tale. Non è un caso che l’amore di David per la sua famiglia era incondizionato e lo è stato fino alla fine. Perché sapeva riconoscere gli affetti, il calore, e sapeva donarsi. Voglio dire, era un uomo ma con una sensibilità rara. Come fai a non adorarlo uno così, difetti compresi».

CORTEO SPONTANEO PER RICODARE DAVID

Terni fiaccolata per David Raggi aprile9

I familiari di David alla fiaccolata

Bianco o nero Ragionare con lui era bello e faticoso. Bello perché il confronto si faceva appassionante e arricchito da una retorica sopra la media. Faticoso perché David aveva le sue idee, precise, ed era più portato a difenderle che a metterle in discussione. «A parte che diceva sempre tutto, ‘insulti’ compresi, in faccia. Ma poi era difficile da schiodare. Era determinato e sapeva imporre questo suo atteggiamento ‘tosto’ a chiunque. Mica era facile venirne a capo, ma per noi è sempre stato una certezza. David c’era sempre, in ogni momento, senza mai risparmiarsi. Lo cercavi e lui era lì, pronto a darsi agli altri. A chi diceva lui, certo, mica a tutti».

UNA MORTE CHE LASCIA SENZA PAROLE

La piazza Piazza dell’Olmo era il suo rifugio, il salotto spensierato dove il tempo si ferma. L’ultimo posto in cui gli amici lo hanno visto in vita. Quella stessa vita che lui adorava, nel bene e nel male, senza mai nasconderlo o nascondersi. Andando a cercare il buono delle cose anche quando, a prima vista, non sembra essercene neanche un po’. E allora la riflessione, adesso, va un po’ più nel profondo: «In un anno è come se fossimo ‘invecchiati’ di dieci o venti. La morte di David ci ha cambiato la vita che uno qualche volta si sente pure in colpa a stare qui, vivo e vegeto. Poi ci pensi e sai che lui avrebbe voluto vederti solo felice. Ma mica è facile. Ci sono giorni che non sai proprio come prenderli. Altri che vanno meglio. Quando ci vediamo, a volte, ne parliamo. Ma c’è anche tanta rabbia, inutile nasconderlo».

‘AZIZ’ E IL GIORNO DELLA SENTENZA, LE IMMAGINI

Amine Aassoul

Amine Aassoul

L’omicida Amine Aassoul è in carcere, condannato a 30 anni in primo grado e in attesa che si celebri l’appello in cui il 30enne marocchino confida per vedersi ridotta la pena. E loro – gli amici – saranno lì, perché non ci sia alcuno sconto. «Un giorno, speriamo il più possibile lontano, l’assassino uscirà di prigione e riprenderà la sua vita. La nostra e quella di David, invece, sono state segnate per sempre. La pena giusta era l’ergastolo, punto. E la battaglia della famiglia Raggi, contro lo Stato che lo ha tenuto libero nonostante le condanne e la clandestinità, è semplicemente giusta». Una rabbia, quella degli amici di David che fa riflettere anche per un altro aspetto.

«Noi» Fra gli amici di David ci sono idee diverse. «C’è chi è sempre stato netto nel giudicare negativamente l’immigrazione clandestina e certi fenomeni attuali. Altri hanno un punto di vista più ‘tollerante’, diciamo». Dopo la tragedia, il confronto c’è stato a tutti i livelli. Nazionale, locale – con la politica capace di mostrare i suoi lati più strumentali e meno edificanti – e anche fra gli amici di David. «Io sono sempre stata ‘dura’ su questi temi – dice Tamara – ma ogni tanto ripenso a come David sapeva stare accanto ai più deboli, alle persone che spesso fuggono dal proprio Paese in cerca di fortuna, e allora prima di dire qualcosa o sfogare la rabbia ci penso su due volte». Per Silvia è stato l’inverso: «Io ero più vicina a lui, al suo modo di pensare. Ma oggi sono diventata molto meno comprensiva con chi viene qui solo per delinquere». Molto meglio questo di dibattito – viene da dire – che certi teatrini che ci hanno costretto a leggere o ascoltare nei mesi successivi la tragedia. Quei teatrini itineranti che si spostano di tragedia in tragedia, utili solo al consenso di qualcuno.

Duomo David Raggi

I funerali

La città L’altra riflessione è per la città. Coinvolta fin nel midollo dall’enormità del fatto, commossa, capace di stringersi in un abbraccio – come in occasione dei funerali – unico, enorme e sincero. Logico che con il passare dei mesi qualcosa si sia perso per strada. Anche se Sara non la vede così: «Io credo che il cuore di questa comunità sia venuto fuori e non solo in occasione dei funerali o delle fiaccolate. Piazza dell’Olmo, dopo lo shock, è tornata presto piena di gente che sa, ricorda, magari non conosceva David ma è stata toccata nel profondo dalla sua tragica fine. No, io il menefreghismo se devo essere sincera, non l’ho visto. In tutto questo tempo ho visto, invece, una città che sa commuoversi, che sa essere comunità e che sa tornare a vivere. Cosciente di sé».

Il ricordo Chissà, magari un giorno piazza dell’Olmo porterà il nome di David Raggi. Gli amici ci sperano ancora e non intendono mollare. L’ultima riunione prevista è saltata per via dei recenti avvicendamenti al vertice della prefettura. «Per noi sarebbe un bel modo per ricordare lo splendido ragazzo che era, figlio di questa città, e come monito perché tragedie come questa non si ripetano». Alla fine, mentre beviamo e stiamo per salutarci, si alzano i calici: «Nessuno si offenda, ma anche questo è un gran bel modo per ricordarlo». Alla tua David, ovunque tu sia.

Ternana-Latina, lo striscione per David

Ternana-Latina, striscione per David in curva Nord

Allo stadio Prima della partita fra Ternana e Latina, in programma sabato al Liberati, i tifosi della curva Nord hanno esibito uno striscione: ‘David Raggi vive’. Un modo semplice e sentito per ricordarlo, nel primo anniversario della sua scomparsa. Sempre sabato, alle ore 17 nella chiesa di San Paolo (viale Rossini), si terrà una messa in suffragio.

 

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