Terni, Di Girolamo annuncia le dimissioni

Il primo cittadino chiederà la convocazione del consiglio per votare il dissesto e quindi rimetterà il mandato. Scontro-candidature nel Pd. L’addio del consigliere Zingarelli

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Voto sul dissesto finanziario del Comune di Terni e dimissioni: il sindaco Leopoldo Di Girolamo ha annunciato la ‘road map’ sua e dell’amministrazione comunale, giovedì pomeriggio, nel corso dell’assemblea comunale del Pd di Terni presieduta da Sandro Piccinini.

La richiesta Il primo cittadino ha affermato che scriverà formalente al presidente del consiglio comunale Giuseppe Mascio per chiedere la convocazione urgente dell’assemblea, chiamata ad esprimersi sul dissesto dell’ente dopo la bocciatura del ricorso di palazzo Spada alla Corte dei Conti centrale, per poi rassegnare – «un minuto dopo», ha detto Di Girolamo – le proprie dimissioni.

Scenari Se queste saranno irrevocabili – e dopo venti giorni dalla presentazione lo diventeranno automaticamente – si apriranno le porte al commissariamento dell’ente con la gestione dell’ordinaria amministrazione e l’indizione di nuove elezioni amministrative. Ma c’è anche la possibilità che dopo il ‘passo’, le forze politiche e sociali più vicine al sindaco diano il là ad una riflessione che potrebbe concludersi con la formazione di una nuova giunta, ‘accompagnata’ nel suo lavoro dai tre commissari dell’organo straordinario di liquidazione. Al momento nessuna delle due ipotesi può essere esclusa a priori, anche se la prima è considerata da più parti come la più probabile.

Altre tensioni Un’assemblea comunale, quella di giovedì, segnata da altre tensioni politiche, solo apparentemente non collegate al caos-Comune. Alcuni dei membri della minoranza ‘pardiniana’ – riferibili cioè all’area-Brega – sono rimasti fuori dalla sala perché convinti che la maggioranza del partito abbia operato ‘sotto traccia’ per mettere discussione la candidatura – ma sarebbe più corretto dire le ‘chance di rielezione’ – di Gianluca Rossi in parlamento, in favore di un altro nome – quello del vice prefetto aggiunto Simonetta Mignozzetti – gradito alla stessa maggioranza.

Senatore imbufalito La candidatura di Rossi – va detto – a Terni è stata ampiamente sostenuta dal Pd sia a livello comunale che provinciale. Le possibilità di rielezione dipendono però anche, e soprattutto, dal ‘posizionamento’ – collegio di Terni o proporzionale – su cui l’ultima parola spetta al partito nazionale. In queste ultime ore è stato lo stesso senatore, però, a ipotizzare con una certa decisione un passo indietro. Anche per chiamarsi fuori da una ‘guerriglia’ interna fratricida, da tempo evidente, che rischia di travolgere tutto e tutti.

«Di Girolamo vada avanti» Dal Pd di Terni, attraverso il responsabile della comunicazione politica Andrea Agnetti, giunge l’esortazione al sindaco-dimissionario ad ‘andare avanti’: «Il Pd di Terni secondo le indicazioni unanimemente votate dalla direzione dello scorso 16 gennaio a larghissima maggioranza, sarà protagonista attivo per una fase politica nuova e connotata da un’apertura verso un ‘patto per Terni’, in un confronto serio e franco con Governo e Regione con una rinnovata e partecipata agenda per le priorità della nostra amata città».

No passi indietro E se non fosse chiaro, il concetto viene poi ribadito: «Il Pd di Terni – prosegue la nota ‘licenziata’ dalla maggioranza dell’assemblea – riconosce pienamente il difficile lavoro operato dalle amministrazioni Di Girolamo e dai consiglieri che hanno sostenuto l’esecutivo, ovvero l’avere intrapreso un chiaro, duro, ma necessario percorso di risanamento del Comune ed è per questo che, pur nella dovuta e annunciata riflessione del sindaco, il Pd chiede a lui ed alla maggioranza di portare avanti questo compito, restituendo alla comunità ternana un ente che torni ad operare nei servizi, negli investimenti, nella qualità sociale ed accompagnando la ripresa». Il tira e molla è appena cominciato e interessante sarà capire quali equilibri politici potrebbe raggiungere e che sostegno potrebbe incontrare un Di Girolamo-bis (o forse è meglio dire ‘ter’) in consiglio comunale.

L’addio Intanto il consigliere comunale del Pd Andrea Zingarelli ha formalizzato le proprie dimissioni attraverso una lettera al presidente dell’assemblea Mascio: «In questi giorni – è un passaggio della missiva – ho reputato opportuno cogliere cogliere una possibilità lavorativa nel settore del diritto umanitario e della protezione internazionale che mi vedrà nei prossimi mesi impegnato fuori dal territorio comunale, impedendomi così di assicurare la presenza ai lavori del consiglio comunale di Terni. Ritengo quindi doveroso rassegnare oggi le mie dimissioni irrevocabili, dopo averle comunicate al sindaco, al capogruppo e alla mia forza politica tutta. […] Successi, fallimenti, speranze: si porta a casa un po’ di tutto. Accanto a degli errori, dopo questi anni duri e sconvolgenti almeno l’immaginazione circa cosa può diventare Terni è ancora intatta. La nostra città è infatti in profonda evoluzione e ha ancora tutte le carte in regola per mutare e diventare più adattabile alle sfide del presente. Spesso sono stato accusato da parte delle opposizioni (e non solo) di non essere intervenuto in maniera eclatante e in contrasto con la mia forza politica. Talora mi sono intimamente sentito in dubbio e magari in difetto con il ruolo che si presume un consigliere ‘giovane’ debba interpretare. Eppure presidente, per come ho deciso di educarmi alla politica ho sempre creduto nel dibattito interno ma anche nella compattezza esterna che, laddove non entri in contrasto con le convinzioni più etiche e sensibili, si può ben tradurre in lealtà (e non fedeltà) politica. Credo di poter affermare di non aver mai fatto venire meno (nelle sedi che ho reputato opportune e deputate) le mie idee, a costo di scontri anche duri». Al suo posto – l’assemblea è stata già convocata allo scopo – dovrebbe subentrare l’ex presidente del consiglio comunale Giorgio Finocchio.

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