Terni, donne e crisi: «Le più penalizzate»

È ‘rosa’ solo il 35% degli 85 mila occupati, Camusso (Cgil) ad Orvieto: «Serve un cambiamento culturale»

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In provincia di Terni le donne over 15 sono oltre il 52% della popolazione, ma rappresentano solo il 35% circa degli 85 mila occupati complessivi, una forbice che si allarga enormemente se si guarda ai ruoli dirigenziali e di maggiore responsabilità. Dati che testimoniano come le donne siano ancora le più penalizzate dalla crisi, sia in termini di occupazione che di retribuzioni. Di questo si è parlato nel corso dell’iniziativa organizzata giovedì ad Orvieto dalla Cgil di Terni dal titolo ‘Ripartiamo da qui’, alla quale ha preso parte anche Susanna Camusso, responsabile per le politiche di genere della Cgil nazionale.

Le parole della Camusso

«Non c’è dubbio – ha detto l’ex segretario generale della Cgil – che una così lunga stagione di crisi di cui non si intravede la fine accentui ulteriormente la disparità che le donne subiscono e soprattutto ne riduca l’autonomia e le possibilità di indipendenza fatto che può persino portare a conseguenze drammatiche sul versante della violenza subita, perché senza lavoro e quindi senza autonomia economica le donne sono molto più vulnerabili». A fronte di questa situazione, secondo Camusso, c’è bisogno, innanzitutto, di un grande cambiamento culturale: «Purtroppo è ancora necessario ribadire che le donne non sono oggetti, non sono proprietà di nessuno e la loro autonomia e autosufficienza va incentivata, ma per questo c’è bisogno di lavoro, c’è bisogno di restituire la possibilità di determinare il proprio futuro perché il venir meno di questa condizione imbarbarisce tutto e l’imbarbarimento delle relazioni, lo sdoganamento dell’odio, è oggi – ha concluso la Camusso – il vero problema di questo Paese».

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