Terni, dopo gli arresti un problema politico

Oltre al sindaco e all’assessore ai ‘domiciliari’, sei dei diciannove indagati fanno parte della giunta e della maggioranza di governo

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La maggioranza del consiglio comunale di Terni, nel pomeriggio di martedì «ha espresso la convinzione che il sindaco Di Girolamo e l’assessore Bucari saranno in condizione di chiarire ogni aspetto della vicenda e la legittimità del loro operato», ma ha pure deciso «di assicurare la funzionalità dell’amministrazione comunale sotto ogni profilo per quanto riguarda la giunta, il consiglio comunale e le commissioni, onorando gli impegni assunti e le scadenze pendenti». E va bene.

OPERAZIONE ‘SPADA’, LE IMMAGINI

Francesca Malafoglia

Gli indagati Il problema, però, è che di quella maggioranza e di quella giunta fanno parte sei degli altri diciannove indagati – la vice sindaco Francesca Malafoglia, che di fatto deve fare la sindaco in questo periodo, l’assessore Emilio Giacchetti, i consiglieri (ed ex assessori) Luigi Bencivenga, Silvano Ricci, Sandro Piermatti e Renato Bartolini – mentre altri quattro sono dipendenti di livello elevato – i dirigenti Renato Pierdonati e Luciano Sdogati, i funzionari Federico Nannurelli e Paolo Neri – e, insomma, la faccenda non è proprio semplice da gestire.

I FILONI DELL’INDAGINE ‘SPADA’

Il procuratore capo, Alberto Liguori

«Sempre le stesse coop» Soprattutto perché quello che per la Procura della Repubblica è un «meccanismo fraudolento» tendente favorire «sempre le medesime cooperative facendo ricorso, alternativamente ed ingiustificatamente, dapprima alla proroga degli appalti di servizio scaduti, cosi come poi alle procedura in economia e/o dell’affidamento diretto, anziché bandire una gara nuova». E con le stesse cooperative, quegli stessi indagati ancora nel pieno delle proprie funzioni, dovrebbero continuare ad avere rapporti.

COOP INDAGATE: «NULLA DA TEMERE»

I protagonisti La questione non è trascurabile visto che, sempre la Procura, dice che «la vicenda penale esaminata ha visto protagonisti sia la componente politica sia la componente tecnica del Comune di Terni», nei «bandi di gara e nelle lettere di invito a contrarre, ‘cuciti’ addosso alle cooperative sociali di tipo B, le uniche titolate a vestire il prodotto sartoriale come sopra confezionato». 

Problema politico Insomma, tanto per non girarci troppo intorno: il problema politico si pone, eccome. Non a caso da parte delle opposizioni è già partito l’attacco frontale: il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, mercoledì a mezzogiorno sarà a Terni e, pare già di vederlo, sparerà a palle incatenate. Ma la richiesta che da tutti coloro che non appoggiano la maggioranza che governa la città è una sola: le dimissioni. Che porterebbero al commissariamento del Comune e alle successive elezioni.

La maggioranza Di diverso avviso, ovviamente, il PD e le forze di governo: dopo le prese di posizione del senatore PD Gianluca Rossi, della presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, del segretario Giacomo Leonelli e della segreteria del PD Umbria, nella serata di martedì si sono espresse anche le segreterie comunale e provinciale di Terni del Partito democratico: «Le vicende che in queste ore stanno interessando la città di Terni ci colpiscono e ci addolorano. A Leopoldo Di Girolamo e a Stefano Bucari, che siamo certi sapranno dimostrare la loro totale estraneità ai fatti contestati, va tutta la nostra stima e solidarietà umana e politica. Rimaniamo in attesa di conoscere le motivazioni del provvedimento adottato e che la magistratura, della quale rispettiamo il lavoro, faccia velocemente chiarezza sulla posizione delle persone coinvolte. Sosteniamo, infine, la scelta del gruppo consiliare e della maggioranza di proseguire il lavoro amministrativo per il senso di responsabilità che da sempre caratterizza l’impegno del Partito Democratico per la città. La speranza è che al più presto si possa confermare l’onestà e la correttezza di due uomini e amministratori da sempre al servizio della collettività».

Le cooperative E sempre nella serata di martedì, con un post su Facebook, il presidente della cooperativa Actl, Sandro Corsi – a cui, come a Carlo Andreucci (Alis) è stato imposto il divieto temporaneo ‘di esercitare uffici direttivi di persone giuridiche ed imprese cooperative’ – ha detto la sua: «Carissimi cooperatori, cittadini e amici che mi e ci state mostrando anche con coraggio la vostra bella, solidale vicinanza vi ringrazio ma lasciate che il mio primo pensiero vada a chi sta subendo maggiori e ingiuste restrizioni».

 

 

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