Terni: «Ecco come uscire dalla crisi»

Cgil, Cisl e Uil presentano la piattaforma ‘Per un nuovo modello di sviluppo della provincia ternana’

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Salute, ambiente e sicurezza, infrastrutture, appalti e welfare e formazione. Sono queste le direttrici – secondo Cgil, Cisl e Uil – per un nuovo modello di sviluppo nella provincia di Terni. «Come sindacato confederale sentiamo l’esigenza di un contributo fattivo per far uscire dalla crisi un territorio che in questi lunghi anni è stato martoriato», è stato detto lunedì mattina in conferenza stampa. «Alla crisi economica in atto, si è aggiunta una vera e propria crisi politica e sociale. Non è da sottovalutare il momento in cui questa crisi ‘globale’ investe i cittadini e quindi i lavoratori, infatti, ci troviamo nel tempo in cui serve gestire le risorse che proverranno dal riconoscimento dell’Area di crisi complessa da parte del governo nazionale, ma anche dalla Regione. Ci sentiamo in dovere di avanzare qualche proposta che mettiamo a disposizione di una comunità, vogliamo ovviamente partire dal punto di vista dei lavoratori e delle lavoratrici che siamo chiamati a rappresentare ai tempi di ‘Industria 4.0’».

LA PIATTAFORMA ELABORATA DAI SINDACATI

Salute, ambiente e sicurezza

«Il sindacato vuole sviluppare la contrattazione per la riqualificazione del territorio, contro l’abbandono delle zone interne, contro il consumo del suolo e l’abusivismo, per la bioedilizia, contro la deforestazione e per la chiusura di tutte le discariche, sviluppando raccolta differenziata, recupero e riuso delle materie. La contrattazione dovrà svilupparsi anche per la tutela della biodiversità, per l’agricoltura e il turismo sostenibile. Osservazioni meteo dal 1953 al 2002 presso l’osservatorio ‘Federico Cesi’ di Terni hanno permesso di caratterizzare la città da un punto di vista meteoclimatico. L’innovazione in campo ambientale è l’insieme di metodologie, strumenti, opzioni tecnologiche ed organizzative che permettono ad un’amministrazione di innovare i propri processi, prodotti e servizi riducendo gli impatti ambientali generati sia diretti che indiretti. Per le pubbliche amministrazioni l’acquisizione di competenze in tema di eco-innovazione permette di comprendere le principali criticità ambientali del territorio e di definire politiche di sviluppo innovative in linea con gli indirizzi comunitari in materia di crescita sostenibile». Per la qualità dell’ambiente, secondo i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, «non va sottovalutato il processo dello smaltimento dei rifiuti. La raccolta dei rifiuti è stata attivata con le modalità del ‘porta a porta’ spinta in tutto il territorio ad eccezione di marginali aree dove per morfologia del territorio e densità abitativa l’attuazione del porta a porta sarebbe stato eccessivamente dispendioso. L’anno 2017 si è chiuso con una percentuale media di raccolta differenziata di oltre il 72% con punte di eccellenza in diversi comuni dove si sono raggiunte quote dell’80%. Anche dal punto di vista impiantistico, con riferimento particolare al trattamento dell’organico da raccolta differenziata, gli scarti e conseguentemente i relativi smaltimenti sono stati dell’ordine del 10%. Al fine di trovare un giusto equilibrio tra salvaguardia ambientale e sostenibilità tecnico-economica del servizio, tra risparmio del suolo, impiantistica e costi del servizio, è necessario che da parte della Regione, titolata al governo della gestione dei rifiuti, vengano individuati tutti i necessari presupposti per avere la necessaria certezza nella risoluzione della problematica. Si rischierebbe inoltre, nel caso contrario, di non avere il controllo dei costi del servizio. movimento sindacale ternano in questi anni ha investito parte degli integrativi, cioè di pezzi di salario, per migliorare le condizioni ambientali delle fabbriche. È necessario recuperare lo spirito di collaborazione degli anni settanta facendo di Terni e Narni un laboratorio. Rimettendo ordine al confronto tra tutti gli attori interessati: Organizzazioni sindacali, politica, istituzioni, associazioni datoriali, ponendo l’attenzione delle imprese alle problematiche ma anche alle risorse del territorio che vanno mantenute e salvaguardate, attraverso impegni finanziari per riqualificare e bonificare le aree inquinate. Tutto questo può sostenere l’idea del Mesop 2.0 per la prevenzione della salute e il benessere dei lavoratori e dei cittadini che sempre più credono nello sviluppo sostenibile».

AREA CRISI COMPLESSA, IL PD: «GOVERNO, SVEGLIATI»

Infrastrutture

Per Cgil, Cisl e Uil, «serve una visione di Smart city che accompagni le scelte politiche dei 18 comuni interessati all’area di crisi complessa. Quella visone colta e poi abbandonata di fatto dai comuni più importanti come Terni e Narni. Il Comune capoluogo è commissariato e di fatto è impossibile qualunque pianificazione, il Comune di Narni anche se in forte ritardo sta valutando soluzioni interessanti elaborate da alcuni ricercatori dell’istituto superiore di formazione e ricerca per i trasporti. Considerando la vocazione industriale dell’intera aera e che nella sola città di Terni entrano mediamente 500 tir al giorno, provocando una congestione del traffico con evidenti ricadute ambientali nell’ultima relazione dell’Arpa Umbria i Comuni di Terni e Narni sono le uniche aree urbane con valutazione scadente – insieme a Foligno – per quanto riguarda le Pm10, e insieme a Città di Castello per quanto riguarda il benzopirene. Migliori senza dubbio sono le caratteristiche della ferrovia, infatti, Terni e Narni sono ben collegate con Roma, e sempre più lavoratori si spostano verso la Capitale per lavoro. Se Terni si vuole rilanciare come una vera e propria porta dell’Umbria deve necessariamente valorizzare la sostenibilità ambientale e la qualità della vita. Vanno favoriti gli spostamenti con mezzi elettrici e a basso impatto, così come va introdotto il trasporto pubblico a chiamata, con i moderni sistemi di pianificazione della tratta a seconda della richiesta dell’utenza già in funzione in molte città europee. Certamente serve un salto di qualità delle amministrazioni locali a tutti i livelli, ma anche delle realtà produttive, i soggetti economici che operano nel settore della logistica sono ancora troppo piccoli e poco propensi a sostituire il mero trasporto alla logistica integrata. Oggi più che mai bisogna cavalcare la rivoluzione digitale in atto. Comunque il territorio mantiene una serie di aziende locali leader a livello nazionale e alcuni soggetti nazionali che hanno filiali a Terni e Narni, a partire da questo quadro di insieme proviamo a costruire la necessaria discontinuità con il passato. Riadattando il vecchio ma sempre più attuale e necessario progetto di metropolitana di superficie. La banda larga, alla stregua di acqua luce e gas, deve diventare un servizio essenziale, anche per riqualificare i piccoli centri delle aree interne per garantire tutte le connessioni materiali e immateriali con i principali comuni della provincia».

Appalti

Il sindacato, anche grazie all’accordo con Confindustria sulla rappresentanza, è chiamato «ad un salto di qualità e a cambiare il modo di rappresentare e di contrattare. C’è la necessità di una regia confederale, capace di promuovere coordinamenti intercategoriali in grado di elaborare protocolli con i committenti nell’ambito delle previsioni contrattuali e di legge, ed in particolare nelle materie della salute e sicurezza, salario, livelli occupazionali e promozione della contrattazione di secondo livello. Rilanciare la contrattazione di filiera significa equità di trattamento per tutti i lavoratori anche in termini di sicurezza, non è un caso che gli infortuni sul lavoro hanno un’incidenza maggiore quando ci sono maggiori interferenze e quando la filiera si allunga con appalto, sub appalto e sub sub appalto, proprio lì infatti inizia il cono d’ombra. Per fare questo ci dobbiamo porre il tema della trasversalìtà dei contratti e come portiamo le nostre controparti datoriali a ragionare sullo stesso nostro piano. Sempre più spesso il fronte padronale ‘spacchetta’ le aziende per impedirne la sindacalizzazione e per lasciare quell’ambito lavorativo isolato dal contesto in cui si trova. Gli appalti sono sempre più a ridosso dei processi produttivi e anzi cominciano ad integrarsi anche in alcune fasi lavorative. Se prendiamo il sito siderurgico di viale Brin, ci accorgiamo che i lavoratori degli appalti operano sia nella logistica che in intere fasi produttive non sempre coperti dal contratto metalmeccanico ma da altri, soprattutto quello dei multiservizi. Siamo partiti dalla visione dei consorzi per favorire l’impresa locale e la sua aggregazione come mero servizio alla multinazionale. È innegabile che anche su questo territorio ed in particolare nelle tre filiere principali si siano scaricati sui lavoratori degli appalti i problemi finanziari e produttivi delle aziende appaltatrici, che hanno cominciato a tagliare, ridurre e ristrutturare la parte più debole del sistema e quella ovviamente meno organizzata. Anche la nostra pratica contrattuale, per fare un po’ di sana autocritica, non è stata sempre coerente dove nei passaggi di appalto abbiamo lasciato sul campo diritti importanti, o peggio abbiamo dato risposte diversi a lavoratori delle stesse imprese, magari perché avevano vigenze contrattuali diverse. Per questo vanno costruiti rapporti di forza in grado di iniziare una controtendenza a questi processi. Questo lavoro deve trovare una sintesi a livello confederale; iniziare una moral suasion e se necessario una mobilitazione per arrivare ad una legge regionale sugli appalti, come ha fatto la Regione Toscana, anche se riferita solo agli appalti pubblici. In maniera complementare alla legge, serve un osservatorio sugli appalti per arrivare ad un protocollo provinciale con la cabina di regia presso la Prefettura di Terni, prendendo come modello quanto fatto al Comune di Bologna, anche in questo caso cercando di estendere l’efficacia agli appalti privati».

Welfare e formazione

«Liste di attesa snelle e vicine alle reali necessità dei pazienti, se si pensa che ad esempio esami urgenti possono sì essere fatti rapidamente ma a 50/60 chilometri di distanza senza pensare ai disagi di un anziano, magari solo e senza mezzo di trasporto per effettuarlo. Per quanto riguarda le ‘Case della salute H24’, bisogna passare dalla discussione alla realizzazione, magari aprendo un confronto con i medici di medicina generale e dotandole di strumentazioni adeguate. Utile anche all’alleggerimento del pronto soccorso, che nell’attuale disorganizzazione delle liste di attesa viene utilizzato impropriamente, favorendo l’utilizzo del privato ed escludendo di fatto chi non può permetterselo. Intrecciare esperienze e conoscenze tra gli aspetti contrattuali e quelli sociali partendo dalle reali esigenze dei nostri delegati e iscritti con un progetto da realizzare con le categorie interessate con uno strumento classico, ma sempre efficiente, cioè quello dei questionari, partendo da una zona campione come quella dì Maratta-Sabbione con alta intensità di fabbriche. Insomma si possono sviluppare ottimi spazi occupazionali anche di buona professionalità. Coinvolgere nel sistema delle convenzioni anche gli erogatori pubblici di servizi, sia negli accordi aziendali che nella contrattazione territoriale, aiutando anche i servizi pubblici ad intercettare i cambiamenti della domanda. Ci vuole una ‘sostenibilità sociale’, per una lotta alle disuguaglianze ed alle ‘nuove povertà’ che sono quelle minorili e dei giovani». Nella contrattazione territoriale, hanno detto in conclusione, «si potrebbe ipotizzare di fare degli accordi con le amministrazioni pubbliche, le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali, mettendo in sinergia le attività svolte dalle imprese del territorio con i servizi per il cittadino. Il sistema di welfare a supporto dei genitori lavoratori è importante per sviluppare benessere ed essere attrattivi. I fenomeni di violenza verificatesi in questi periodi, in diversi punti della città insieme al degrado sia materiale che culturale che sta attraversando la città di Terni necessità di attivare uno strumento di governance a livello locale. Governace che dovrebbe trovare la sua specifica competenza territoriale nell’ambito comunale, o attraverso il prefetto in modo da valorizzare l’indispensabile rapporto di prossimità con i cittadini e il collegamento delle aree degradate con l’intero tessuto urbano. Il quale potrebbe definire specifici patti di sicurezza, prevedendo l’azione congiunta degli attori operanti a vario titolo nelle aree degradate. Bisogna mettere in atto specifiche azioni, per promuovere interventi delle varie istituzioni pubbliche e soggetti rappresentativi del territorio. In una fase in cui le condizioni generali di crisi hanno determinato solitudini, disperazione e conflitti, rimettere insieme i bisogni e le persone rimane l’obiettivo da raggiungere».

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