Terni, ex Camuzzi: «Sede universitaria»

Il centro studi ‘Malfatti’ lancia la proposta e polemizza con l’attuale giunta: «Per certi progetti servirebbero teste di altissimo livello»

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del Centro Studi ‘Malfatti’

In relazione all’istanza di avvio del procedimento inviata alla Soprintendenza per i beni culturali dell’Umbria nel novembre del 2015, per la salvaguardia degli edifici storici residui nell’area dell’ex gazometro di Terni; dato che da quanto possiamo constatare in campo urbanistico ed edilizio è cambiata l’orchestra ma la musica è rimasta la stessa, elemento che ci induce a ipotizzare che certe politiche nella città di Terni le decidono i palazzinari, o almeno quelli che a questi forniscono le risorse finanziarie per costruire.

LE FOTO DELL’EX CAMUZZI

Avendo appreso, per il momento soltanto da una informale conversazione su un social network, della intenzione della giunta comunale di Terni di procedere alla attuazione del progetto figlio della precedente giunta di distruzione, ancora, dopo la Telfer, di tutti gli edifici dell’area ex Camuzzi, al fine di consentire la realizzazione di almeno un edificio a torre, di un centro commerciale e qualche posto auto, oltre a un po’ di verde pubblico, operazione edilizia che si prevede si estenderà anche al limitrofo piazzale Bosco; convinti della insensatezza del progetto di abbattimento di edifici di particolare valenza architettonica, seppure al momento di difficile lettura, stante la condizione generale di degrado dell’area, e ancor più convinti della inutilità della realizzazione di ulteriori cubature edilizie e di un nuovo cento commerciale, in una città che risente della crisi del commercio e del settore immobiliare almeno al pari di tutta la regione e dell’intera nazione, mentre i centri storici minori del comune di Terni registrano un degrado strutturale del patrimonio edilizio per il progressivo spopolamento; il nostro centro studi ha indirizzato al ministero dei beni culturali una richiesta di chiarimento in merito al procedimento di tutela dell’area da noi presentato nel 2015.

Ovviamente il solito assessore obbietterà che c’è crisi, non ci sono i soldi, l’area è in condizione di degrado e non la si può lasciare in quelle condizioni. Ma, per queste scuse non ci serve gente nuova al comando, che poi fa esattamente quel che facevano i predecessori, ci servono visionari capaci che sono in grado di pensare e programmare una città fatta per chi ci vive e non solo per le necessità dei costruttori e di quelli che hanno la necessità di investire certi soldi ancora e cronicamente in centri commerciali.

A due passi, proprio due, dall’area dell’ex gazometro si trova quell’enorme anacronistico contenitore del cosiddetto Centro multimediale, che ci pare si possa affermare che ha ampiamente fallito la sua missione e che invece potrebbe diventare una nuova, competitiva sede per la facoltà di ingegneria, che non si sa quale capocchia a suo tempo ha pensato di localizzare a Pentima. Tutta l’area ex Camuzzi potrebbe utilmente partecipare a disegnare un ambiente accogliente per gli studenti, con i suoi edifici in stile minerario del nord Italia, contribuendo a generare una offerta formativa altamente competitiva, almeno per quanto riguarda gli spazi e le strutture.

Ma per queste cose ci vogliono teste di altissimo livello, che non vogliamo affermare che non ci siano, ma almeno che scarseggiano in modo preoccupante. Speriamo che la smettano di pensare una città a misura di palazzinari e investitori, per continuare a deturpare l’ambiente urbano con centri commerciali, che per inciso tendenzialmente chiuderanno i battenti quasi in massa a causa dell’e-commerce, o con condomìni di dubbio gusto estetico destinati a rimanere vuoti.

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