Terni, Fondazione Carit Boom delle erogazioni

Previsti ben 7 milioni per il 2018 nel bilancio approvato dall’assemblea. Raddoppia l’avanzo di esercizio. Carlini: «Colte opportunità favorevoli. Il prossimo sindaco ami la città»

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di F.T.

7.017.543 euro: una cifra ben superiore a quelle degli esercizi precedenti ed anche ai 5 milioni ipotizzati nel documento programmatico previsionale stilato lo scorso ottobre. È l’ammontare degli stanziamenti deliberati Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni per il 2018 nei sei principali settori di intervento: ricerca scientifica e tecnologica (600 mila euro), arte, attività e beni culturali (2 milioni), salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa (600 mila), educazione, istruzione e formazione (717 mila), volontariato, filantropia e beneficenza (1 milione e 100 mila), sviluppo locale (2 milioni di euro).

Luigi Carlini e Ulrico Dragoni

Bilancio approvato Si tratta di uno dei dati più significativi del bilancio 2017 della Fondazione Carit, approvato venerdì pomeriggio a larga maggioranza dall’assemblea di palazzo Montani Leoni – un parere non vincolante, come previsto dallo statuto – e che il prossimo 27 aprile passerà al vaglio del comitato di indirizzo della Fondazione e quindi dell’organo di controllo rappresentato dal ministero dell’economia e delle finanze.

Patrimonio e ‘utile’ In crescita il patrimonio della Fondazione che ha superato i 200 milioni di euro, anche e soprattutto in ragione dell’incremento degli strumenti finanziari non immobilizzati. E dalla negoziazione di quest’ultimi discende il notevole balzo in avanti dal punto di vista del conto economico che ha prodotto un avanzo di esercizio di 11.798.632 euro, contro i 6.564.788 del bilancio 2016. Rispetto al documento economico previsionale, l’avanzo è risultato superiore di circa 9.055.000 euro.

«Grazie» «Il nostro profilo di rischio, dal punto di vista dell’utilizzo degli strumenti finanziari – osserva soddisfatto Luici Carlini, presidente della Fondazione Carit – è medio-basso ed in linea con i profili prudenziali delle fondazioni. Il lavoro condotto è stato di alto livello, grazie all’impegno del vice presidente Ulrico Dragoni, del segretario Cesare Di Erasmo, dell’advisor Angelo Drusiani, di tutti gli uffici e degli interlocutori finanziari».

Numeri positivi «Si tratta – osserva Carlini – di un bilancio molto favorevole rispetto agli anni precedenti, con un sostanziale raddoppio dell’avanzo di esercizio, legato al consistente impegno messo in campo dalla Fondazione Carit sul fronte finanziario a cui è stata dedicata un’unità operativa specifica. Lo abbiamo fatto per ‘spingere’ al massimo le nostre possibilità, nei limiti rigidi del controllo di rischio, e per avere a disposizione un flusso di denaro da poter riversare su progetti importanti per la città e per tutto il territorio di competenza».

«Un sindaco che voglia bene a Terni» Guardando al futuro, Luigi Carlini ha un auspicio: «Quello di poterci confrontare con interlocutori validi. Di associazioni meritevoli ce ne sono molte. Lo stesso ci attendiamo dalle istituzioni e, in questo senso, non ci interessa chi sarà il prossimo sindaco. L’importante è che voglia bene a Terni e che abbia a cuore la crescita e la rinascita della città, al di là di ogni appartenenza. Come Fondazione vogliamo confrontarci su progetti specifici, condividendo nuove ambizioni da attuare in tampi certi e rapidi».

«Una grande opera per Terni» «Nelle nostre ‘corde’, e ciò si potrà valuatare da come il comitato di indirizzo definirà le poste nei vari settori di intervento, c’è anche la volontà di dare vita ad una grande opera per la città. Non solo il recupero della fontana di piazza Tacito, ma un intervento significativo che resti nel tempo. Ciò comporterà uno sforzo da parte di tutti, ma dal nostro punto di vista abbiamo saputo mettere del ‘fieno in cascina’ a garanzia di un impegno che non verrà meno. In ogni caso abbiamo operato per incrementare al massimo anche le riserve perché tutto può sempre accadere e già abbiamo intuito che nel 2018 il panorama finanziario non consentirà di replicare la redditività dell’esercizio precedente. In ogni caso – precisa Carlini – il fondo di stabilizzazione delle erogazioni ammonta a 6.405.000 euro e ciò consente di rimanere costanti nelle erogazioni, impegnando cifre aggiuntive a fronte di progetti particolarmente significativi». Fra questi non sembra rientrare più, per il momento, l’acquisto dell’ex sede della Banca d’Italia da adibire a museo: «Diciamo che lo abbiamo messo in standby, individuando altre priorità anche in ragione della complessità del modello gestionale che caratterizza una struttura del genere. Siamo comunque sempre disponibili a rivedere i nostri piani».

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