Terni, futuro di Ast: il Ceo Hiesinger se ne va

Il numero uno di Tk saluta i dipendenti con una lettera: «Faccio questo passo in modo consapevole per consentire una discussione fondamentale sul futuro di ThyssenKrupp»

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Ormai avviata e agli ultimi passaggi formali la fusione tra Tata e ThyssenKrupp, arriva il colpo di scena: il ceo della multiazionale tedesca, Heinrich Hiesinger, lascia e saluta tutti i suoi 190 mila dipendenti, tra cui quelli dell’Ast. Lo fa con una lettera, diffusa giovedì, poco meno di una settimana dopo l’annuncio della formalizzazione dell’intesa che darà vita al secondo colosso dell’acciaio in Europa. E ora si aprono altri interrogativi in viale Brin, stavolta relativi ai futuri interlocutori nella discussione sul destino dell’acciaieria ternana.

Il messaggio al Mise Nella giornata di giovedì, intanto, il vice presidente della Regione Fabio Paparelli ha incontrato il ministro dello sviluppo economico Luigi Di Maio a margine di un’iniziativa sui centri per l’impiego che si è svolta a Roma. In quella sede è stato ricordato al titolare del Mise il nodo-Terni. Ma è il contesto della siderurgia nazionale a preoccupare, visto che giovedì si è svolto un incontro al ministero sul futuro degli stabilimenti di Piombino e lunedì ne è in programma un altro per parlare della situazione di Taranto. Che la questione siderurgica abbia, anche alla luce dei fatti di Terni, una valenza nazionale, sembra ormai piuttosto chiaro.

Il saluto «Cari colleghi – si legge nell’incipit della missiva di Hiesinger -, oggi ho chiesto al Comitato esecutivo e personale del consiglio di sorveglianza di trovare un accordo reciproco per porre fine al mio mandato di ceo della ThyssenKrupp AG. Questa decisione non è stata facile per me, anzi. Faccio questo passo in modo consapevole per consentire una discussione fondamentale sul futuro sviluppo di ThyssenKrupp. Questo è ciò che devo a ThyssenKrupp e a tutti voi».

Un passaggio Hiesinger lo dedica anche alla joint venture con Tata che, secondo l’ormia ex numero uno di Tk, «è il prossimo passo significativo per trasformare ThyssenKrupp in una forte azienda industriale. In tal modo ThyssenKrupp sarà molto meno dipendente dal business dell’acciaio ciclico. E molti di voi ricorderanno: questo era il nostro obiettivo, quando abbiamo iniziato con il nostro Strategic Way Forward nel 2011».

Francesco Ferranti

«C’è preoccupazione, intervenire» Il consigliere comunale e vice presidente provinciale vicario di Forza Italia Terni, Francesco Maria Ferranti, interviene su quella che di fatto è ormai una vertenza: «Dopo la fusione tra Tk e Tata – afferma – e le dimissioni del Ceo Hiesinger, è comprensibile che a Terni e in Umbria si sia generato allarmismo. Negli ambienti connessi alle nostre acciaierie e tra le rappresentanze sindacali c’è preoccupazione anche alla luce delle precedenti esperienze, vedasi Outokumpu. Ritengo necessario che le istituzioni locali, a partire dal Comune e dalla Regione, monitorino l’evoluzione di questa fusione industriale e che congiuntamente richiedano al Governo nazionale e in modo particolare al ministro del lavoro Di Maio, di intervenire e avere da parte della proprietà chiarezza sulla vicenda e sul futuro che riguarderà Ast. Il sito ternano – conclude Francesco Ferranti – è uno dei pricipali poli produttivi di acciaio italiani ed appare escluso dalle dinamiche di questa fusione. Mi attiverò affinché nell’immediato futuro, il consiglio comunale discuta in merito a questi scenari anche  confrontandosi con le rappresentanze sindacali ternane».

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