Terni, giorni caldi per Ast: «Unità e serietà»

«Il tema è la vendita da parte di Thyssen Krupp e al tavolo al Mise devono esserci il governo e la proprietà»: parla Fabio Paparelli

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«In queste ore ho sentito concetti fuori dal mondo sulla questione Ast. Qui credo sia il caso tutti capiscano che non parliamo di una vertenza, non è la prosecuzione del tavolo dello scorso 4 dicembre. Qui è in ballo la vendita, e quindi il futuro, di uno dei più importanti siti siderurgici nazionali ed europei. Quindi la siderurgia nazionale nel suo complesso. Per questo al tavolo devono esserci il governo e la proprietà».

«Vendita, non basta il Mise» Il vice presidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, ha storto il naso di fronte alla convocazione del prossimo 13 settembre al Mise, inviata dal dirigente ministeriale Giampietro Castano. Ma lo ha storto ancora di più di fronte a certe dichiarazioni: «La riunione convocata deve essere trasformata in qualcosa di altro, di diverso. Se gli stessi governi talvolta non hanno tutti gli strumenti per risolvere rapidamente certe partite, figuriamoci, con tutto il rispetto, l’ufficio vertenze del ministero».

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I precedenti «Ora – afferma il vice presidente della Regione – servono unità e serietà. Perché in passato centrosinistra e centrodestra sono stati sempre uniti nell’affrontare certe sfide. Sentire cosa afferma Liberati (il capogruppo del M5s in consiglio regionale, ndR) lascia perplessi. Se pensa che in precedenza ci siano stati degli errori, vi ponga pure rimedio visto che ora è al governo. Speriamo che a Terni non si ripeta però lo spettacolo indecoroso visto attorno all’Ilva di Taranto».

La lettera «Quanto scritto dalla presidente Marini (LEGGI LA LETTERA) al presidente del consiglio Conte e al ministro Di Maio, è stato condiviso da tutti e c’è stato l’assenso di tutti coloro a cui la bozza è stata inviata. C’è stata solo una piccola modifica, chiesta dal sindacato Usb e accolta. Senza unità di tutti, istituzioni e sindacati, non si va da nessuna parte. Mettiamocelo in testa».

«Non è una semplice ‘crisi aziendale’» Dal coordinamento dei circoli del Pd di Terni, giunge una nota sulla vicenda acciaierie: «Il governo accolga la richiesta della Regione Umbria e dei sindacati e intervenga con decisione in merito al destino delle acciaierie di Terni, dopo la recente joint venture tra Thyssen – Krupp e Tata Steel e le dimissioni del Ceo Heisinger. Nei mesi passati più volte è stato chiesto di chiarire la prospettiva di Ast, anche attraverso atti parlamentari e dichiarazioni pubbliche. Oggi – prosegue la nota – rinnoviamo tale richiesta convinti che al sito produttivo ternano e ai suoi lavoratori non servano ‘inutili rituali’ al ministero. Riteniamo necessario un salto di qualità nel confronto con la multinazionale tedesca, sapendo che a questo punto non si tratta solo di verificare la prospettiva della vendita di Ast. Il governo nazionale si faccia interprete attivo, anche verso la Commissione Europea, di una richiesta esplicita alla ThyssenKrupp inerente le strategie a medio e lungo termine e il futuro delle produzioni di acciaio inossidabile in Italia. Tutto ciò, anche in ragione della sempre maggiore influenza che soggetti finanziari esercitano nei confronti della multinazionale tedesca, consiglia di evitare di richiedere generici incontri al Mise, trattando la vicenda come se fosse una ‘crisi aziendale’».

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