Terni: «Giunta monca» Sindaco: «Non è vero»

L’attacco di Marco Cecconi (Fratelli d’italia-Alleanza Nazionale: «Ripristinare la legalità» e la replica di Di Girolamo: «Affermazioni non veritiere»

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Marco Cecconi

L’attacco era stato frontale: «Il sindaco (l’unico organo istituzionale, per ora, legittimamente in carica oltre al consiglio comunale) dia immediata comunicazione, a tutti gli interessati, della nullità della pseudo-delibera adottata dalla pseudo-giunta, di cui al surreale annuncio della Malafoglia (pseudo-delibera relativa, per inciso, all’assegnazione di alcune sedi a centri sociali e simili). Se la Malafoglia non lo sapesse, Terni, infatti, in questo momento, una giunta comunale non ce l’ha: giacché con l’arresto dell’assessore al bilancio e la conseguente sospensione decisa dal Prefetto, l’esecutivo è sceso al di sotto della soglia minima prevista dal nostro stesso Statuto. Per quanto ci riguarda, segnaleremo immediatamente questa situazione al Prefetto stesso, evidenziando le regole tutte ternane di cui sopra, che vanno a sommarsi alle normative generali, affinché per quanto possibile venga ripristinata a Palazzo Spada un minimo di legalità». A dirlo era stato il consigliere comunale Marco Cecconi (FdI-An), che poi aveva rincarato la dose.

IL ‘CASO’ COMUNE DI TERNI 

La composizione della giunta (presieduta dal sindaco Di Girolamo), 28 dicembre

«Senza Vergogna» Perché Cecconi era andato avanti: «Il punto è che, ancora una volta, la realtà supera la fantasia: e la protervia di ciò che resta di quanti sarebbero chiamati ad amministrare la città va oltre ogni limite di decenza. Senza pudore e senza vergogna, convinti come sempre di poter bypassare qualunque norma e riadattarsela su misura (ma la Procura, come è noto, non è per niente di questo avviso e neppure la magistratura contabile), fanno finta di niente e si azzardano persino a “deliberare”, in spregio ad una città che ancora una volta si ritrova allo sbando e senza governo. Tranquilli, però: dal PD di ogni latitudine (da Terni a Roma, passando per Perugia), stanno per tirare fuori dal cilindro il coniglio di un super assessore che, a quanto pare, verrebbe addirittura catapultato dall’alto, nientemeno che dalla Capitale, per sostituire l’incauto Piacenti D’Ubaldi. E, soprattutto, per sminestrare quel bel po’ di grana che dovrebbe arrivare grazie alle prebende dell’area di crisi complessa e altre partite affini. Una delle poche vere ragioni – questo bel po’ di grana e l’annessa spasmodica voglia di metterci sopra le mani – alla base di tutto questo spettacolo indecente. E di questo indecente tentativo del sindaco e compagni di sopravvivere a se stessi».

Altre accuse Secondo Cecconi «I tentativi, pur se onesti e generosi, di convincere Di Girolamo a tornare sui propri passi e revocare il nuovo piano di riequilibrio che lui invece si è appena fatto approvare in consiglio comunale dalla sua maggioranza, si scontrano – e per questo sono destinati a fallire – con la vera ragion d’essere della decisione del Sindaco e compagni di chiedere un prestito allo Stato per ripianare i debiti (il famoso accesso al cosiddetto ‘fondo di rotazione’). La vera ragion d’essere di questo piano numero 2 è presto detta. Di Girolamo & C. erano ben consapevoli del fatto che il piano numero 1, quello di un anno fa, era del tutto menzognero, con una durata prevista per il riequilibrio assolutamente velleitaria, una massa passiva indeterminata e previsioni d’entrata altrettanto aleatorie: proprio le ragioni in base alle quali tutti coloro che sono stati chiamati a valutare quel piano (dal Ministero degli Interni alla Corte dei Conti) l’hanno bocciato senza se e senza ma. Incassata la prima bocciatura, a cifre invariate, il destino del ricorso presentato da Palazzo Spada era con altissima probabilità del tutto identico. Ma una seconda bocciatura, questa volta a Roma da parte delle Sezioni riunite della Corte dei Conti, significherebbe per legge una cosa sola. E cioè il fatto che, dal prossimo 24 gennaio (data dell’udienza), il Comune di Terni verrebbe dichiarato in dissesto. Ergo, tutti a casa, Commissario, elezioni anticipate, incandidabilità per gli anni a venire, esattamente quello che l’attuale sindaco intende evitare a tutti i costi pur di restare dov’è».

Leopoldo Di Girolamo

Il sindaco replica Leopoldo Di Girolamo, però, fa sapere che «l’amministrazione comunale ha avuto conferma dal segretario generale dell’Ente che gli atti adottati dalla giunta comunale sono legittimi, in quanto l’organo deliberante è nel pieno delle sue funzioni. L’assessore Vittorio Piacenti D’Ubaldi è infatti, a norma della legge Severino, sospeso, non decaduto, come ha avuto modo di comunicare la Prefettura. Si tratta di una situazione che peraltro, purtroppo, non è nuova per il nostro ente e questo aspetto è già stato chiarito in passato sia in sede amministrativa che in consiglio comunale. Parlare quindi di pseudo giunta, di pseudo delibera è solo una affermazione arbitraria, peraltro di cattivo gusto istituzionale, in quanto non mostra alcun rispetto per gli organi dell’Ente che sono elemento essenziale dell’ente, a prescindere delle persone che momentaneamente ricoprono la carica. D’altronde tutta la nota che parla di pseudo delibera è caratterizzata da affermazioni non veritiere e da allusioni, un tono e una sostanza che poco si addicono a una forza politica il cui rappresentante vorrebbe presto candidarsi alla guida della città».

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