Terni: «Il Briccialdi statalizzato dal 2018»

I vertici dell’istituto martedì sono stati ricevuti dal ministro Fedeli: «Ci ha detto chiaramente che non siamo a rischio. Continuiamo a lavorare per sanare i debiti»

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di Francesca Torricelli

«Siamo andati all’incontro con il ministro Valeria Fedeli con tante paure. Siamo tornati ‘a casa’ invece con più certezze e molte speranze. Il nostro istituto non è a rischio e la statalizzazione potrà partire dal 2018». Martedì mattina la presidente e il direttore dell’istituto musicale Briccialdi di Terni, Letizia Pellegrini e Marco Gatti, insieme ai parlamentari umbri del Partito Democratico Marina Sereni e Gianluca Rossi, sono stati ricevuti dal ministro per discutere del futuro dell’istituto. La presidente Pellegrini e il direttore Gatti hanno consegnato al ministro un dossier completo su tutti i punti di forza, di criticità e le caratteristiche dell’istituto.

Le paure «La nostra più grande paura – spiega la presidente Letizia Pellegrini – era quella di non riuscire a rientrare nella statalizzazione, dato che questa può essere garantita solo a una parte degli istituti musicali a livello nazionale. Siamo quindi andati all’incontro per perorare la causa del Briccialdi, ma abbiamo trovato un Ministro che sapeva già quale fosse la situazione dell’istituto. Sapeva chi eravamo, come lavoravamo e ci ha anche ringraziato per il lavoro che stiamo portando avanti».

Eccellenza Il Briccialdi, così come l’Azienda ospedaliera di Terni, fa notare Letizia Pellegrini, «per la sua eccellenza copre anche l’area del reatino e del viterbese. Poco meno della metà degli allievi infatti risiede fuori provincia e fuori regione, distribuita omogeneamente tra le province di Viterbo, in cui non c’è conservatorio (17 allievi); Rieti e provincia (per lo più dall’area Sabina, 36 allievi); aree della provincia di Perugia (22 allievi); Roma (35 allievi) e provincia (26 allievi). Per questo motivo, una volta andate in porto tutte le consistenti strategie di promozione e di attrazione del conservatorio, si porrà anche il problema di una struttura ricettiva adeguata al suo sviluppo».

Gli stipendi «Abbiamo spiegato al ministro come ci siamo impegnati per allargare il ventaglio per il reperimento dei fondi, ma che ovviamente ci vogliono i tempi tecnici perché queste cose portino i risultati. Finché il ministero non ci garantirà la copertura degli stipendi, e per questo ci vorrà qualche anno, noi dobbiamo continuare a cercare fondi per tutto il resto. È vero che gli stipendi sono l’87% del bilancio, ma è anche vero che il resto serve a mantenere tutto questo così com’è». L’offerta formativa è coperta da un totale di 48 docenti di cui 33 in pianta organica (27 di ruolo, 5 supplenti, un contrattista), un direttore in pianta organica che conserva la docenza, 12 a contratto di collaborazione, 2 pianisti accompagnatori a contratto.

Il fabbisogno Il Briccialdi, per il funzionamento ordinario, ha un fabbisogno annuo totale di circa 2.100.000 euro. Le spese per il personale docente ammontano a circa 1.800.000 euro. Tutto il resto delle spese (utenze, manutenzione ordinaria, servizi, fornitori) ammonta statisticamente a circa 300.000 euro annui. Le entrate annue certe, per un totale di 1.270.000 euro, sono costituite da: convenzione con il Comune di Terni (fino a tutto il 2018) 650.000 euro; tasse e contributi allievi 220.000 euro; finanziamento della Regione Umbria (introdotto quest’anno e per un triennio) 150.000 euro; finanziamento ordinario Miur (variabile) 250.000 euro.

Buone notizie Un’ulteriore boccata d’ossigeno arriva dal Miur. «Quest’anno il ministero – dice la presidente – ha trovato ulteriori risorse che chiedono siano spese, però, nel 2018, quindi ci verranno accreditate entro dicembre 2017. Questa può essere, insieme al finanziamento ordinario del ministero, la convenzione con il Comune, la nuova convenzione con la Regione, le rette e tutto quello che riusciremo a recepire dai progetti che stiamo attivando, la base per iniziare il nuovo anno e arrivare in qualche modo alla statalizzazione. A questo punto la nostra battaglia diventa più ragionevole».

Il debito L’attuale situazione debitoria dell’istituto consiste nel debito con il Comune di Terni, soggetto (in base alla convenzione vigente) a piano di ammortamento trentennale a rate annue, per un totale di 2.006.321 euro è relativo ai mancati rimborsi del personale comandato sin dall’istituzione dell’istituto; il debito con Inps e Agenzia delle Entrate, ad oggi ammontante a 880.000 euro, ma soggetto a rivalutazione progressiva, per il quale si prevede di negoziare una rateizzazione; altri debiti per un totale di circa 97.000 euro per fatture fornitori e ore aggiuntive docenti. Ora lo scoglio più grande è quello di «dover andare a rateizzare il debito che abbiamo con lo Stato, perché quello è veramente ostativo per la statalizzazione». Il ministro Fedeli martedì mattina ha chiesto al senatore Rossi «di impegnarsi nel reperimento dei fondi necessari per supportare l’istituto in questo percorso».

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Pellegrini e Gatti

Rassicurazioni e tempi «Il ministro ci ha comunque detto chiaramente che il nostro istituto non è a rischio. Ci sono in Italia delle realtà con pochissimi iscritti e che se ci sarà da tagliare si farà lì. Quindi, complessivamente, per i nostri parametri siamo salvi. La statalizzazione partirà, a scaglioni e con un ulteriore reperimento di risorse – 20 milioni al momento stanziati dal Miur -, in realtà dall’anno accademico 2018/2019. Da quello che abbiamo capito la situazione ternana al ministro sta in qualche modo a cuore, ma è chiaro che al momento sono solo parole».

«Forte impulso» Per il direttore Gatti al momento «non si può dire se l’istituto è salvo o meno, questo lo vedremo nei prossimi mesi, la cosa certa è che il Briccialdi delle persone, così come amo definire la parte viva dell’istituto che non si è mai fermata, riceve da un’indicazione del genere un forte impulso e forte determinazione ad inaugurare un nuovo anno accademico con una prospettiva che ci auspichiamo tutti quanti possa essere sempre più luminosa».

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