Terni, il Pd e le mense: «Qualità sostenibile»

Il segretario del partito prende posizione: «Chi rappresenta i cittadini, non deve prenderli in giro facendo promesse irrealizzabili»

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di Jonathan Monti
Segretario del PD di Terni

Sul futuro della refezione scolastica nella nostra città, così come su ogni altra vicenda, ogni forza politica ha il dovere di evidenziare con chiarezza la propria posizione, mettendo al centro la cosa più importante, ovvero la qualità del cibo da dare ai nostri bambini.

Non può e non deve esserci spazio per polemiche e bassezze che qualificano soltanto chi le promuove, perché come sempre è accaduto nella storia, chi più urla come fanno i tuttologi di una parte della minoranza in consiglio comunale, è colui che ha paura del confronto democratico sul merito delle vicende, perché sa che su quello per loro non c’è partita.

Per carità, capiamo il terrore di chi ha perso le ultime tre elezioni di fila e non facendosene una ragione è costretto a passare la giornata a cercare disperatamente la polemica di turno in attesa che arrivi la quarta sconfitta. Ma sulla salute dei bambini, cioè dei nostri figli, nipotini, fratellini o sorelline, non possiamo permetterci il lusso di giocare alla polemica.

Possiamo litigare su tutto, siamo pronti, ma su questo proprio no, sulla salute dei bambini non si scherza.

Stiamo ai fatti, e non alle chiacchiere: l’elevato livello della qualità delle mense a Terni, è l’elemento che il Partito Democratico e le sue rappresentanze istituzionali intendono continuare a garantire, e se possibile a migliorare. Lo possiamo fare sul serio, promuovendo in maniera esplicita già nel prossimo bando la scelta di individuare il cibo utilizzando una “filiera corta” con una produzione a “chilometri zero”.

Insieme all’utilizzo di prodotti biologici, alla certificazione del cibo e della sua provenienza, questi due ulteriori requisiti garantirebbero tre aspetti importantissimi.

I nostri bambini mangerebbero nelle mense scolastiche cibo proveniente dai produttori delle nostre campagne, cioè lo stesso cibo genuino che molto probabilmente i genitori gli fanno mangiare a casa propria, e questo contribuirebbe anche a promuovere l’educazione alimentare dei bambini.

Il “chilometri zero”, oltre alla qualità, garantirebbe anche un minor inquinamento dovuto a minori costi economici e ambientali per il trasporto del cibo.

La “filiera corta” diminuirebbe i passaggi tra il produttore del cibo ed il consumatore, aumentando in maniera evidente la riconoscibilità e la provenienza del prodotto.

Accanto alla qualità del cibo che è la nostra stella polare, c’è anche l’aspetto della sostenibilità dei costi, per raggiungere l’obiettivo di elevati standard di servizio e qualità.

Chi ambisce a rappresentare i cittadini, ha il compito di non prenderli in giro facendo promesse irrealizzabili, ma piuttosto di dire loro le cose come stanno, e di partecipare insieme a loro le scelte più giuste.

È vero, è aperta una discussione sul tema del numero dei centri di cottura della nostra città.

È aperta perché tante realtà umbre e nazionali, anche molto più grandi della nostra città, da anni hanno fatto la scelta del centro unico di cottura cittadino, diminuendo di molto i costi e lasciando invariata la qualità del cibo; anche in città nelle quali i pasti giornalieri sono oltre 25.000, e non 3.500 come a Terni, ovvero 7 volte di più.

È aperta perché il costo per i genitori di ogni pasto a Terni è di poco più di 3 euro, molto più basso di tante altre città, vedi Perugia e Parma dove chi governa ha ridotto i centri di cottura ed esternalizzato il sevizio. La sostenibilità economica delle attività comunali è oggi un parametro necessario; e anche doveroso nei confronti dei cittadini che rappresentiamo, perché da loro siamo stati delegati a compiere le scelte dando all’ente che amministriamo lo stesso valore che diamo alle nostre cose personali.

La logica del buon padre di famiglia deve valere per la qualità del cibo che diamo nelle mense ai bambini, e contemporaneamente anche per la sostenibilità economica del livello sia del servizio che della qualità stessa.

Per questo riteniamo necessario che l’amministrazione comunale prosegua e rafforzi un percorso di partecipazione tra comune, enti preposti al controllo della qualità del cibo, e genitori. Come PD ci impegniamo affinché da questo percorso esca la chiara indicazione di rafforzare ulteriormente gli standard qualitativi del cibo, puntando su prodotti biologici, certificazioni, filiera corta e chilometri zero, come parametri principali e intoccabili, per un futuro sano dei bambini al fianco dei loro genitori.

La sostenibilità economica del servizio dovrà essere assolutamente garantita facendo una scelta discussa e partecipata; essa è legata sia alla scelta sul mantenimento del numero dei centri di cottura, sulla loro riduzione ad uno o ad un numero intermedio; sia all’esternalizzazione completa del servizio o meno; sia alla propensione dei genitori a contribuire al mantenimento ed al rafforzamento della qualità del cibo per i propri figli, valutando la loro disponibilità ad una riparametrazione del costo del pasto a quello medio delle altre città.

Alta qualità e sostenibilità economica possono andare di pari passo.

Ci lavoriamo tutti insieme, istituzioni, politica e genitori?

Il PD è a disposizione, le istituzioni da noi governate sono la casa di tutti i cittadini. Se ciascuno ci metterà del suo, faremo cosa utile per la salute e la crescita dei nostri bambini.

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