‘Bianchina’ a Terni, intera gara revocata

In un primo momento il Comune aveva cancellato solo metà procedura: martedì il nuovo passaggio, si deve ripartire da zero. Sette mesi cancellati

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di S.F.

Percorso completato, si riparte da zero. Perché il Comune di Terni in un primo momento aveva annullato in autotutela solo ‘metà’ gara – vale a dire tutto ciò che è accaduto dal 13 maggio, pre nomina della commissione esaminatrice – e invece c’è la novità che azzera tutto: la procedura per l’affidamento in gestione dell’impianto sportivo ‘Bianchini’ di via Narni è cancellata per intero. Si deve ricominciare.

L’ANNULLAMENTO PARZIALE PER UN DOPPIO PROBLEMA: PASTICCIO DEL COMUNE

Il ‘Diego Bianchina’

I passi successivi e le richieste

La procedura era stata ‘tagliata’ – ad agosto – a metà a causa di un doppio abbaglio di palazzo Spada: la violazione relativa alla non convocazione dei candidati aventi diritto alla prima seduta pubblica (tre i gruppi in ballo, a far presente il problema fu l’Associazione sportiva dilettantistica Campomaggio di Stefano Capitanucci) e soprattutto la coincidenza tra il Responsabile unico del procedimento e il presidente di commissione, ovvero il geometra del Comune Fausto Marroccolo. Bene. Cosa è successo poi? Il 3 ottobre scorso il Centro sportivo italiano – per loro ci fu l’aggiudicazione provvisoria il 26 luglio – ha chiesto che le offerte di gara rimanessero valide: è quello che aveva intenzione di fare l’amministrazione di fatto.

Palazzo Spada (foto Nicola Severino)

Guaio segretezza

Non si può fare. E lo spiega lo stesso Rup il motivo: «Tale richiesta si pone in contrasto con quanto affermato con il principio di segretezza delle offerte; infatti sono illegittime le operazioni valutative compiute da una seconda commissione di gara nominata in esito all’annullamento d’ufficio della nomina (viziata) della prima, in quanto effettuata dopo l’apertura delle buste contenenti le offerte tecniche, già esaminate e scrutinate dalla prima commissione e, quindi, in spregio della regola che impone la segretezza delle offerte. La valutazione delle offerte inserite in buste già aperte implica la violazione del principio di segretezza, nella misura in cui l’attività valutativa sia concentrata su offerte i cui contenuti avevano ormai perso senza rimedio i caratteri indefettibili della riservatezza e dell’anonimato, essendo stati già conosciuti. Il principio di segretezza non tutela solo le offerte, ma anche i concorrenti partecipanti alla gara». Riscontro: «Risulta evidente che nel caso di specie i concorrenti si trovano in concreto in condizioni di conoscere quali sono i potenziali offerenti, di fatto determinando una violazione della par-condicio; fino a quando non sia intervenuta l’aggiudicazione definitiva rientra nel potere discrezionale dell’amministrazione disporre l’annullamento del bando di gara e degli atti successivi». Pasticcio completato.

L’annullamento

Il risultato è che si passa da una mezza gara annullata all’intera procedura azzerata: interrotte tutte le fasi della procedura. Ora saranno avvisati i tre concorrenti – le manifestazioni d’interesse furono cinque in realtà, poi ne sono rimasti dimeno – e a stretto giro il Comune indirà un nuovo iter. Da ricordare che la prima determina a contrarre risale al 1° marzo 2019: gettati al vento sette mesi.

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