Terni, in Ast si torna a scioperare

Protesta indetta per giovedì dalle rsu, presidio in Regione: «Inaccettabile non avere ancora il piano industriale, interinali a rischio. Politica e istituzioni dove stanno?»

Condividi questo articolo su

Dopo giornate di calma – almeno apparente – torna ad alzarsi la tensione all’interno dell’Acciai speciali Terni: le rsu, nel corso della riunione che si è svolta lunedì, hanno infatti deciso di proclamare quattro ore di sciopero a turno per tutti i dipendenti, per giovedì 21 marzo, con contestuale presidio sotto la sede della Regione, a Perugia. I rappresentanti dei lavoratori, infatti, non solo ritengono «inaccettabile che a distanza di sei mesi dall’inizio del piano finanziario, ancora non sia stato definito un piano industriale che tuteli complessivamente il sito», ma sottolineano anche «che ad oggi non si è evidenziato nessun intervento da parte istituzionale e politica, volto a sostenere tale confronto e a ricercare soluzioni di prospettiva condivise».

TUTTO SU AST – LEGGI

Il nodo somministrati

In una nota le rsu ribadiscono il loro «giudizio negativo rispetto a volumi e mix produttivi, rispetto a livelli occupazionali (dove segnalano la scadenza a fine mese di circa 30 lavoratori somministrati, ndr), a investimenti e a ridistribuzione economica, materia di diritti e tutele di secondo livello, che fin ora sono state proposte solo in forma verbale dalla direzione aziendale». Per i delegati di fabbrica è importante «comprendere la reale entità e la chiara locazione degli investimenti finalizzati al miglioramento ambientale, utili dal nostro punto di vista a poter consentire e a rafforzare come avvenuto per tanti anni in passato, una possibile e sostenibile coesistenza di vivibilità tra azienda e cittadinanza».

Dito puntato contro la politica

Viene inoltre valutato «negativamente» il non rispetto degli impegni assunti presso il ministero dello sviluppo economico, principalmente «in relazione alla convocazione di un nuovo incontro previsto per metà marzo e ad oggi chiaramente disattesa». Ma la critica, come detto, riguarda anche il mondo istituzionale e politico, accusato di non essere intervenuto per sollecitare l’azienda ad mettere nero su bianco il proprio piano. «Le rsu di Ast – conclude la nota- invitano tutti i lavoratori sia operai che impiegati alla massima adesione alle iniziative e li invitano a non fornire più disponibilità, salvo quanto previsto contrattualmente, ad una direzione aziendale che costantemente persegue solo ed esclusivamente i propri interessi».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli