Terni, indagine ‘Spada’: prime archiviazioni

L’inchiesta assume una forma più delineata. Restano i filoni del verde pubblico, cimiteri, cascata delle Marmore e mense scolastiche

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Con il passare del tempo e lo sviluppo delle indagini, condotte dal pm Raffaele Iannella, l’inchiesta ‘Spada’ – oltre a portare all’esecuzione di misure cautelari ‘clamorose’, come quelle nei confronti del sindaco Leopoldo Di Girolamo e dell’assessore Stefano Bucari – finisce anche per assumere una forma più compiuta e delineata. Va in questo senso la decisione della procura di archiviare alcuni dei sette ‘filoni’ che, ipotizzati in un primo momento, avevano portato al sequestro di documenti, lo scorso novembre, ed all’iscrizione nel registro degli indagati di diverse persone.

DI GIROLAMO SOSPESO DALL’ORDINE DEI MEDICI

Leopoldo Di Girolamo e Stefano Bucari

In archivio Sarebbero almeno due le vicende, finite inizialmente all’attenzione dell’autorità giudiziaria, su cui non sarebbero stati ravvisati gli estremi per procedere in sede penale: i lavori di adeguamento dell’impianto antincendio del Caos ed il ‘project financing’ al vaglio del Comune per una parte della pubblica illuminazione. Fra gli indagati, per queste vicende, figurano lo stesso Bucari, il dirigente comunale Renato Pierdonati e il funzionario Federico Nannurelli le cui posizioni sarebbero state stralciate e, quindi, archiviate in relazione ai citati ‘filoni’.

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Verde pubblico

Cosa resta Restano così in piedi non solo le questioni che lo scorso 2 maggio hanno portato all’emissione di misure cautelari, in parte revocate, nei confronti del sindaco ed altre tre persone – il verde pubblico, la gestione dei servizi cimiteriali e la gestione dei servizi turistici presso la Cascata delle Marmore – ma anche quella relativa all’appalto per la gestione delle mense scolastiche che il gip Federico Bona Galvagno ha ricordato nelle sue ordinanze, evidenziando come le indagini siano tuttora in corso.

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Renato Pierdonati

Attesa Intanto sono destinate ad emergere a breve le determinazioni dello stesso giudice in merito a quattro dei dipendenti comunali coinvolti nell’indagine ‘Spada’ e interrogati nella giornata di venerdì in tribunale. Per due di loro, Paolo Neri e Claudio Brugia, il pm Raffaele Iannella ha rinunciato a chiedere la misura – la ‘sospensione dall’esercizio dei pubblici uffici ricoperti in seno al Comune’ – ipotizzata nel corso delle indagini. Misura che è invece stata chiesta per i citati Pierdonati e Nannurelli, anche in seguito all’interrogatorio di fronte a gip e pm. Neri è difeso dall’avvocato Carlo Orsini mentre gli altri tre sono assistiti dall’avvocato Francesco Donzelli del foro di Terni.

Di Girolamo e i suoi legali

Sindaco e assessore Per quel che riguarda il sindaco Leopoldo Di Girolamo, attualmente ristretto ai domiciliari, e l’assessore ai lavori pubblici Stefano Bucari, che in ragione della misura interdittiva è stato sospeso dall’esercizio della propria funzione, il ricorso al tribunale del riesame verrà depositato a stretto giro. Fra martedì e mercoledì per quel che riguarda il primo cittadino, difeso dagli avvocati Attilio e Daniele Biancifiori e dallo studio Calvi di Roma, mercoledì per l’assessore, assistito dall’avvocato Roberto Spoldi. Circa il sindaco, c’è ‘riserva’ sulle argomentazioni specifiche del ricorso che verranno illustrate nell’udienza, che deve essere ancora fissata, di fronte ai giudici del Riesame. A seguito dell’interrogatorio, invece, il gip aveva già revocato qualsiasi misura cautelare a Sandro Corsi (coop Actl) e Carlo Andreucci (coop Alis).

Il gip Federico Bona Galvagno

Il processo ‘parallelo’ Quella di mercoledì sarà una giornata ‘calda’ anche per un altro fronte che vede sotto inchiesta il Comune e in particolare diciassette assessori e tre dirigenti. Il procedimento è quello relativo all’aggiudicazione del servizio di smaltimento del percolato dell’ex discarica comunale di vocabolo Valle. Diverse le analogie con l’indagine ‘Spada’, a partire dal pm – Raffaele Iannella – che anche in questo caso contesta il reato di ‘turbata libertà degli incanti’ per il frazionamento dell’appalto che avrebbe permesso di eludere la normativa comunitaria, alterando la libera partecipazione delle imprese agli incanti. Spetterà al gip Federico Bona Galvagno decidere chi, fra i venti, dovrà difendersi in un eventuale processo.

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