Terni, investitori cinesi per il polo chimico

Contatti in corso per lo sbarco di un’unità produttiva basata sul ‘fiocco’ della Beaulieu. Previste decine di nuovi posti di lavoro

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di F.T.

Innestare una nuova produzione partendo da ciò che c’è già. In questo caso il fiocco di polipropilene. È la semplificazione – estrema – alla base di ciò che potrebbe avvenire nel corso dei prossimi mesi nell’ambito dell’ex polo chimico ternano. L’interesse di una multinazionale cinese per la produzione, in loco, di materiale assorbente – destinato ad esempio ai classici pannolini – potrebbe portare a Terni un investimento di svariati milioni di euro e decine di posti di lavoro. Non poco, considerando i tempi.

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Gli incontri

C’è un certo riserbo, comprensibile, sull’operazione. Ma almeno un paio di incontri – presenti gli imprenditori interessati al progetto, la Regione, Confindustria Umbria, rappresentanti del Ministero dello sviluppo economico – si sono già tenuti e le prospettive sembrano interessanti. Nessun ‘closing’, come si dice in gergo, ma impegni e un interesse che si spera possa essere concretizzato – nero su bianco – nel giro di qualche settimana.

L’idea

Tutto parte dalla volontà di una multinazionale ‘made in China’ di realizzare in Europa un’unità produttiva. A Terni c’è la Beaulieu, fornitrice di una materia prima di qualità – il ‘fiocco’ – che, unita alle competenze che il territorio è in grado di mettere a disposizione, può rappresentare la chiave di volta dell’intero progetto. Il percorso è in itinere e la conferma viene da Antonio Alunni, presidente di Confindustria Umbria: «La scelta è in fase di valutazione e noi, come Confindustria, abbiamo offerto tutto il supporto possibile. La risposta a livello territoriale, locale e umbro, ma pure nazionale è stata immediata, pronta e di altissimo livello. Visto che territorio ternano-narnese non può competere con altri, più arretrati, sul costo del lavoro o dell’energia, abbiamo messo in campo la nostra vocazione tradizionalmente industriale. Un ragionamento che ha trovato molto interesse».

«Competitivi sulla qualità»

«Cosa abbiamo ‘venduto’ in questo ragionamento? Qualità del lavoro e i legami che consentono di compensare i gap di costo con altre realtà: aspetti caratterizzati da un valore importante. Questo ci fa capire, nell’auspicio che tutto vada a buon fine, quanto siano importanti il fattore umano e la formazione. Dopotutto l’Italia resta sempre il secondo paese europeo in ambito manifatturiero e la nona potenza economica mondiale. Abbiamo persone eccellenti e dobbiamo continuare, con la componente formativa, a crescere e compensare certe carenze numeriche che oggi danneggiano le imprese». I presupposti ci sono, non resta che incrociare le dita.

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