«Io l’ultimo pastore, così ci uccidono»

Terni, la storia di Mauro Piergentili, ‘capraro’ per scelta: «Prezzi dei pascoli alle stelle. La montagna non è più dei ternani». Interviene l’assessore Fatale: «Dialogo con l’Afor»

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di F.L.

«Le montagne di Terni ormai non sono più dei ternani. Ci hanno tolto la possibilità di pascolare, così ci costringono all’estinzione. Rivogliamo i nostri pascoli». Mauro Piergentili, 43 anni, è di fatto uno degli ultimi pastori di Terni (ne è rimasto solo un altro a Cesi), un lavoro che svolge da quando – 15 anni fa – ha deciso di seguire le orme dei genitori e con la moglie ha aperto un caseificio a Monteargento. Una scelta decisa e consapevole – sveglia alle 4,40 tutte le mattine, poi una lunga giornata di fatica fino all’ora di cena -, una professione che ama e che vorrebbe tramandare anche alle nuove generazioni, ma che da qualche anno – spiega – è diventata sempre più difficile da svolgere. Colpa dei prezzi esorbitanti dei terreni su cui pascolare, dal 2016 ad oggi schizzati alle stelle.

La vicenda

«Per tanti anni – racconta Piergentili – non abbiamo avuto nessun problema, si pascolava liberamente, tra Monteargento e Miranda. L’ultimo pascolo l’ho fatto nel 2016, cioè fino a quando, per 60 capre e 48 ettari, ho pagato al Comune di Terni, proprietario dei terreni, 92,40 euro l’anno. I problemi sono nati con il passaggio della gestione dei terreni all’Afor (Agenzia Forestale Regionale, ndR). Nel 2017, per soli sei mesi di pascolo e 60 ettari, mi hanno chiesto 2.073 euro, aumentati ulteriormente a 4.800 l’anno successivo. Cifre esorbitanti per noi che viviamo di poco. E tutto questo, tra l’altro, senza che fosse stata apportata nessuna modifica ai terreni, visto che baita e abbeveratoi sono rimasti gli stessi, ormai vecchi. Perché questo accanimento?».

L’appello

Da tre anni a Piergentili non rimane altro che lasciare le sue capre (oggi 106) in stalla, nutrendole con il fieno che è costretto ad acquistare. «Però io sono un pastore e stare nel recinto fa male – dice, ribadendo quanto scritto in uno sfogo che su Facebook nei giorni scorsi ha raccolto centinaia di like e commenti di solidarietà -. A me piacerebbe andare a pascolo e leggere tanto, pregare, sentire musica, scrivere poesie. Voglio andare a pascolare sui prati, libero di stare solo, di vedere le bestie mangiare senza problemi». Intanto intorno ai terreni pubblici che confinano con il suo allevamento sono comparse le recinzioni, mentre nel folignate gli hanno offerto dei terreni «a cifre decisamente molto più oneste». «Ma io sono nato qui – continua -, conosco queste terre e non voglio andarmene».

L’assessore Fatale: «Dialogo con l’Afor per i pastori ternani»

A rispondere e rassicurare Piergentili è l’assessore comunale all’agricoltura, Stefano Fatale. «La convenzione tra Comune e Afor è stata firmata dalla precedente amministrazione e ha una durata ventennale, dunque noi non abbiamo potuto fare altro che prenderne atto. Ma il nostro obiettivo – afferma Fatale – è comunque quello di aprire a breve un dialogo con l’Agenzia forestale, per studiare soluzioni che possano permettere anche ai pastori ternani, già dal prossimo anno, di svolgere il loro lavoro. Magari accedendo a bandi europei per il pagamento della retta oppure creando aree per il pascolo più piccole, così da abbattere i costi. Intanto invieremo una comunicazione all’Afor per chiedere formalmente la modernizzazione delle fontane e dei manufatti presenti nei terreni».

Simonetti (M5s): «Situazione inaccettabile. Ne parleremo in consiglio»

Interviene, sulla vicenda, anche il capogruppo del Movimento 5 Stelle al Comune di Terni, Luca Simonetti: «Trovo inaccettabile che persone di buona volontà, che svolgono lavori durissimi, vengano messe in condizione di spezzarsi la schiena solo per pagare tasse balzelli e fare i conti con una burocrazia schizofrenica e priva di logica. È mia intenzione sottoporre quanto prima all’attenzione del consiglio comunale questa questione perché si trovi immediatamente una soluzione a tutela dei produttori locali. Produzioni che oltre a rappresentare un settore di sviluppo economico con molti margini di crescita, si intersecano profondamente con il turismo ed il marketing territoriale, oltre ad avere una forte valenza sociale soprattutto grazie all’azione di presidio sul territorio che compie chi vive e lavora nelle aree rurali e montane. Ricordiamo a chi si sveglia ora che sono anni che il M5s, all’interno dell’assemblea legislativa umbra e nei comuni, cerca di fare chiarezza rispetto a quello che più volte abbiamo denunciato come ‘il furto dei pascoli’. Un furto subito principalmente dagli allevatori locali.Troppo spesso – aggiunge Simonetti – chi, nella nostra regione, vive davvero di pastorizia, non riesce a far pascolare i propri animali nei terreni di montagna umbri. Grandi estensioni sono infatti affittate da anni a società, in genere del nord Italia, che non solo si tengono i fondi esclusivamente per fruire dei crediti europei, ampliando virtualmente le proprie superfici, ma non ci portano nemmeno le bestie. Valuteremo bene quello che sta accadendo nel nostro comune perché una soluzione va trovata immediatamente».

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