Terni: «Le farmacie saranno vendute»

Il consiglio comunale lo ha deciso nella giornata di lunedì. Sull’operazione pesa però il ricorso al Tar presentato dalla Filcams Cgil

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«Bando alle ciance, abbiamo detto che le farmacia si vendono e si venderanno». Non hanno detto proprio così, i consiglieri di maggioranza al Comune di terni, ma il senso – al momento di votare, lunedì, l’atto di indirizzo relativo alla trasformazione di FarmaciaTerni in Spa e sulla vendita, in due anni, del 90% delle quota ai privati – è stato proprio questo.

Il piano di riequilibrio Anche perché la vendita di FarmaciaTerni è un punto imprescindibile del piano di riequilibrio dei conti del Comune, il cui disavanzo effettivo ammonta a poco meno di 55 milioni di euro (tre milioni e mezzo solo nel 2015). Per rimettere (forse) a posto la partita, già da ottobre il Comune aveva deciso di fare ricorso ad un ‘piano di riequilibrio pluriennale’.

IL PIANO DI RIEQUILIBRIO

schermata-2016-12-21-alle-14-26-24Gli interventi Nel quinquennio in cui il Comune conta di mettersi in ordine con i conti, sarà portato avanti un massiccio piano di alienazioni (lo schema è qui a destra) ed oltre la metà delle somme necessarie per ripianare il tutto (quasi 8 milioni) si conta di incassarle con la vendita delle farmacie comunali, mentre tre milioni dovrebbero arrivare dalla cessione ad Ater di una serie di immobili – a Terni e Piediluco – altri due dalla cessione dell’area di vocabolo Stanno dove è previsto un insediamento a prevalente uso commerciale, un milione e mezzo dalla cessione di una serie di parcheggi, un milione dall’alienazione della palazzina ex Dicat e l’ultimo mezzo milione dalla vendita di due aree minori, una in centro e una in periferia. Il totale, ovvio che si parla in teoria, perché poi tutta quella roba dovrà essere effettivamente venduta e ad i prezzi ipotizzati – «ma è prevista una verifica semestrale dello stato di avanzamento della procedura, con possibili revisioni delle strategie in funzione degli esiti», ha spiegato Piacenti D’Ubaldi – dovrebbe garantire il pareggio.

Gli emendamenti Rispetto all’atto originario, peraltro, la maggioranza ha fatto delle modifiche: intanto ha aggiunto un passaggio relativo alla necessità di garantire i livelli occupazionali; poi ha messo in evidenza la necessità di attenersi alle norme relative alla costituzione di società mista pubblico-private e poi ha imposto alla giunta di mettere a verifica del consiglio tutti gli atti relativi alla gara per la vendita.

Le ‘criticità’ Tralasciando che sull’intera faccenda potrebbe mettere bocca il Tar, al quale ha fatto ricorso la Filcams Cgil, c’è da segnalare la ‘pregiudiziale’ posta da Valentina Pococacio (M5S), che ha ricordato che, siccome «Almeno su una delle tre farmacie che il Comune ha ricevuto in regalo nel tempo (la Falchi e le due Comunali; ndr) c’è un vincolo sulla destinazione di utilizzo e sugli introiti da destinare a fini pubblici; come si garantirà il rispetto del vincolo in caso di vendita». L’assessore Piacenti D’Ubaldi ha replicato che «questo aspetto rientra tra quelli che meritano particolare attenzione». Ma comunque le farmacie si vendono.

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