Terni, acqua ‘privata’: «Saremo in Comune»

Non solo le opposizioni ma anche Terni Valley, No Inceneritori, Vas saranno in consiglio il 10 dicembre quando si parlerà della cessione delle quote del SII da Asm ad Acea

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Le azioni di Asm in mano ad Umbriadue Scarl e quindi Acea? La prospettiva è questa, nell’ambito del Servizio Idrico Integrato che gestisce l’acqua pubblica nel ternano. In fretta e furia la questione – già transitata in giunta con l’avallo di Asm – verrà posta all’attenzione della commissione consiliare competente e del consiglio comunale nelle giornate di lunedì e martedì prossimi. Ma il tema è bollente, perché la cessione delle quote – pari al 18% per un valore stimato in circa 6 milioni di euro – per le opposizioni in Comune è un colpo di mano di quelli da censurare, nel merito e nel metodo. Con quelle quote Umbriadue sale al 43%, con un peso specifico importante nel contesto della società dell’idrico ternano.

Opposizioni all’attacco

Quindi, dal Pd al M5s fino Senso Civico e Terni Immagina, sono barricate: «Riteniamo inaccettabile – scrivono Federico Pasculli (M5s), Francesco Filipponi (Pd), Alessandro Gentiletti (Senso Civico) e Paolo Angeletti (Terni Immagina) – la vendita delle quote Sii a favore di Umbriadue, controllata di Acea. Inaccettabile per le tempistiche assurde che non consentono al consiglio comunale di avere tempi congrui per approfondire ed esprimersi su un tema così importante. Senza contare che si intende procedere senza alcun confronto con i cittadini, che di fatto sono i veri proprietari di quello che è un bene comune. Un bene che non può diventare moneta di scambio per risolvere altre questioni aperte (il pensiero delle opposizioni va al ‘no’ all’incenerimento di ulteriori rifiuti deciso dal Comune di Terni per l’impianto Acea di Maratta, ndR) tra Comune e Asm e tra Asm e Acea. Inaccettabile per la modalità che di fatto sconfessa il programma del primo cittadino. Un voltafaccia del sindaco difficilmente negabile alla luce delle sue recenti dichiarazioni a fianco dell’ex assessore Dominici. Inaccettabile nel contenuto. Va anche sottolineato – osservano le opposizioni – come il presidente di Asm, recentemente audito in terza commissione, nonostante le domande specifiche, non abbia proferito parola ai consiglieri comunali nascondendo di fatto un’operazione già conclusa. Ci troviamo di fronte all’ennesimo schiaffo della buona prassi del confronto democratico, il tema è troppo importante per essere trattato alla chetichella tentando goffi colpi di mano».

Terni Valley riepiloga e bacchetta

L’associazione Terni Valley mette tutti in fila gli interventi nel merito, per poi dire la sua in maniera non più tenera. «Il 18 ottobre 2018 l’assessore Melasecche, in merito alla possibilità del Comune di Terni di riappropriarsi della gestione del servizio idrico locale, dichiarava: ‘In questo senso mi sento di poter parlare di ‘orgoglio ternano’, di una comunità che si riappropria di ciò che è suo. Il 10 Novembre 2018 l’allora assessore Dominici, sullo stesso tema, proseguiva ‘Siamo comunque pronti ad andare avanti per ottenere quell’obiettivo che non è altro il controllo dell’acqua da parte dei cittadini-consumatori, coloro che pagano e che hanno diritto a servizi efficienti e dai costi giusti‘. Il 5 dicembre 2019 la giunta comunale propone d’urgenza al consiglio comunale di autorizzare Asm Spa alla cessione del 15% delle proprie azioni detenute nella Sii. Potremmo entrare nel merito della legittimità o meno di cedere ad un privato quote di mercato di un servizio essenziale come quello della gestione della rete idrica. Potremmo discutere delle modalità frettolose nel gestire un tema così delicato, senza in alcun modo coinvolgere o sensibilizzare la città. Tuttavia – affermano da Terni Valley – ci soffermeremo ancora una volta su quella che per noi è la vera emergenza di questa città: stiamo navigando a vista. Ci muoviamo a zig-zag, secondo traiettorie incerte, alla ricerca di soluzioni temporanee in ogni ambito: sociale, ambientale, industriale. Manca una visione di ampio respiro, un piano di sviluppo ragionato e coerente. La disoccupazione giovanile è al 33%, le condizioni ambientali di acqua, terra e aria pessime, l’industria incapace di guardare in qualsiasi direzione che non sia il passato. Quando la segnaletica orizzontale sarà stata rinnovata, i pini tagliati e le luci di Natale smantellate, quando staremo ancora a discutere se aprire o meno la Ztl, sarà troppo tardi. Il 10 dicembre alle 16 saremo in Comune, con rabbia e passione, per difendere un bene pubblico come l’acqua e per chiedere una visione per questa città».

No Inceneritori: «Il Comune fa cassa ‘alla chetichella’»

Altrettanto critico il comitato No Inceneritori: «Prima o poi doveva succedere. Il Comune di Terni, con delibera del 5 dicembre 2019, comincia a vendere pezzi del bene pubblico allo scopo di fare cassa, e già che si trova, vende a procedura diretta ai soliti noti. Asm, società di proprietà del comune, vende il 15% del Sii, Sistema idrico integrato, ad Umbriadue, società di proprietà privata in mano ad Acea, che così passerà al 40% delle azioni diventando socio di maggioranza. E non è tutto: condizione per la conclusione della trattativa per Acea è una modifica dello statuto del Sii. Il Comune vende la gestione di un bene primario come l’acqua senza alcuna garanzia che la gestione Acea e le modifiche richieste allo statuto del Sii non vadano a colpire i diritti dei cittadini di Terni; chi ci dice che invece il nuovo statuto non vada ad aumentare proprio il potere di controllo del socio privato? Il Comune ricorda che il referendum del 2011, che stabilì una volta per tutte che l’acqua non è un bene di scambio, a Terni ha ricevuto il voto favorevole di più del 90% dei votanti? È intenzione del Comune quella di svendere altri pezzi del bene pubblico per fare cassa così, alla chetichella, nella speranza che i ternani non si accorgano di niente? Nell’ultimo rapporto di Cittadinanzattiva viene riportato il dato vergognoso dell’Umbria: la seconda regione in Italia con la tariffa più alta e ancora quasi il 50% dell’acqua immessa nella rete viene dispersa. Qual è stato il vantaggio per i cittadini della creazione del Sii con dentro un socio privato? E in generale, alla luce del combinato disposto della vicenda dei rifiuti urbani che Acea vuole per il suo inceneritore e di questa privatizzazione di fatto del Sii, la politica tutta, ha capito quale sia stato il danno capitale di permettere ad Acea di prendersi fette importanti di governo del territorio? Il bene pubblico richiede un dibattito pubblico». Lo stesso comitato annuncia che il 10 dicembre alle ore 16, in occasione della seduta del consiglio comunale, sarà in aula per far sentire la propria voce.

L’altolà di Fora: «Prima ai privati e di fuori regione?»

Anche il consigliere regionale Andrea Fora (Patto Civico per l’Umbria) esterna tutte le proprie perplessità ed estende il discorso su un piano più ampio: «Passate le elezioni regionali – afferma – è un susseguirsi di voci o di fatti che evidenziano una svendita ai privati del bene pubblico-acqua. Pochi giorni fa la notizia sui quotidiani di una presunta iniziativa volta a far ottenere al socio privato Acea il controllo di Umbra Acque, la più grande società umbra erogatrice del servizio idrico. In questi giorni invece il Comune di Terni autorizza Asm alla cessione del 15% delle proprie azioni detenute nel Servizio Idrico Integrato, dando di fatto il via libera alla cessione in favore di Umbriadue, detenuta dalla multiutility romana Acea. La Lega e la Tesei – continua Fora – hanno declamato i loro classici slogan, ‘l’Umbria agli umbri’ e ‘prima gli umbri’. Queste azioni ci fanno invece temere che su questa partita, e altre come la salute pubblica e i rifiuti, siamo al ‘prima i privati e di fuori regione’. Ascolteremo con molto interesse le dichiarazioni programmatiche della giunta regionale e vigileremo, dando battaglia se necessario, affinché l’acqua non venga ceduta completamente ai privati».

Il circolo Vas di Terni

Pierluigi Rainone del circolo Verdi, ambiente e società di Terni è sulla stessa lunghezza d’onda: «Il Comune di Terni non tiene per nulla in considerazione l’esito referendario del 2011 che sancì il principio che l’acqua dovesse essere un bene pubblico e non gestito dai privati come sta avvenendo. La Lega e Fratelli d’Italia confermano, se mai ce ne fosse stato il bisogno, la loro vera natura: partiti neoliberisti contrari alle esigenze dei cittadini e dei ternani. Il Servizio idrico nelle mani di privati, Acea, significherà aumento esponenziale delle tariffe e peggioramento dei servizi per scarsa manutenzione degli acquedotti e delle condutture. Invitiamo i ternani a venire in gran numero martedì 10 dicembre alle ore 16 in consiglio comunale per far sentire la propria voce di totale dissenso a questa, ennesima, scelta sciagurata della giunta Latini».

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