Terni, Lega in tensione Arriva la Saltamartini

Troppe tensioni nel partito e nel governo cittadino. Roma interviene incaricando la parlamentare – una sorta di ‘tutor’ – anche in vista delle prossime tappe elettorali. Gentiletti attacca

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Un passo dalle conseguenze ancora tutte da decifrare. Ma significativo perché intanto riguarda il primo partito a Terni. Poi perché sposta la lente anche sulle divisioni che hanno segnato negli ultimi mesi l’attività politica della giunta comunale, prima che del partito. Perché il partito-Lega, finora a Terni, è stata più espressione – a volte estemporanea – dei rappresentanti che siedono in Comune (esecutivo e consiglio), che di una struttura forse ancora troppo fragile a dispetto del 29% superato alle ultime amministrative. E poi, dal sindaco leghista più ‘a sud’ d’Italia alle elezioni regionali in vista, meglio cautelarsi per non sprecare proprio quel patrimonio di consensi così rapidamente cresciuto sull’onda salviniana.

Barbara Saltamartini

Decisionismo salviniano

La scelta viene da Roma, avallata e forse assunta dallo stesso ministro dell’interno e leader Matteo Salvini: l’attività della Lega, a Terni, verrà ‘monitorata’ – una sorta di commissariamento ma senza defenestrazioni – dalla parlamentare Barbara Saltamartini, presidente della X Commissione attività produttive della Camera. Federico Cini, segretario locale, verrà per il momento affiancato. Non è solo lui – anzi – il motivo di una scelta del genere, assunta con il consueto decisionismo salviniano e che ricorda certi presidenti calcistici che cambiano tutto, ‘resettano’ le cose, quando la squadra sta ancora all’apice. Ma lascia intravedere qualche crepa agli ‘addetti ai lavori’.

Divisioni

Non è un particolare mistero che all’interno della giunta Latini – con il sindaco forse chiamato ad assumersi anche qualche ‘onere’ politico in più in questa fase, da punto di riferimento del partito a Terni – esista una divisione abbastanza marcata. Due nomi su tutti: gli assessori Fabrizio Dominici – di questi tempi in linea tanto con il sindaco quanto con il consigliere regional-comunale Emanuele Fiorini – ed Enrico Melasecche. Due pilastri dell’esecutivo, due calibri pesanti per personalità e peso politico. Il primo viene dato decisamente vicino al ministro-segretario, l’altro – concreto e instancabile – ha già dimostrato di avere orecchie importanti che lo ascoltano in quel di Roma, oltre che un bagaglio di voti significativo.

Futuro da decifrare

Che questa spaccatura – emersa su temi che vanno dal progetto di recupero dell’ex mercato coperto al palasport, ma pure sulle nomine per le ‘partecipate’ del Comune – non c’entri nulla con quanto deciso a Roma, in pochi lo credono. Fra i compiti della ‘tutor’ Saltamartini, quello di farla ‘rientrare’ per il bene dell’amministrazione e del futuro politico della Lega, a Terni e non solo. Compito accessorio: indicare la strada per un partito che sia in grado di far sentire la voce e il proprio peso specifico sui temi d’attualità, ma pure nel contesto umbro dove Terni è da sempre sottorappresentata. E chissà che non siano proprio le elezioni regionali una delle chiavi per disinnescare certe frizioni.

La nota ufficiale, senza specifica

Nella prima mattinata di mercoledì arriva la nota ufficiale della Lega Umbria. C’è l’annuncio, pur senza specificare che tipo di ruolo avrà: «Umbria impegnata con un turno importante di amministrative, la Lega rinnova l’attenzione su Terni e invia a sostegno una persona di esperienza e capacità quale Barbara Saltamartini (presidente commissione attività produttive già interessata alla questione Ast). Quest’ultima porterà la sua esperienza al servizio della Lega a Terni che quindi si rafforza. Già da questo sabato ci troveremo insieme alla Saltamartini per intensificare il lavoro intrapreso».

Gentiletti: «Sindaco preso in ostaggio»

Il capogruppo di Senso Civico attacca: «La città ha problemi seri che necessitano di essere affrontati, subito e con incisività per fare questo serve che chi è stato eletto alla carica di primo cittadino dia il tempo, il ritmo e gli indirizzi politici a tutti gli attori sociali. Serve soprattutto che non perda il suo e nostro prezioso tempo nel prestare il fianco a polemiche inutili. Non posso non notare che, invece, per l’ennesima volta, non è cosi. Oggi ricompare alle cronache cittadine per due notizie: il conmissariamento nazionale da parte della Lega e la sua partecipazione sabato ad un convegno promosso da associazioni antiabortiste, che non riconoscono le famiglie omosessuali, che vogliono limitare l’autonomia scolastica e l’educazione senza pregiudizi dei bambini, a cui il Comune ha dato addirittura il suo patrocinio. La maggioranza è divisa non su come affrontare i problemi della città, la cosiddetta valle dei veleni, ma per l’assegnazione delle nomine alle partecipate. Il sindaco è preso in ostaggio e si fa addirittura commissariare da parte della Lega nazionale. La Lega nazionale non compare per restituire i soldi del piano periferie, maggiori unità di polizia ma solo per mettere sotto tutela il suo sindaco in questo momento in cui deve provvedere alle nomine delle partecipate. Il senatore Candiani ha omesso nei giorni scorsi qualsiasi passaggio a Terni, recandosi a portare quello che ha definito un dono al sindaco di Perugia e non alla nostra città in dissesto. Il sindaco, intanto, non trova il tempo per incontrare l’Anpi, per partecipare personalmente alle commemorazioni con le autorità militari per Germinal Cimarelli, per andare a Perugia a firmare il protocollo contro omofobia e bullismo, a difendere i centri giovanili, ma sabato mattina parteciperà ad un convegno di cui, sinceramente, la città non ha alcun bisogno e che rischia di riaprire ferite e lotte ideologiche dannose. Lo invito pubblicamente a cambiare passo: a non partecipare a quel convegno, a rifiutare il commissariamento, ad alzarsi in piedi e a battere i pugni rivendicando dal governo nazionale ciò che ci spetta. Lo invito ad essere finalmente il sindaco della città che lo ha eletto e non della politica che lo ha sponsorizzato e ora rischia di affogare lui e l’intera città».

Valdimiro Orsini (Pd)

«Il cambio di passo ormai è ufficializzato – evidenzia il consigliere comunale del Pd Valdimiro Orsini – le questioni di Terni verranno decise a Roma, dal commissario che la Lega nazionale si è affrettata a individuare ad appena otto mesi dalle elezioni amministrative. Nonostante una chiara, iniziale, investitura popolare che non ho difficoltà ad ammettere chiara, la Lega, il sindaco e tutta la maggioranza di centro destra hanno dimostrato che non sono in grado di gestire una città di 110 mila abitanti. In questi mesi all’interno del centrodestra si è litigato su tutto, anche sull’impossibile. Arrivando a situazioni di stallo su nodi fondamentali per la città: ancora una volta chiedo che cosa vuole fare questa amministrazione sul Verdi, sull’ex mercato coperto, sulla gestione della Cascata, sul Palasport, sulle partecipate. L’unica cosa sulla quale hanno trovato unità è quella di incrementare in maniera vertiginosa i costi della politica, con l’attuale giunta che percepisce oltre 35 mila euro al mese contro i 17 mila di quella precedente. Costi della politica che andranno addirittura a triplicarsi nel caso delle partecipate con Terni Reti che, invece di essere guidata da un unico amministratore, sarà gestita da un cda di tre persone, in maniera tale da accontentare tutte le varie anime». In questi mesi secondo Orsini, «il sindaco e il centrodestra hanno parlato tanto di identità cittadina, di autonomia della città arrivando persino a fotografarsi vicino a scritte becere e prive di alcun contenuto politico o amministrativo. L’approdo è un commissario che arriva da Roma. Deve essere, invece, Terni a decidere, deve essere la politica di questa città a indicare percorsi e interessi cittadini. Nell’interesse di Terni mi auguro che il commissario romano riesca a fare almeno una cosa, a stabilire un contatto con il governo nazionale, cosa che il sindaco e la maggioranza di centrodestra non sono riusciti a fare. Sui temi dell’ambiente, del dissesto del Comune, sulle infrastrutture, perché la Lega non si rivolge al suo Governo nazionale? Perché, invece, osteggia tutte le proposte di legge che puntano a riconoscere un intervento nazionale su una grande città che ha bisogno di un sostegno governativo per continuare a svolgere un ruolo strategico per il Paese sui temi della produzione, del recupero ambientale, dello sviluppo innovativo? Chiedo che il governo nazionale intervenga sul piano periferie, restituendo a Terni i 13 milioni e mezzo tolti, sull’area di crisi ambientale, sulla vicenda Ast dove occorre finalmente chiarezza sui destini dell’azienda».

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