Terni, madre denuncia i pusher del figlio

Dagli abissi al recupero in comunità. In mezzo salute, soldi e affetti buttati. Ma anche la volontà di riscatto e quattro imputati per spaccio ed estorsione

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Deposizioni drammatiche, per il valore evocativo di fatti che oggi sono alle spalle ma che hanno segnato le vite di ciascuno di loro. Della madre-coraggio la cui denuncia alla polizia ha fatto scattare le indagini, del figlio cocainomane, oggi sulla piena via del recupero dopo oltre due anni presso la Comunità Incontro di Molino Silla (Amelia) e del fratello di quest’ultimo, spettatore – suo malgrado – di una situazione che ad un certo punto sembrava finita in un abisso. Da cui si è risaliti dopo un malore grave, uno sfogo/confessione e il lavoro degli inquirenti della sezione antidroga della squadra Mobile di Terni.

Debiti e minacce

Quello in corso di fronte al tribunale di Terni in composizione collegiale, oggi, è un processo che vede imputate quattro persone accusate non solo di aver ceduto continuamente droga al ternano – M.C. che oggi ha 37 anni – ma anche di averlo minacciato per ottenere il pagamento di quei debiti maturati nel tempo, fino al dicembre del 2016, circa 7 mila euro in tutto, legati ad un consumo intensivo (fra i 4 e i 5 grammi al giorno per una spesa quotidiana di circa 200 euro) di cocaina da parte del giovane.

Nell’abisso

Quest’ultimo aveva visto la sua vita scivolargli via piano piano dalle mani, perdendo tutto: soldi, amici, lavoro, persino la compagna che lo aveva mollato ad una settimana dal matrimonio. Una distruzione graduale causata dalla droga sì, ma pure dall’alcol. Fino al malore da cui era stato salvato dopo aver sperperato non solo i beni materiali – a partire dalle migliaia di euro consegnategli nel tempo dalla madre, compresi 40 mila euro legati alla vendita di un immobile e i soldi ricavati dalla vendita dei suoi pochi gioielli – ma anche e soprattutto affetti, relazioni sociali, amicizie e salute.

A giudizio

Le indagini della sezione antidroga della squadra Mobile, coordinate dal pm Raffaele Pesiri, si erano presto concentrate sui soggetti indicati dalla donna, ai quali anche lei – che ha 67 anni – periodicamente consegnava il denaro. Debiti, pressioni e minacce non più sostenibili – quelle dei pusher – portate alla luce con denunce dettagliate sfociate nel processo in corso a Terni per spaccio ed estorsione. Gli imputati sono A.N. albanese di 32 anni, M.P. ternana di 47, B.D. macedone di 28 anni e il ternano T.C. di 42 anni. L’ultima udienza si è tenuta martedì mattina, incentrata sulle deposizioni citate in premessa, mentre la prossima è stata fissata per il prossimo mese di ottobre. Fra i legali difensori degli imputati figurano gli avvocati Massimo Proietti, Daniele Biancifiori ed Erika Brunori. Il giovane ed i familiari sono parti civili tramite l’avvocato Renato Chiaranti.

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