Terni, mense a scuola: monta la polemica

Dopo la costituzione del Comitato per i servizi educativi, il Partito Democratico sotto il tiro di Forza Italia, M5S e ‘Progetto Terni’

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La faccenda è chiara: il tema è destinato a restare a lungo, a Terni, al centro del dibattito cittadino. Il timore, però,  è che non sarà nei termini auspicati da chi ha dato vita al Comitato servizi educativi comunali (Cosec), che lunedì sarà presente in consiglio comunale, visto che si parlerà di temi che gli stanno a cuore e vuole andare «oltre le problematiche di ciascun servizio e affrontando un’unica grande questione prioritaria, che è quella dello smantellamento degli stessi servizi, relativamente alle criticità emerse in relazione al tema della refezione scolastica» e aveva pure auspicato «che nessuno indugi in interpretazioni forzate».

La politica Perché sulla vicenda si registrano schermaglie politiche che non promettono nulla di buono. Il segretario del Pd ternano, Jonathan Monti, aveva aperto le danze: «Capiamo il terrore di chi ha perso le ultime tre elezioni di fila e non facendosene una ragione è costretto a passare la giornata a cercare disperatamente la polemica di turno in attesa che arrivi la quarta sconfitta. Possiamo litigare su tutto, siamo pronti, ma su questo proprio no, sulla salute dei bambini non si scherza. Il Partito Democratico e le sue rappresentanze istituzionali intendono continuare a garantire, e se possibile a migliorare. Lo possiamo fare sul serio, promuovendo in maniera esplicita già nel prossimo bando la scelta di individuare il cibo utilizzando una “filiera corta” con una produzione a “chilometri zero”».

I costi Poi Monti aveva toccato un tasto sensibile: «È vero, è aperta una discussione sul tema del numero dei centri di cottura della nostra città. È aperta perché tante realtà umbre e nazionali, anche molto più grandi della nostra città, da anni hanno fatto la scelta del centro unico di cottura cittadino, diminuendo di molto i costi e lasciando invariata la qualità del cibo; anche in città nelle quali i pasti giornalieri sono oltre 25.000, e non 3.500 come a Terni, ovvero 7 volte di più. È aperta perché il costo per i genitori di ogni pasto a Terni è di poco più di 3 euro, molto più basso di tante altre città, vedi Perugia e Parma dove chi governa ha ridotto i centri di cottura ed esternalizzato il sevizio».

Forza Italia Letto e metabilizzato, il Coordinamento comunale di Forza Italia ha deciso di ‘scrivere’ direttamente al segretario del Pd ternano: «Caro Jonathan Monti – gli dice – Forza Italia è pronta a lavorare assieme alle istituzioni cittadine, alle altre forze politiche e ai genitori per migliorare sensibilmente la qualità della refezione scolastica, sia per quanto riguarda la bontà del cibo, sia per quel che concerne il miglioramento dei costi economici».

Le opzioni Il ventaglio di possibili soluzioni da adottare, dice Forza Italia, «è ampio e ciascuna opzione finale è meritevole di analisi: dal mantenimento dei centri di cottura nei singoli plessi scolastici fino alla possibile esternalizzazione del servizio. Insomma, come ha correttamente sostenuto il segretario comunale del Pd: prima la sicurezza dei prodotti commestibili e poi l’economicità della prestazione. Ciò detto però, Forza Italia tiene a sottolineare due aspetti».

I distinguo Intanto, dicono i forzisti ternani, bisogna «preservare lo status quo, in maniera che non vengano percepiti messaggi distorti in merito a ipotetiche scelte preconfezionate che aspetterebbero solamente la legittimazione ufficiale». E quanto al ‘chilometro zero’, «è opportuno svolgere un’approfondita disamina. Di certo il ‘chilometro zero’ rende la dieta meno varia e non più ricca. Se il cibo è davvero cultura (ed è così), è anche doveroso ricordare come la cultura implichi il confronto e l’interazione con l’altro, e, di conseguenza, la sua conoscenza. Ed il tutto è possibile senza per questo intaccare minimamente l’eccellenza del cibo che andrà ai piccoli ternani. Basta volerlo».

Il M5S A Jonathan Monti scrive pure il Movimento 5 Stelle. Ma i toni sono altri: «Non nascondo una nota di soddisfazione – dice il consigliere comnale Thomas De Luca – nel vedere che le nostre istanze sono entrate a far parte del vocabolario politico del segretario del Pd. Un partito che in primo luogo nel nostro territorio è stato il baluardo di un’ideologia contrapposta e ostile a questi principi. Abbiamo due formazioni completamente diverse, sarà questa la ragione per cui ho estrema difficoltà a interpretare – dice De Luca rivolgendosi direttamente al segretario ternano del Pd – il senso del tuo intervento, Jonathan. Non comprendo il linguaggio delle scuole di partito, non comprendo la distanza abissale fra ciò che affermate e il vostro agire quotidiano e concreto. È un mio limite, lo ammetto, che mi restituisce il vostro parlare come la rappresentazione di una recita teatrale, una rappresentazione più o meno brillante di un racconto d’immaginazione».

Le discariche Come si fa, chiede De Luca, «a parlare di filiera corta quando a Terni si coltiva sopra alle discariche? Faccia di bronzo. Ci vuole una gran faccia di bronzo a parlare di filiera corta, di sicurezza alimentare quando il tuo sindaco medico, rimane inerte, colpevolmente silente mentre si coltiva sopra alle discariche. “Sulla salute dei bambini, cioè dei nostri figli, nipotini, fratellini o sorelline, non possiamo permetterci il lusso di giocare alla polemica”, sono d’accordo, tirate fuori il coraggio di dissentire, di distinguervi da questo schifo. Uscite alla luce del sole e urlate a gran voce che voi ai vostri figli ortaggi coltivati sulla monnezza non li dareste mai da mangiare. Terni è una città senza sovranità alimentare e voi dovete avere il coraggio di uscire alla luce del sole, spiegare alla città per quale motivo non fate nulla e non emanate un’ordinanza interdittiva. Alla luce del sole dove le paroline magiche di Cavicchioli “ove possibile”, “tutto ciò che chiede la legge” non vi possono nascondere».

Le accuse Poi il consigliere comunale del M5S affonda decisamente: «Avete ridotto le istituzioni, compresi i vostri partiti a dei raggruppamenti temporanei di imprese, dei comitati privati, il cui unico orientamento è quello di sviluppare azioni volte a sacrificare gli interessi collettivi sull’altare degli interessi privati. Prima di parlare di internalizzazioni ed esternalizzazioni dovremo parlare di come far uscire questi interessi che rappresentate dal piano decisionale e che il fulcro unico e inalienabile della discussione sia l’interesse ora dei bambini, domani degli anziani, della città».

Le mense Quanto al tema specifico delle mense, De Luca conclude che «il controllo diretto deve tramutarsi nella concreta possibilità di agire nell’ambito propositivo e decisionale. Ecco perché difendiamo e difenderemo l’atto del Comitato dei genitori. La partecipazione è oggi l’unico possibile strumento di tutela della democrazia rappresentativa di fronte alle derive illiberali dell’autoritarismo degli interessi privati che vincolano il mandato degli amministratori. Non solo siamo disponibili, ma riteniamo che il confronto pubblico, aperto in piazza è ormai irrinunciabile. Esempi come quello consulte territoriali, le nuove circoscrizioni, in cui si profila una convergenza comune con l’apertura alle votazioni democratiche dimostrano che si può fare qualcosa di importante quando l’oggetto della discussione è la città e non gli interessi altri».

Progetto Terni Al segretario del Pd, poi, replica anche Giovanni Ceccotti, di ‘Progetto Terni-Sicurezza e legalità’, secondo il quale «la sortita del segretario del Pd ternano evidenzia l’attuale debolezza di fronte all’elettorato cittadino. Non si può giocare con la salute dei cittadini e tantomeno con quella dei bambini, non si può pensare di circoscrivere il discorso alla mera economicità del servizio mensa senza pensare ai macro problemi legati alla salute quotidiana, sia dentro che fuori la scuola. Non si può strumentalizzare un risparmio minimo mettendo ulteriormente a rischio la salute dei bambini. Non si può pensare che i cittadini ancora credono alle favole che vengono raccontate per i soli fini propagandistici. I cittadini hanno capito chi è con loro e chi no, hanno capito chi pensa solo ai propri interessi di bottega per mantenere privilegi e status quo. Bisogna risparmiare sui costi della politica, iniziamo a ridurre gli assessori, iniziamo a rendere più efficienti gli uffici comunali, iniziamo a togliere premi a dirigenti ultra pagati».

«Scelte scellerate» Per Ceccotti «sono sotto gli occhi di tutti le scelte sbagliate e scellerate fatte dalle varie amministrazioni nella gestione della salute pubblica: impianti di incenerimento fuori controllo, montagne di scorie abbandonate in attesa di essere sotterrate e nascoste, degrado ed incuria della città, sporcizia e mala manutenzione, tutti e sottolineo tutti i parchi pubblici disastrati: e Lei segretario – dice Ceccotti, rivolgendosi direttamente a Monti – vuol fare la morale a qualcuno? A chi deve fare la predica se non ai suoi colleghi di un partito che ha ed ha avuto sempre in mano le redini del gioco, sia a livello locale che regionale e nazionale? Qui nessuno è fesso! Caro segretario si dia da fare e guardi bene in casa prima di fare reprimende verso coloro che provano a fare opposizione a scelte che vengono prese fuori dai consessi deputati a farlo, dove i consiglieri comunali troppo spesso vengono a trovarsi di fronte al fatto compiuto».

 

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