Terni, Montalbano: domiciliari ‘attenuati’

Confermati gli arresti per Piacenti D’Ubaldi. Il manager si dimette da TerniReti e può tornare in Sicilia. Altri personaggi coinvolti nell’indagine. Nuove ‘bordate’ dalla Corte dei conti

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Vittorio Piacenti D’Ubaldi

Arresti domiciliari confermati per Vittorio Piacenti D’Ubaldi. L’assessore comunale al bilancio, difeso dall’avvocato Attilio Biancifiori e uscito intorno alle 15 dal tribunale al termine dell’interrogatorio di fronte al gip Federico Bona Galvagno, potrà esercitare la sua attività professionale di commercialista ma non potrà svolgere la sua funzione pubblica e in alcun modo entrare in contatto con persone riconducibili al Comune di Terni o alle sue aziende partecipate.

L’AVVOCATO BIANCIFIORI SPIEGA I TERMINI – IL VIDEO

Vincenzo Montalbano Caracci

Le dimissioni Vincenzo Montalbano Caracci, assistito dagli avvocati Francesco Donzelli e Francesco Montalbano Caracci (il figlio), intanto si è dimesso – in maniera «irrevocabile» – da amministratore unico di TerniReti. Era stata questa la prima, importante notizia uscita da palazzo di Giustizia.

A casa Per l’ormai ex amministratore unico di TerniReti, il cui interrogatorio è durato circa un’ora e mezza, c’è stato poi – di fatto – il ritorno alla libertà. A Terni dovrà sottostare al regime dei ‘domiciliari’ – fino al 9 gennaio 2018 e con la possibilità di uscire di casa dalle 9 alle 13 senza poter avere contatti con l’azienda e il Comune – mentre nella sua città di origine, Mazara del Vallo (Trapani), potrà muoversi liberamente. Già da venerdì Montalbano Caracci tornerà in Sicilia dove, di fatto, risiede. Presenti in aula durante l’interrogatorio – come nel caso dell’assessore al bilancio – il procuratore capo Alberto Liguori e il sostituto procuratore Marco Stramaglia. L’ex amministratore di TerniReti è difeso dagli avvocati Francesco Donzelli e Francesco Montalbano Caracci.

Altri indagati Sarebbero almeno altre quattro le persone indagate nel contesto dell’inchiesta coordinata dal procuratore Alberto Liguori e dal sostituto Marco Stramaglia, che giovedì ha portato agli arresti – con applicazione dei ‘domiciliari’ su disposizione del gip Federico Bona Galvagno – dell’assessore al bilancio del Comune di Terni, Vittorio Piacenti D’Ubaldi, dell’amministratore unico di Terni Reti, Vincenzo Montalbano Caracci, e del commercialista riminese Roberto Camporesi. Un’indagine condotta dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza e dalla squadra Mobile della questura di Terni.

L’INCHIESTA SUL COMUNE DI TERNI

Gli inquirenti in Comune

Altri indagati Fra gli indagati, in stato di libertà, ci sarebbero anche dirigenti comunali ed un ex assessore. Non è escluso che con i passi avanti che l’inchiesta è destinata a compiere, il numero degli indagati possa modificarsi, con l’uscita di scena di alcuni dei coinvolti o, viceversa, il coinvolgimento di altre persone. A tutti vengono contestati i reati di ‘turbata libertà degli incanti’ e ‘turbata libertà del procedimento di scelta del contraente’ in relazione ad incarichi di consulenza che le ‘controllate’ FarmaciaTerni e Terni Reti avrebbero affidato nel tempo e direttamente – senza cioè passare per bandi e quindi gare – al consulente Camporesi.

Interrogatori Intanto nella tarda mattinata di venerdì si terranno gli interrogatori degli arrestati: Piacenti D’Ubaldi e Montalbano Caracci – accompagnati dai rispettivi legali difensori – verranno sentiti dal gip Bona Galvagno presso il tribunale di Terni, mentre il commercialista romagnolo verrà interrogato per rogatoria. Spetterà al giudice decidere, forse nella stessa giornata di venerdì, se confermare, modificare o revocare le misure applicate.

Leopoldo Di Girolamo

Il sindaco «Nella serata di ieri (giovedì, ndR) – dichiara il sindaco Leopoldo Di Girolamo in una nota – ho appreso dei provvedimenti cautelari che la magistratura ha ritenuto di adottare nei confronti dell’assessore Vittorio Piacenti D’Ubaldi e dell’amministratore unico di Terni Reti Vincenzo Montalbano Caracci. Voglio esprimere la mia profonda stima e la piena solidarietà, politica ed umana, ad entrambi. Le mie parole sono indirizzate a loro in quanto in questi anni ho avuto modo di conoscerli profondamente e di apprezzarli. In questi tre anni e mezzo di difficile governo della città, Vittorio è stato un collaboratore prezioso e fondamentale che ha svolto il suo delicato incarico con onestà, competenza, dedizione a servizio degli interessi pubblici. In quanto a Vincenzo Montalbano, manager di levatura nazionale, si è messo a disposizione, gratuitamente, per condurre in porto il processo di risanamento delle partecipate, salvaguardando i lavoratori e qualificando i servizi. I risultati conseguiti stanno a dimostrare la validità del suo lavoro. Li ringrazio profondamente e sono sicuro – conclude il primo cittadino – che si farà presto chiarezza e potranno dimostrare la loro correttezza».

Guai in serie Intanto altre ‘grane’ per il Comune di Terni, ed in particolare per ciò che riguarda il rendiconto dell’esercizio 2015, vengono dalla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti dell’Umbria. Rispetto alla relazione inviata dall’ente, sul punto, poco meno di un anno fa, i giudici contabili avevano rilevato tutta una serie di incongruità ed inesattezze, a cui il Comune – attraverso il proprio organo di Revisione – aveva replicato lo scorso 30 ottobre con una ‘nuova’ relazione. Anche in quest’ultimo caso erano però emerse «gravi irregolarità relative ai fondi vincolati non ricostituiti nel 2014 (per 11 milioni e 732 mila euro) e nel 2015 (per 6 milioni e 547 mila euro)».

«Irregolarità» All’ulteriore scambio di comunicazioni fra Corte dei Conti ed ente, con la prima che ha acquisito anche le deliberazioni del consiglio comunale relative all’approvazione dei bilanci 2015 e 2016 ed i ‘conti del Tesoriere’, ha fatto infine seguito, il 19 dicembre, la deliberazione con cui l’organismo contabile rileva «il permanere di irregolarità relative allo squilibrio tra le entrate e le spese correnti, errori materiali nell’indicazione dell’accantonamento al ‘Fondo crediti di dubbia esigibilità’ e della parte vincolata (bilancio 2015), il mancato reintegro dei fondi vincolati (2014  2015), la tardiva adozione delle direttive per il rispetto della tempestività dei pagamenti» ed altro ancora. ‘Doglianze’ che i giudici della sezione di controllo hanno già segnalato al Comune ma anche alla procura regionale della Corte dei Conti dell’Umbria «ai fini della valutazione di eventuali responsabilità ex articolo 183 del Testo unico degli enti locali» ed al procuratore generale presso la Corte dei Conti.

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