Terni, morto sul lavoro Lena Dodaj non molla

La madre dell’operaio 25enne deceduto nel 2011 riprende lo sciopero della fame e protesta davanti al tribunale: «Voglio giustizia»

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di F.L.

Lena Dodaj non molla: la madre di Maringleno, il 25enne operaio di origine albanese tragicamente scomparso in un incidente sul lavoro a Narni Scalo, il 18 ottobre 2011, è intenzionata ad andare fino in fondo per chiarire il perché della morte di suo figlio e dopo aver ripreso martedì lo sciopero della fame – il secondo, dopo quello del giugno 2017 -, giovedì mattina si è presentata davanti al tribunale di Terni.

Il nuovo appello

Con la foto di suo figlio sempre accanto e un cartellone in cui ha messo nero su bianco la sua disperazione, la donna è tornata a chiedere che venga fatta piena luce sulla vicenda, non solo sull’infortunio mortale – per il quale in realtà sono già stati condannati in primo grado i datori di lavoro di Maringleno -, ma soprattutto su quanto avvenuto all’ospedale Santa Maria al momento del ricovero. Per la signora Lena ci sono troppe incongruenze in merito a reparto e orari in cui è morto il figlio. «È stato fatto il funerale di mio figlio senza che venisse fatta un’autopsia sul suo corpo. Mi è stato negato persino il diritto di vederlo sul letto d’ospedale, non ho potuto neanche dirgli addio. L’ho rivisto in una bara, tutto questo è di una crudeltà inaudita».

Risposte mancate e risposte nette

La donna si è già rivolta al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al ministero della Giustizia per chiedere che il caso venga riaperto, ma senza risposte. «Sono pronta a riscrivere al ministro Bonafede» dice. A risponderle è stato invece recentemente il procuratore generale della Repubblica di Perugia, Fausto Cardella, che ha ricordato che «sono stati aperti cinque procedimenti penali dei quali quattro conclusi con decreto di archiviazione e uno definito in primo grado con sentenza di condanna del datore di lavoro, il quale ha ricorso in appello». «Pur comprendendo il dolore che l’affligge – ha scritto Cardella – confermo quindi che tutto ciò che si doveva è stato fatto». Ma nonostante questo Lena Dodaj, che da martedì ha lasciato il cimitero solo per trasferirsi in tribunale promette che andrà avanti. «Sono disposta a chiudermi dentro alla tomba di mio figlio e a portare fuori la sua bara se nessuno prenderà provvedimenti».

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