Esplosa nella cava la bomba trovata a Cesi

Terni, concluse le operazioni che domenica hanno portato all’evacuazione di circa 11 mila persone dall’area nord della città

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Tutto è bene quel che finisce bene. L’ordigno bellico ritrovato mercoledì nello stesso terreno di Cesi Scalo che lo scorso luglio aveva restituito una bomba americana d’aereo da 500 libbre, è stato fatto brillare poco dopo le 16 di domenica 4 novembre nella cava di San Pellegrino.

I RINGRAZIAMENTI DEL COMUNE

BOMBA, GUARDA LE FOTO DELLA GIORNATA

LA BONIFICA DELLA BOMBA IN DIRETTA

Ore 13.45 – Riaprono i varchi: con il disinnesco concluso, le persone possono rientrare nelle proprie abitazioni. Riattivate anche le utenze elettriche distaccate durante l’operazione degli artificieri. Ora l’ordigno verrà portato a Narni e lì fatto brillare. Fine dell’emergenza. A renderlo noto sono la protezione civile comunale di Terni ed il Coc.

L’ordigno disinnescato

Ore 13.10 – Completata la rimozione delle spolette – anteriore e posteriore – dell’ordigno bellico. Ora verranno distrutte in loco e poi si procederà al trasporto della bomba nella cava di San Pellegrino a Narni. Non manca molto a che i cittadini possano rientrare nelle case: questione, anche in questo caso, di minuti.

Ore 11.40 – Completata l’evacuazione dei residenti compresi nella ‘zona di sicurezza’. Al via le operazioni di disinnesco dell’ordigno da parte degli artificieri del VI Reggimento Genio Pionieri di Roma.

IL MAGGIORE: «ALTRE BOMBE IN ZONA? POSSIBILE» – VIDEO

Ore 11 – Sul posto gli artificieri coordinati dal maggiore Garramone (VIDEO): il primo maresciallo Massimiliano Carroccia (capo nucleo) e il sergente maggiore capo Domenico Fava. Ancora non c’è l’ok da parte della prefettura di Terni – relativo alla conclusione delle operazioni di evacuazione – per procedere alla bonifica dell’ordigno che avverrà attraverso il robot ‘Teodor’ comandato a distanza. Questione di minuti: si sta procedendo alle ultime verifiche.

Ore 10 – Al centro d’accoglienza del Palatennistavolo – riferisce il Comune di Terni – si trovano al momento circa cento persone. Presenti nella struttura anche alcuni assessori e consiglieri comunali per supportare i volontari. Altre ottanta persone – in collaborazione con la Usl Umbria 2 – sono state dislocate fra centro geriatrico, ospedale di Narni e Domus Gratiae. In molti hanno lasciato la zona da evacuare per recarsi in altre aree delle città, presso parenti o amici.

Ore 9.30 – Giunti a Terni gli artificieri del VI Reggimento Genio Pionieri di Roma, coordinati dal maggiore Alessandro Garramone. Intanto è iniziato a piovere ma questo aspetto – viene assicurato – non creerà alcun problema alle operazioni di disinnesco dell’ordigno. Qualcuno in più ai cittadini, invece. Lo sgombero intanto – fonte prefettura – procede con regolarità: gli addetti continuano a girare con gli altoparlanti fra le vie e i quartieri interessati.

Il CCS in prefettura

Ore 9.00 – Dopo l’insediamento alle ore 6 del Centro coordinamento soccorsi presso la prefettura di Terni, è stata verificata la presenza di tutti i presìdi per procedere all’evacuazione – termine individuato ore 10 – dei 10.750 residenti interessati dalle operazioni. Al momento, riferisce la prefettura, non si registrano particolari inconvenienti. Come la scorsa estate gli operatori, in alcuni singoli e sporadici casi, dovranno attuare un’opera di ‘convincimento’ nei confronti di chi non sembra particolarmente intenzionato ad andarsene.

Siamo daccapo

Dopo poco più di tre mesi, Terni nord è di nuovo alle prese con un altro ordigno bellico emerso dal sottosuolo, dallo stesso terreno di Cesi Scalo che lo scorso luglio aveva restituito una bomba americana d’aereo da 500 libbre. Stesso terreno e stesso tipo di bomba, ma pesante la metà – 250 libbre, circa 120 chilogrammi – e contenente 58 chili e mezzo di amatolo. Il ritrovamento risale a mercoledì scorso (VIDEOFOTO). L’evacuazione delle prime quaranta famiglie residenti entro un raggio di 381 metri è scattata fra mercoledì e giovedì. Oggi – domenica 4 novembre – toccherà a quasi 11 mila persone (quelle residenti in un raggio di 1.680 metri dal luogo del ritrovamento) lasciare le proprie case, fra Gabelletta, Campomaggiore, Cesi e Campitello. Per farlo hanno tempo fino alle ore 10 – e la prefettura ha già detto che non tollererà ritardi né ‘resistenze’ – dopodiché gli artificieri del VI Reggimento Genio Pionieri procederanno al despolettamento e quindi al trasporto della bomba nella cava di San Pellegrino (Narni) dove verrà fatta brillare. La speranza è che per le ore 13 i cittadini possano già rientrare nelle abitazioni. In 168 di queste – quelle più prossime al terreno dell’ordigno (dislocate fra strada della Ferrovia, via delle Madonnine, via Faber, via Stelluti, via delle Terre Arnolfe, Via Gabelletta e strada di Mazzamorello) verrà sospesa l’erogazione dell’energia elettrica dalle ore 11 fino alla fine delle operazioni.

Le strutture a supporto

In campo per l’ulteriore maxi-operazione, dopo quella estiva, c’è la prefettura di Terni che coordina e monitora il tutto, attraverso la sala operativa di protezione civile. Protagonisti il Comune di Terni, la Prociv comunale ed i vari gruppi operanti sul territorio, le forze dell’ordine, i vigili del fuoco, i volontari, la Usl Umbria 2 e l’azienda ospedaliera ‘Santa Maria’. Obiettivo è minimizzare i disagi di una domenica ‘insolita’. Tre le strutture di riferimento per l’ospitalità (che va dall’erogazione di pasti al riposo, per quanto possibile, al semplice riparo in attesa che il tutto si concluda): Palatennistavolo di via del Centenario, palestra della scuola Giovanni XXIII di via della Pernice e palasport ‘Di Vittorio’ di via Giuseppe Di Vittorio. Disponibili oltre cento letti ma anche cinquanta posti nell’area semi-residenziale del centro geriatrico cittadino, per coloro che presentano particolari necessità sanitarie. Un presidio medico avanzato troverà spazio nella scuola di Cesi mentre durante l’evacuazione sarà attivo un servizio bus navetta verso il Palatennistavolo per coloro che non possono contare su mezzi propri. Insomma, l’accoglienza – come già a luglio – non mancherà. E il fatto che si tratti di un ‘deja vù’ potrebbe finire per semplificare e velocizzare le cose.

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