Terni, notte di spari: «Spostati o t’ammazzo»

La ricostruzione della folle evasione di due detenuti dall’ospedale. Il giudice convalida gli arresti: «Spiccata propensione a delinquere»

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«Spostati, altrimenti ti ammazzo»: in questa frase, secca, glaciale, pronunciata dal calabrese Luigi Abate verso un’infermiera del ‘Santa Maria’ di Terni che aveva solo avuto la sventura di trovarsi lunga la vita di fuga, c’è tutta la spregiudicatezza del detenuto 51enne originario di Cosenza. Da pochi secondi era iniziata l’evasione dal nosocomio, insieme al 34enne romano Alessio Cesarini, quest’ultimo poi di fatto abbandonato in piazzale Tristano di Joannuccio perché non era stato abbastanza rapido a salire nell’auto – una Peugeot 208 bianca – rapinata a furia di percosse e morsi ad una 31enne ternana.

TERNI, PAURA IN OSPEDALE: IL VIDEO

La notte di paura

Questo l’inizio della ‘notte di paura’ – quella di martedì – all’ospedale di Terni. I due – Abate e Cesarini -, approfittando dell’apertura della stanza di degenza, avevano preso a calci e pugni i due agenti che li stavano piantonando, cercando pure di impossessarsi delle loro pistole. Un tentativo, questo, andato a vuoto. E proprio da una delle due armi erano partiti i quattro spari della polizia Penitenziaria, uno dei quali aveva raggiunto Abate ad un ginocchio, limitando di fatto la sua evasione, definitivamente stoppata pochi minuti dopo dalla polizia Stradale di Terni nella prima area di servizio del Rato, in direzione Orte, a poche centinaia di metri dallo svincolo di Terni Ovest.

Il bilancio dei feriti

Considerando la gravità dell’accaduto, il bilancio della serata di follia può definirsi persino ‘lieve’: perché i due agenti aggrediti – al netto dello shock – hanno riportato lesioni giudicate guaribili in 7 e 10 giorni, mentre la donna rapinata ne avrà per 15 giorni in ragione delle lesioni riportate in particolare al braccio destro. Il quarto ferito è il cosentino Luigi Abate che, detenuto a Spoleto e trasferito all’ospedale di Terni per un problema ad un occhio susseguente ad una colluttazione in carcere, è stato sentito giovedì presso lo stesso nosocomio dal gip Federico Bona Galvagno. Interrogato, ma in carcere, anche Alessio Cesarini che al ‘Santa Maria’ c’era finito dopo aver ingoiato (sic) una lametta da barba.

Il giudice

I due sono detenuti per rapina – Abate fine pena 1° gennaio 2021 e Cesarini nel 2015 – con il secondo gravato anche da ricettazione, evasione e reati di droga. «Si tratta di soggetti – scrive il gip nell’ordinanza con cui giovedì ha convalidato gli arresti eseguiti in flagrante da polizia Penitenziaria e Polstrada – che hanno entrambi dimostrato di possedere un’indole particolarmente violenta e spregiudicata e che non hanno avuto remore ad aggredire con violenza anche i rappresentanti delle forze dell’ordine ed il personale dell’ospedale in servizio, così denotando una concreta, attuale e spiccata propensione a delinquere, tipica di soggetti privi di freni inibitori e quindi particolarmente pericolosi». In aula – Abate è difeso dall’avvocato Daniela Paccoi mentre Cesarini dalla collega Donatella Panzarola – ci si tornerà per l’udienza di merito. Entrambi sono accusati di evasione, resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali aggravate e rapina.

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