Terni, omicida Raggi: 30 anni definitivi

La Cassazione conferma la condanna inflitta in primo e secondo grado ad Aziz, ‘bocciato’ il ricorso della difesa

Condividi questo articolo su

Diventa definitiva la condanna nei confronti di Amine ‘Aziz’ Aassoul, l’omicida di David Raggi, il 27enne di Terni ucciso nella notte del 12 marzo 2015 davanti ad un locale di piazza dell’Olmo. La Corte di Cassazione ha infatti respinto il ricorso presentato dalla difesa dell’imputato, sostenuta dall’avvocato Barbara Romoli, confermando la condanna a 30 anni di reclusione già decisa dai giudici di primo e secondo grado. La sentenza è arrivata giovedì pomeriggio.

Amine Aassoul

Le richieste In udienza, in mattinata, il procuratore generale Francesco Iacovello aveva chiesto l’inammisibilità del ricorso relativo al riconoscimento dell’accusa di omicidio preterintenzionale e il rigetto del ricorso per l’esclusione dell’aggravante dei futili motivi. A queste richieste si era associato il legale di parte civile, che assiste la famiglia di David, l’avvocato Massimo Proietti.

Ulteriori condanne ‘Aziz’ è stato anche condannato a pagare 2 mila euro alla Cassa delle ammende e 4.900 euro per le spese di costituzione della parte civile. Confermati i risarcimenti già stabiliti nel processo di primo grado a Terni e confermati in appello. Soddisfatto l’avvocato Proietti: «Avevamo sostenuto l’inammissibilità del ricorso e il giudizio della Cassazione ci ha dato pienamente ragione. Resta, nonostante la giusta sentenza, il grande dolore per la perdita di un ragazzo amato da tutti e nel pieno degli anni».

Commozione All’udienza erano presenti il fratello di David – Diego Raggi – e, come già accaduto in passato ad ogni passaggio decisivo del doloroso iter giudiziario, alcuni amici del giovane ucciso che hanno accolto con commozione la decisione della Suprema Corte. Assente invece l’omicida. Così Benedetta, amica storica di David: «Non è nulla, perché nessuno ce lo riporta. Ma sapere che l’assassino non ha avuto sconti, che per una volta possiamo dire ‘finalmente’, un sorriso ce lo ruba».

L’avvocato Massimo Proietti

Il dramma Si chiude così, almeno dal punto di vista giudiziario, una vicenda che ha sconvolto l’intera città di Terni, per la morte di un giovane che stava solo trascorrendo una serata in allegria con i suoi amici, ma che si era imbattuto casualmente nel marocchino, già raggiunto da un provvedimento di espulsione e in quel momento ubriaco, che lo aveva ucciso recidendogli l’arteria carotide comune con un calice di vetro spezzato.

L’iter giudiziario Amine Aassoul era stato condannato una prima volta, con rito abbreviato, il 28 settembre 2015 dal gup del tribunale di Terni, Simona Tordelli. La condanna a 30 anni era stata poi confermata dalla Corte d’assise d’appello di Perugia il 26 ottobre 2016. Nel frattempo è ancora aperta, davanti al tribunale di Roma, la causa civile intentata dalla famiglia Raggi nei confronti dei ministeri dell’Interno e della Giustizia e della presidenza del Consiglio dei ministri.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli