Terni, omicidio Bellini: il ‘rebus’ del Dna

Il Dna del presunto omicida sarebbe l’unico individuato finora sulla ‘scena del crimine’. Ma altro resta da capire

Condividi questo articolo su

Per comprendere compiutamente l’esito delle indagini bisognerà attendere l’udienza fissata per lunedì di fronte al gup Massimo Zanetti, quando le conclusioni dei periti incaricati dal tribunale verranno illustrate in aula. Ma intanto qualche elemento emerge già e riguarda i profili genetici individuati dal laboratorio di genetica forense dell’università la Sapienza, negli esami condotti dalla professoressa Carla Vecchiotti sui reperti acquisiti dai carabinieri in fase di indagine.

Halan Andriy

Il processo Il procedimento, con rito abbreviato, è quello legato all’omicidio del 53enne ternano Sandro Bellini, avvenuto lo scorso maggio e per il quale è stato arrestato il 44enne ucraino Andriy Halan, sulla base delle indagini coordinate dalla procura ed eseguite dai carabinieri del reparto operativo, del nucleo investigativo e della Compagnia di Terni.

Il coprivolante Il Dna di Andriy Halan – che avrebbe ucciso dietro la spinta di una gelosia irrefrenabile per l’ex compagna, ‘rea’ di frequentare il 53enne ternano – è stato l’unico individuato sul coprivolante dell’auto del 44enne ucraino.

L’auto di Sandro Bellini, data alle fiamme

Era da solo? Al tempo stesso, però, l’appiglio auspicato dalla difesa, quello cioè che anche altri profili genetici potessero emergere dagli accertamenti disposti dal tribunale, non sembra trovare conforto nelle conclusioni del perito. Per comporre definitivamente il puzzle, resta da capire a quali conclusioni siano giunti gli altri consulenti incaricati e in questo senso l’udienza di lunedì porterà ad un chiarimento, forse, definitivo. Un’attesa condivisa tanto dai familiari della vittima, assistiti dall’avvocato Renato Chiaranti, quanto dal presunto omicida, difeso dagli avvocati Francesco Mattiangeli e Bruno Capaldini.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli