Terni, omicidio Raggi: «Non siamo tutelati»

Nasce l’osservatorio per le vittime di reati intenzionali violenti. La famiglia di David esclusa dall’indennizzo: «Cambiare la legge»

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I membri dell’osservatorio

Nasce, ed è stato presentato martedì alla Camera dei Deputati, l’osservatorio nazionale per l’assistenza alle vittime di reati intenzionali violenti. Dell’organismo fa parte anche Diego Raggi, il fratello di David, ucciso la sera del 12 marzo 2015 in piazza dell’Olmo dal 30enne marocchino Amine Aassoul, condannato poi a 30 anni di reclusione. Con Diego Raggi, c’erano anche le altre due famiglie assistite dall’avvocato Massimo Proietti di Terni: quelle di Carlo Macro – 33enne di Roma ucciso la sera del 14 febbraio del 2014 dal 60enne indiano Joseph White Klifford – e di Pietro Raccagni, il macellaio 53enne di Brescia assassinato nella sua abitazione da una banda di rapinatori albanesi la notte dell’8 luglio 2014.

L’avvocato Massimo Proietti con Diego Raggi

«Modificare la legge 122» Durante l’incontro con i membri dell’osservatorio – le cui famiglie sono state direttamente colpite da reati intenzionali violenti – l’avvocato Proietti ha evidenziato come lo Stato italiano sia stato già condannato, dai tribunali di Torino e Roma, per non aver correttamente recepito la direttiva direttiva comunitaria sull’istituzione di un fondo per le vittime di reati intenzionali violenti. Era questo l’obiettivo della legge 122 del 2016 ma, secondo il legale, «questa non può riguardare solo i reati ‘transfrontalieri’, ma anche quelli commessi all’interno del territorio dello Stato, e soprattutto non può escludere tutti i reati precedenti all’istituzione della stessa legge, per i quali è in corso di definizione il giudizio penale o civile. Servono delle modifiche, attraverso una norma transitoria, che consentano un più ampio accesso all’equo indennizzo, che non è un risarcimento ma un minimo ristoro per colmare lo svantaggio sociale in cui i familiari delle vittime si sono venuti a trovare in seguito a fatti gravissimi. Con queste modifiche, lo stesso Stato evita di subire cause civili, e quindi eventuali condanne, per non aver recepito la direttiva europea».

L’omicidio Raggi Nel corso della conferenza stampa presso la Camera dei Deputati, Diego Raggi ha ricordato l’omicidio del fratello, per mano di «un immigrato che doveva stare in carcere e invece si aggirava liberamente, ubriaco e sotto l’effetto di droghe. Ho un figli piccolo – ha detto il fratello di David Raggi – che non potrà vedere il sorriso dello zio, se non in fotografia, e non potrà avere le emozioni che abbiamo avuto tutti noi che lo abbiamo conosciuto. Credo sia ora di dire basta perché l’accoglienza va bene, ma non possiamo essere stranieri a casa nostra».

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